Taibi, sette gol subiti in questo avvio di campionato: 4 su rigore, 1 solo su azione. Cosa vuol dire?
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Taibi in volo
Taibi, sette gol subiti in questo avvio di campionato: 4 su rigore, 1 solo su azione. Cosa vuol dire?
“Dimostra quanto siamo bravi non solo in fase propositiva, di impostazione, ma anche in fase...
“Dimostra quanto siamo bravi non solo in fase propositiva, di impostazione, ma anche in fase difensiva”.
Si aspettava cifre di questo genere?
“All’inizio di questa mia nuova esperienza, credo che nessuno potesse pensare a dei risultati del genere, con questi numeri. La società, il direttore sportivo sono stati bravi a mettere su questa squadra in pochissimo tempo. Il mister poi è stato perfetto nell’amalgamare nel migliore dei modi il gruppo”.
Adesso, dopo tanto tour de force, vi allenate. Ci sono dunque ulteriori margini di miglioramento.
“Guardate che le partite così ravvicinate hanno aiutato l’affiatamento. Ci si conosce meglio giocando. Certo è che i ritmi erano da marziani. Ripeto è stata brava la società a individuare De Biasi e il suo staff. A partire da Artico, il preparatore atletico, bravo a personalizzare il lavoro. Passando poi a Igor, non riesco mai a pronunciarne il nome, sì ci siamo intesi Igor il greco, il vice del mister. Bravo a preparare le partite. Poi c’è Vinicio, Biasioli, preparatore dei portieri. Con lui mi trovo bene soprattutto sotto il profilo umano. Riesce a trasmettermi la giusta serenità. E lavoro benissimo anche con Pagotto e Jimmy (Fontana, ndr), che stanno facendo gruppo, contribuendo anche dalla panchina ai successi della squadra”.
Nel giro di un anno, passando dall’Atalanta al Toro, è passato a livello personale quasi dalle stelle alle stalle.
“Il calcio è bello anche per questo. E’ vero, l’ultimo anno a Bergamo non è stato dei migliori. Ho scelto Torino e il Toro per rimettermi in discussione. I risultati fino a oggi mi stanno dando ragione. Poi giocare sotto la Maratona è un’emozione indescrivibile, unica”.
In questi primi mesi pochi tiri a partita, ma tutti velenosi. Taibi si è fatto trovare sempre pronto.
“E’ la cosa più difficile per un portiere. Specie per uno come me che in carriera è stato sempre abituato a essere bersagliato di tiri. Lavoro per farmi trovare pronto sempre. Devo dire che è gratificante mettere qualche pezza e contribuire a portare a casa il risultato”.
Scommetterebbe sul Toro in A?
“Ma noi calciatori non possiamo scommettere... Scherzi a parte, adesso possiamo dire con certezza che saremo tra quelle cinque, sei squadre che lotteranno fino alla fine. L’obiettivo è arrivare però tra le prime due. I play-off sono sempre un terno al lotto”.
Quale è la parata più difficile che ha fatto in questo avvio di campionato?
“Quella che devo ancora fare”.
In molti sono stati impressionati positivamente da Doudou, lo conosceva?
“No. E non l’ho mai neanche incrociato. Mi ha impressionato anche il vecchio Brevi. Gioca come se fosse un ragazzino. E voglio anche nominare Ungari, mai una parola da parte sua quando è stato fuori, da grande uomo e grande professionista”.
Non solo difesa però. Anche il parco attaccanti non scherza.
“Là davanti abbiamo quattro fenomeni: parlo di Stellone, Muzzi, Rosina e Fantini. Un vero lusso per la serie B avere quattro giocatori del genere”.
Dalle dichiarazioni che rilasciate, trapela sempre questa grande unità di spogliatoio. Sarà anche così nei momenti difficili?
“Credo proprio di sì. Ci metto la mano sul fuoco con un gruppo come questo”.
Come verranno accolti i rinforzi previsti per gennaio?
“Da Zoff a Maradona a Vieri, nessuno dovrà inquinare questo spogliatoio. Questo gruppo dovrà continuare a essere unito. Sempre”.
Veniamo alla questione stadi. Le piace il Delle Alpi?
“Non mi ha mai entusiasmato neanche da avversario. Troppo grande. Ci vogliono stadi alla inglese, costruito per il calcio. Niente piste di atletica. Pensate se la Maratona fosse attaccata al campo. Le urla dei tifosi spingerebbero il pallone direttamente in rete”.
Toglierebbe anche le barriere?
“Questa è una questione di cultura. In un Manchester-Liverpool i tifosi del Liverpool erano a un metro da me: mai un insulto, uno sputo. Togliere le barriere significa anche provare a responsabilizzare”.
Dopo le Olimpiadi lo stadio sarà intitolato al 'Grande Torino'. De Biasi ha detto che è un pò piccolo per i tifosi granata...
“Concordo: 27 mila posti sono un po’ pochini, pensando solo a domenica scorsa. L’ideale sarebbero 35-40 mila. La giusta via di mezzo”.
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