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Esclusiva

Spiazzi (Hellas1903.it): “Verona già orfana di Juric. Lui incarna il cuore Toro”

Andrea Calderoni

Le parole del collega ci dipingono pregi e difetti, meriti e richieste del tecnico croato Ivan Juric

In esclusiva a Toro News parla Andrea Spiazzi, giornalista di Hellas1903.it (sito partner Gazzanet), che ha seguito da vicino il biennio dell’Hellas Verona targato Ivan Juric. Il collega ci presenta pregi e difetti, meriti e richieste del tecnico croato che si è accasato al Torino in vista delle prossime stagioni.

Buongiorno Andrea. L’addio di Ivan Juric all’Hellas lascia tanto rammarico a Verona.

“Sì, tantissimo. Il Verona partiva da anni in Serie C e Serie B. C’erano parecchi punti interrogativi su come si sarebbe sviluppato il ritorno in Serie A. Juric sarebbe venuto anche in B, ma poi ci fu un’insperata promozione ai play-off. È partito da quel momento un qualcosa di incredibile. In due anni si è verificata una crescita esponenziale, non pronosticabile. Una crescita che è andata al di là delle possibilità dell’Hellas. Le plusvalenze sono sotto gli occhi di tutti e nelle casse dell’Hellas sono arrivati denari che non erano mai arrivati precedentemente. Juric ha un calcio brillante e spumeggiante. Ha fatto divertire la piazza come non accadeva da tempo. La ciliegina sulla torta è stato l’arricchimento della società. La sua eredità è, perciò, ricca ma difficile da raccogliere per chi lo sostituirà”.

E caratterialmente com’è?

“Quello che pensa lo dice, ma lo ammette che deve migliorare dal punto di vista comunicativo. È consapevole che a volte esagera e ci sta lavorando. A Verona ha trovato un ambiente che gli ha concesso alcune uscite forti. Non so a Torino se sarà lo stesso. Juric si è sempre infervorato per l'operato della società sotto il profilo tecnico; ad esempio, si è fatto sentire per alcuni acquisti mancati. Questo lato di Juric lo rende difficilmente contenibile, un po’ come Mihajlovic. Questo da un club in parte può essere accettato, in parte no. Juric sente tantissimo la gara, il prima e il dopo. Comunque, la cosa positiva è che riconosce il suo difetto comunicativo e sta provando a migliorare”.

Come vede la piazza di Torino per Juric?

“Secondo me, guardando il lato positivo, è la piazza perfetta, perché non avrà obiettivi impossibili da raggiungere. Dopo due anni difficili, non dovrà andare in Champions a tutti i costi. Inoltre, Juric è passionale: è un comandante del gruppo squadra, è un trascinatore. Ama moltissimo il pubblico e sa trasmettere tanto alla squadra. Spreme come limoni i suoi e plasma la squadra a sua immagine e somiglianza. Dunque, incarna al meglio il cuore granata. Ha un’idea molto precisa di gioco e fin dal primo giorno di allenamento è andato in quella direzione, consolidandola poi nel corso di due stagioni. È chiaro che ha bisogno di un gruppo disponibile. È, in aggiunta, molto abile a lavorare con i giovani. Oggettivamente tantissimi ragazzi nel Verona sono migliorati dal punto di vista tecnico e tattico”.

Di cosa ha bisogno Juric per lasciare il segno?

“Chiede giocatori e vuole una serie di calciatori di un certo tipo. Qui a Verona ha avuto successo perché aveva un ottimo rapporto con il direttore sportivo e con la dirigenza in generale. Ha bisogno di sentirsi tutelato e protetto. Credo che avrà firmato con il Torino perché avrà già chiarito con la dirigenza quello che vuole. Non è uno che cambia tanto per cambiare. A Torino avrà compreso che, a differenza di altre piazze, potrà cominciare un nuovo ciclo”.