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”Torino, sei il mio grande rimpianto”

di Gianluca Sacchetto - Per averlo si rischiò l’intrigo internazionale ma nel breve periodo di permanenza in maglia granata Denilson Gabionetta non è riuscito a meritarsi la conferma, colpa anche dei sei...

Redazione Toro News

di Gianluca Sacchetto - Per averlo si rischiò l’intrigo internazionale ma nel breve periodo di permanenza in maglia granata Denilson Gabionetta non è riuscito a meritarsi la conferma, colpa anche dei sei mesi di inattività precedenti che hanno complicato di molto le cose. Domani avrebbe dovuto sfidare il Torino da avversario ma a causa dell’espulsione rimediata nel derby contro la Reggina non sarà presente all’Olimpico. In esclusiva per Toro News lo abbiamo contattato per parlare del suo passato in granata e del suo presente, che si chiama Crotone.

Ciao Denilson, undici giornate senza sconfitte e vittorie di prestigio contro Padova, Sampdoria e Verona. Vi aspettavate di fare così bene dopo il cambio di guida tecnica?

“Onestamente sì, perché siamo una squadra che prova sempre a giocare a calcio e soprattutto con le più forti il nostro compito è più semplice perché non si chiudono in difesa della propria porta”.

Domani si disputerà la partita con il Torino, una squadra che di certo non pensa troppo a difendersi. Manterrete anche all’Olimpico quel tipo di atteggiamento?

“Sicuramente. Giocheremo a viso aperto senza nessun timore, perché se il Torino attacca bene anche noi siamo cresciuti molto e vogliamo provare a giocarcela alla pari”.

Da avversario come hai visto fino ad ora il Torino in questa stagione? È la più forte della B?

“Insieme al Pescara sono le due squadre che meglio hanno fatto in questa stagione e meritano di essere promosse. Il Torino come organico è da serie A, nessun dubbio, e Bianchi, anche se quest’anno non ha fatto benissimo, è sempre Bianchi”.

L’anno scorso arrivasti al Torino dopo una storia che sembrava infinita, con la famosa querelle tra Hortolandia e Crotone. Come vivesti la situazione?

“Fu una cosa molto brutta perché dopo aver fatto un campionato positivo con la maglia del Crotone dovetti rimanere fermo sei mesi. Ogni giorno mi chiedevo il perché della situazione, senza poterci fare nulla. Poi sono finalmente arrivato a Torino ma era difficile riuscire a trovare spazio in una squadra che possedeva tanti giocatori bravi sulle fasce, tanto più dopo il lungo periodo di stop”.

Si è riformata la coppia con Lerda, come a Crotone, ma senza la stessa fortuna.

“Purtroppo non è andata bene però di Lerda non posso che dire cose belle, mi ha dato una grossa mano e mi ha voluto in maglia granata, che per me era un sogno”.

Un sogno finito presto. A livello personale avresti potuto dare di più?

“Sicuramente, ma come ho detto in precedenza era difficile fare bene dopo sei mesi di inattività. È il mio grande rimpianto quello di non aver sfruttato l’occasione, perché non avevo mai giocato in una piazza importante come Torino ed è bello quando fai bene, come ad esempio nelle partite con Piacenza ed Empoli. Anche se non è andata benissimo mi ha fatto piacere giocare con gente del calibro di Bianchi, Ogbonna, Gasbarroni. È stata una bella esperienza”.