di Valentino Della Casa365 giorni di Toro. Un record, per l’era Cairo. Ma questo il suo DS, confermatissimo, Gianluca Petrachi lo dice sottovoce, scaramanticamente forse. O con il grande realismo che da sempre lo contraddistingue e che, probabilmente, è la caratteristica fondamentale per poter operare bene nel mondo del calcio, soprattutto a Torino. In esclusiva a Toro News, Petrachi ci racconta la sua esperienza in granata, più qualche piccola indicazione circa il mercato che vorrà condurre a Gennaio.Buona sera Direttore. Un anno di Toro denso di emozioni. A partire dalla sua presentazione alla stampa, quando un gruppo di tifosi giunse in Sisport facendo esplodere delle bombe carta.E come posso dimenticarlo? È stato tutto così improvviso. Senza mezzi termini, diciamo pure che era un autentico periodaccio. C’era grandissimo sconforto nell’aria ed il clima era da classico “tutti contro tutti”. Forse, però, quell’episodio di contestazione, anche esagerata, mi ha fatto subito capire cos’è Torino: una piazza molto calda, dove bisogna avere davvero le spalle molto larghe, mettere da parte la passionalità e rimanere il più razionali possibile. Sì, penso proprio che la cosa più importante sia questa: se si rimane concentrati sul proprio lavoro, senza farsi condizionare in negativo quando le cose vanno male, allora a Torino puoi fare bene. Adesso infatti abbiamo un rendimento positivo, e la nostra tifoseria ci sta dando una carica eccezionale, da brividi.Dalla contestazione di Gennaio, a quella di Ottobre. In questo caso, però, il modus operandi e i relativi risultati di Petrachi si conoscevano. Quanto è stato diverso questo momento di tensione, rispetto a quello alla sua presentazione?Molto. A Gennaio, infatti, la contestazione era veramente contro tutto e tutti. In questo caso, invece, era più come un campanello d’allarme. Della serie: “Ragazzi, così non potete andare avanti. Dovete darvi una mossa”. Diciamo che è stata utile per i giocatori nuovi, di modo che capissero quello che andava corretto. In quel periodo collezionavamo anche brutte sconfitte, il nervosismo della tifoseria era più che plausibile. Nervosismo che comunque non fece prendere alla società la decisione più comoda e facile: l’esonero di Lerda.Il compito di una società è restare super partes e analizzare con lucidità la situazione. La questione non era solo legata all’esonero dell’allenatore, ma anche all’accantonamento di un progetto cominciato in Estate. Io credo che in quel periodo ci siamo fatti tutti un bell’esame di coscienza: avevamo sbagliato qualcosa tutti quanti, ma siamo stati bravi abbastanza da rimetterci in carreggiata. Abbiamo avuto la forza di aspettare, e ora, fortunatamente, i risultati ci stanno dando ragione. Così ci riallacciamo a quel discorso fatto in precedenza: non abbiamo ascoltato troppo i rumori della piazza, giustamente stizzita, e abbiamo provato a ragionare con la testa. Una cosa che spesso nel calcio paga.I risultati sono positivi, il gruppo è molto unito e la squadra, tra l’altro, gioca bene. Tutto lascia pensare che non ci saranno rivoluzioni a Gennaio. Ci può confermare questa sensazione?Confermo. Ma voglio che sia chiaro a tutti che non si tratta di una decisione presa in corso d’opera. Già dopo qualche partita sapevamo dove intervenire e in che quantità. E a Gennaio porteremo avanti proprio questa idea, migliorando la rosa con acquisti mirati in settori nevralgici nel campo e cedendo i giocatori che hanno fatto fatica ad ambientarsi. Abbiamo le idee chiarissime sul nostro mercato di riparazione.In che settori del campo si vorrà intervenire, dunque?Acquisteremo un centrocampista centrale ed un esterno offensivo che conoscono la B e che potranno darci una grande mano nel nostro percorso di crescita. In difesa valuteremo. Anche in quel settore, comunque, qualche movimento ci sarà.Anche sul piano delle cessioni di un “big” come Ogbonna?Come abbiamo detto a Giugno, Bianchi e Ogbonna non sono sul mercato. Se dovesse arrivare, però, la classica proposta indecente abbiamo il dovere di ascoltarla. Farei il male della società e del giocatore se non prendessi nemmeno in considerazione l’offerta. Dopodiché si deciderà insieme, serenamente, il da farsi. Per ora, comunque, richieste ufficiali non sono arrivate. E nemmeno le proposte indecenti (ride, ndr).Si guarderà anche al mercato estero per Gennaio?Io l’ho sempre detto: se guardo all’estero, prima di tutto poso gli occhi sul campionato argentino. Il Catania fa scuola, in questo senso. Credo, infatti, che i giocatori argentini siano quelli che meglio si adattano al nostro campionato. Tuttavia, non penso di muovere passi in tal senso per questo mercato, probabilmente se ne riparlerà a Giugno.Quando Petrachi sarà ancora al Toro.Certamente!Un’ultima domanda. Prima ha parlato di percorso di crescita. In estate non sono stati fatti proclami, ma questo Toro, secondo lei, dove può arrivare?Più che “arrivare”, userei il verbo “continuare”. Questa squadra, infatti, deve continuare ad avere la mentalità dell’ultimo periodo. Nel calcio, se mantieni un determinato atteggiamento (e, soprattutto, parli poco) puoi raggiungere degli obiettivi anche sorprendenti. Ovvio che il nostro sia quello di arrivare in Serie A. La promozione diretta possiamo conquistarla solo se miglioreremo tutti giorno per giorno. Di certo, non è irraggiungibile. Ma dobbiamo fare ancora moltissimo.Buone feste Direttore. E buon lavoro.Grazie mille, rinnovo gli auguri a voi e a tutti i tifosi del Toro.
interviste
”Torino è passione, ma bisogna usare la testa”
di Valentino Della Casa
365 giorni di Toro. Un record, per l’era Cairo. Ma questo il suo DS, confermatissimo, Gianluca Petrachi lo dice sottovoce, scaramanticamente forse. O con il grande realismo che da sempre...
(Foto: M. Dreosti)
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