interviste

”Questa è una sfida da A”

di Valentino Della Casa



Livorno-Torino è una partita dal sapore particolare: tanti sono stati gli incroci tra granata e amaranto, che, oltre ai colori molto simili, possono vantare due piazze...

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa

Livorno-Torino è una partita dal sapore particolare: tanti sono stati gli incroci tra granata e amaranto, che, oltre ai colori molto simili, possono vantare due piazze particolarmente calde e attaccate alla squadra per cui tifano. Di questo parere è anche Fabio Galante, doppio ex della partita in programma per Sabato, che in esclusiva TN ci racconta le sue impressioni relative alle due squadre. Ciao Fabio, Livorno-Torino non è una partita come le altre per te, immaginiamo. Ciao a tutti. Sì, devo dire che questa gara la vivrò in maniera molto diversa, anche perché stiamo parlando delle due squadre nelle quali ho giocato per più stagioni: sei anni a Livorno, cinque a Torino. Praticamente mezza carriera di un giocatore. Chi credi che sia la favorita domani? Premesso che tifo per un pareggio (sono rimasto davvero tanto legato ad entrambi i colori), devo dire che non sarà una partita semplice per entrambe. Il Livorno, forse, mi pare nel complesso leggermente più forte dei granata. Ma l’attacco del Toro è atomico, Bianchi a mio parere è insieme a Tiribocchi, Mastronunzio e Tavano il miglior realizzatore della Serie B. Entrambe, comunque, possono tranquillamente ambire ai Play Off, anche se il campionato cadetto è sempre stranissimo. Le sorprese non sono solo a livello di annata, ma anche di singola partita. Attacco stellare per entrambe, mentre le difese? Prima avevo detto che il Livorno mi sembrava un po’ più completo del Toro: a mio parere è proprio in difesa che i granata perdono qualcosa. Da difensore posso dire che Ogbonna e Perticone sono due giovani interessantissimi, che già non sfigurerebbero in A. Ma al Torino manca qualche ricambio, mentre il Livorno ha maggiore qualità nel reparto arretrato. Parlando di Bianchi, sembra che le responsabilità gli diano forza. Proprio così, è un giocatore fondamentale per questo Torino e dovrebbe essere seguito veramente da tutti i compagni: lotta, suda, corre e segna. Sa trascinare la squadra nei momenti di difficoltà ed ha grandissima umiltà. Giocatori così carismatici se ne vedono sempre di meno. Tra Torino e Livorno hai vissuto almeno tre periodi di contestazione societaria (a Vidulich, Cimminelli e Spinelli). Attualmente entrambe le gestioni sono particolarmente criticate dalle rispettive tifoserie, quanto influisce per un giocatore in campo questa situazione? Non è mai bello vedere una tifoseria che contesta la società, ma a mio parere bisogna sempre contestualizzare le cose. Livorno e specialmente Torino sono due piazze decisamente focose, che pretendono tantissimo. In granata, per esempio, i tifosi vogliono il Derby con la Juve, e il Torino non può permettersi la B. Per questo Cairo viene contestato, anche se a mio avviso è un presidente molto presente, forse anche troppo. Ma io preferisco che il patron (tra l’altro gli voglio fare i complimenti per aver scelto un DS preparato come Petrachi) segua la squadra in ritiro, piuttosto che non sapere neanche che giocatori ha in rosa. In generale, comunque, i tifosi di queste squadre pretendono molto, in fretta, sia da chi investe sia da chi gioca. Chi decide di far parte di progetti in ambienti simili, deve avere le spalle larghe. Se dovessi fare un pronostico, chi pensi che vada in A, tra Torino e Livorno? Io spero entrambe, ma sinceramente la vedo dura. Credo sicuramente che queste due squadre se la giocheranno ai Play Off. Forse anche in finale, ma penso che ci siano squadre un po’ più attrezzate per la A diretta, anche se il calcio non è affatto una scienza esatta. La tua esperienza in granata: gioie e rimpianti? Ho passato dei momenti bellissimi. Penso ad esempio al primo anno di A con Camolese: ebbi tantissima fiducia da parte del mister, giocai 33 partite e segnai addirittura quattro goal. Quell’anno arrivammo decimi e fu una stagione esaltante. Per contro, gli ultimi due anni sono stati molto tristi e tormentati. Quando retrocedemmo, infatti, io dissi a Cimminelli (ma lui stesso in seguito lo ammise) che fece un grandissimo sbaglio a esonerare Camolese, dopo solo cinque partite, con la squadra che stava tutta con lui. Ulivieri non riuscì a cambiare le cose, e purtroppo fu retrocessione. L’anno dopo, poi, venne gestito anche peggio. La squadra contava in rosa giocatori come Vergassola, Tiribocchi, Castellini (anche se venne ceduto subito): poteva benissimo e doveva ambire alla serie A. La dirigenza, però, sbagliò tutto e fu un’annata disastrosa. Personalmente, poi, la passai in tribuna, perché mi misero fuori squadra nonostante avessi svolto un’ottima preparazione estiva. Questi ultimi due anni sono il mio più grande rimpianto in granata. Grazie mille Fabio. Grazie mille a voi, un saluto a tutti i caldissimi tifosi del Toro.