di Gianluca Sacchetto - La sconfitta di sabato ha lasciato il segno nell’ambiente granata, con una contestazione che non ha risparmiato nessuno. Come ogni lunedì affrontiamo questo e altri temi con Patrizio Sala.
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”Sarebbe un errore cacciare Lerda”
di Gianluca Sacchetto - La sconfitta di sabato ha lasciato il segno nell’ambiente granata, con una contestazione che non ha risparmiato nessuno. Come ogni lunedì affrontiamo questo e altri temi con Patrizio...
Un impegno sulla carta favorevole si è trasformato in una bruttissima sconfitta. Come ti spieghi il fatto che la squadra una volta passata in vantaggio smetta di giocare? C’è la responsabilità del tecnico in questo?“Difficile da dirsi. Secondo me, comunque, la responsabilità è da suddividere tra tutti: la squadra e chi la allena, come d’altronde quando si fa bene. Dopo la chiusura del calciomercato la patata bollente è passata a Lerda, ma non dobbiamo focalizzarci solo sulle responsabilità del tecnico”.
Qual è il modulo ideale per questo Toro?“Indubbiamente l’arrivo di un’altra punta, così come quello di Pagano, permette di scegliere in base al proprio credo tattico, quindi non credo ci sia un modulo da attuare a tutti i costi. Ha diverse soluzioni Lerda e può davvero fare quello che vuole in questo momento”.
Quanto il cambiamento di modulo può aver influito sull’involuzione del Toro contro il Sassuolo?“Sicuramente con questa variazione ci sono meno certezze rispetto a prima. Da spettatore televisivo mi piaceva la squadra che si era delineata, si vedeva una situazione di gioco ben programmata. Ora questo cambiamento ha influito nel creare un po’ di confusione e in una piazza come Torino dove non c’è né tempo né pazienza questo può diventare un problema. Ma cambiare non è sbagliato di per sé, anzi è una dimostrazione di intelligenza e poi a Crotone, con questo modulo, il Toro aveva fatto bene”.
Tatticamente cosa non ti ha convinto contro il Sassuolo?“La partita si è decisa sulle corsie laterali. Con Rivalta che non saliva mai si è visto che il Sassuolo aveva un vantaggio di tempistica in quella zona e in un modulo come il 4-3-3 o similari se i terzini non spingono tutto si complica. Se poi aggiungiamo a questo la partita sotto le righe di Budel, colui che avrebbe dovuto dettare i tempi, si spiega questa sconfitta”.
Lunedì sera a Novara credi possa essere l’ultima spiaggia per Lerda?“Io mi auguro di no, sinceramente. Un tecnico deve avere le sue possibilità e nel calcio la continuità è tutto a parer mio. Cambiare significa dover dare tempo al nuovo allenatore di inculcare nella squadra le sue idee e la fatidica scossa non sempre porta a risultati positivi”.
Sei, quindi, ancora convinto che Lerda possa rappresentare il presente ed il futuro del Torino?“Premesso che non sono tifoso di Lerda ma del Torino, è giusto dare l’opportunità di dimostrare il proprio valore ad un tecnico emergente, che finora aveva fatto discretamente bene come espressione di gioco. In questi cinque anni della gestione Cairo non si era mai vista una squadra giocare al livello di quella attuale”.
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