interviste

Sbriglio: ”Non c’è stata parità di trattamento tra Juventus e Torino”

Proprio ieri ha depositato un'interpellanza in Consiglio Comunale a Torino sulla questione delle...

Diego Fornero

Proprio ieri ha depositato un'interpellanza in Consiglio Comunale a Torino sulla questione delle ipoteche dell'olimpico, tematica da molti sottovalutata ma strettamente connessa all'appetibilità degli investimenti nell'area dello Stadio: è l'Avvocato Giuseppe Sbriglio, ex Presidente della Fondazione Filadelfia, in qualità di Assessore allo Sport della giunta Chiamparino, ed ora capogruppo dell'IDV a Palazzo di Città. TN l'ha sentito per sentire il suo punto di vista sulla situazione della ricostruzione del Filadelfia, ma non solo.Avvocato, sa dirci, dal suo punto di vista, a che punto siamo con l'iter della ricostruzione del Filadelfia?Possiamo dire a buon punto, i progetti sono stati presentati e direi che a questo punto mancano solo gli ultimi dettagli economici: Comune di Torino e Regione hanno già stanziato i fondi, mentre attendiamo di comprendere quale sarà il contributo del Torino e delle Fondazioni bancarie, che seppure siano impossibilitate per clausola statutaria ad investire sullo sport potrebbero comunque finanziare gli aspetti culturali correlati. Bisogna, però, fare qualche considerazione. Io ho avuto l'onore di essere Presidente della Fondazione, e negli anni in cui l'ho presieduta mi sono battuto innanzitutto per risolvere la questione più importante di tutte, il punto di partenza fondamentale, ossia le ipoteche che gravavano sull'area. Dopo mesi di trattativa con l'Agenzia delle Entrate siamo riusciti a raggiungere una soluzione transattiva, a quel punto pensavo che le cose potessero procedere speditamente. Purtroppo, però, una volta rimesso il mio incarico (avevo specificato che sarebbe stato soltanto pro tempore), con l'insediamento della giunta Fassino, ho notato che le cose sono andate a rilento.A cosa addebita questa situazione?Io avevo proposto al nuovo Sindaco di mettere a capo della Fondazione una figura rappresentativa del Torino, che avesse un trascorso importante nella storia granata e un legame forte con la tifoseria. Uno alla Pulici, o alla Don Aldo Rabino, per intenderci. Fassino non ha dato molto peso alla mia proposta e ha scelto Luigi Chiabrera, che, a parte fare parte del suo comitato elettorale, non aveva particolari meriti né particolari competenze a riguardo, ed anzi ha rallentato tutta la procedura, facendo passare mesi senza attivarsi per risolvere il nodo del riconoscimento della personalità giuridica della Fondazione, sostanzialmente nascondendo la polvere sotto il tappeto.Ed ora che anche quel problema è stato risolto cosa dobbiamo aspettarci?Ormai il treno, pur con qualche ritardo addebitabile al capo-treno, è lanciato e prima o poi arriverà a destinazione, di questo ne sono sicuro. Restano da risolvere dettagli su quella che sarà la gestione effettiva della struttura, e questo è un tema che si ricollega anche al problema dell'Olimpico.Può spiegarci bene in cosa consiste la situazione dell'Olimpico sulla quale ha depositato proprio ieri un'interpellanza?Sull'Olimpico gravano due questioni importanti. La prima è che la struttura, di proprietà del Comune di Torino, è costata 40 milioni di Euro e tuttora Palazzo di Città paga circa un milione di Euro l'anno di mutuo, ricavandone dal Torino FC soltanto 250mila, a fronte di una gestione complessiva della struttura che ha un prezzo di 500mila Euro l'anno. E' chiaro, insomma, che il Comune con lo Stadio Olimpico ci rimette parecchio ogni anno e che sarebbe una scelta migliore affidare l'impianto a dei privati, ma questo, allo stato attuale, non sarebbe possibile. La seconda questione, infatti, riguarda le ipoteche che ancora gravano anche sull'area dell'Olimpico, che impediscono a qualsiasi soggetto privato, in primis al Torino, di valutare la possibilità di rilevarne la proprietà. Lei la comprerebbe una casa gravata da ipoteca? Ovviamente no, ed è il ragionamento che farebbe chiunque. Ecco la ragione per cui non è più tollerabile l'immobilismo di questa giunta sul tema, finché ero in carica come Assessore dello Sport mi sono concentrato soprattutto sull'area del Filadelfia, ed avendo raggiunto già con non poco impegno una transazione per le ipoteche che vi gravavano ho preferito non forzare la mano sull'Agenzia delle Entrate, coinvolgendo anche l'Olimpico. Appena abbiamo risolta la questione del Fila ho dato mandato all'Avvocatura di occuparsi delle ipoteche che gravano sullo Stadio ma il mio mandato è scaduto e nessuno ne ha più fatto nulla, ogni volta che chiedo informazioni mi dicono che è tutto fermo. Ora, invece, è giunto il momento, perché un Olimpico senza ipoteche potrebbe essere un investimento ghiotto anche per il Torino.Lei sa, in tal caso, se la Società sarebbe interessata ad un investimento simile?Glielo dico sinceramente, la soluzione migliore per il Comune e, secondo me, anche per la Società sarebbe indubbiamente una gestione perlomeno trentennale da parte del Torino FC del Filadelfia, nonché l'acquisto dello Stadio Olimpico. Il Comune vorrebbe che a Torino ci fossero due distinti stadi, entrambi di proprietà delle rispettive Società perché, come le ho detto, la gestione è troppo costosa per le casse della città. Noi dobbiamo mettere chiunque sia a capo del Torino, non solo Cairo ma anche chi, magari in futuro, potrebbe rilevarne la proprietà, nelle condizioni di poter almeno valutare come opportuno questo investimento.Sappiamo che lei ha di recente espresso le sue vive perplessità anche su quella che interpreta come una "diversità di trattamento" da parte del Comune sulla gestione dell'area Continassa, destinata alla "Cittadella della Juventus", può dirci qualcosa a riguardo?Certo! Io ho sempre visto positivamente l'investimento effettuato dalla Juventus sull'area del Continassa, una zona effettivamente degradata che è stata oggettivamente riqualificata da parte dei bianconeri, ma quando ero Assessore mi sono interessato anche della zona della nota Arena Rock, quell'area costata al Comune 4 milioni di Euro e mai effettivamente utilizzata, per la quale ho previsto un bando di concorso affinché qualcuno la prendesse e ne facesse qualcosa. Ai tempi, una società se l'è regolarmente aggiudicata, ed ha avviato (anzi, ormai praticamente concluso) i lavori per la costruzione di un kartodromo, una struttura che mi è parsa subito interessante poiché a Torino non c'è niente di simile. Si trattava di una procedura ad evidenza pubblica, alla quale la stessa Juventus avrebbe potuto partecipare ed aggiudicarsi l'area per farci ciò che voleva, ma la Società di Agnelli all'epoca non era intenzionata all'investimento, salvo poi cambiare idea di recente ed iniziare a fare pressioni sull'attuale giunta affinché gli concedesse l'intera area circostante lo Stadio, Arena Rock e Macello compresi.Come si sta comportando il Comune a riguardo?Questa è la nota dolente, la giunta Fassino è addirittura arrivata ad immaginare la possibilità di espropriare l'area sulla quale la Società che si è aggiudicata il bando ha pressoché terminato i lavori per il kartodromo, ma una soluzione di questo genere è ipotizzabile soltanto per casi specifici di "pubblica utilità", ed a mio parere è inaccettabile che si intendano come "pubblica utilità" gli interessi di una Società calcistica privata come la Juventus, soprattutto perché allora, il giorno in cui, magari, il Torino avesse altrettanto denaro da investire, gli si dovrebbe concedere, per parità di trattamento, magari l'espropriazione di un'area pubblica quale Parco Rignon... mi sembra un'assurdità. Il Comune di Torino deve garantire parità di trattamento e su questo non possiamo transigere.Comprenderà, insomma, lo sconforto di molti tifosi granata...Lo comprendo, ed è chiaro che anch'io, da tifoso, a volte vorrei che fosse tutto semplice anche per il Torino. Ma sono sicuro che, pur con tutte queste difficoltà, siamo sulla strada giusta e presto vedremo la fine, soprattutto per il Filadelfia.Intervista di Diego Fornero (Twitter: @diegofornero)