interviste

”Toro, ce la puoi fare!”

di Valentino Della Casa

Lo chiamavano “il Toro di Sora”, per la grande forza fisica, lui, che da centravanti, in circa 20 anni di carriera ha segnato 175 goal tra Promozione e Serie A....

Redazione Toro News

"di Valentino Della CasaLo chiamavano “il Toro di Sora”, per la grande forza fisica, lui, che da centravanti, in circa 20 anni di carriera ha segnato 175 goal tra Promozione e Serie A. Pasquale Luiso già dal soprannome ha il Toro nel destino. In granata ha per la prima volta visto la massima serie, è stato poi un vero e proprio uomo simbolo del Vicenza, nonostante sia sempre rimasto molto legato alla squadra torinese. Ora è allenatore alle primissime armi, ma gli esordi paiono eccellenti: sedutosi dalla seconda di ritorno del campionato di Eccellenza sulla panchina del Sora, è riuscito a compiere un’impresa titanica, strappando dal penultimo posto la squadra e facendole addirittura evitare i Play Out (ben 30 punti in 15 partite). Pasquale, se il buon giorno si vede dal mattino..Buon giorno a tutti. Beh, quella col Sora è stata in effetti un’impresa. Con il 4-2-4 ho cercato di dare un’impronta alla mia squadra, non tanto dal punto di vista tecnico, dato che sono proprio all’inizio e quindi difetto di esperienza, quanto piuttosto dal punto di vista caratteriale. La grinta serve in ogni categoria, e questo il tifoso del Toro lo sa bene.Torino che resta nel tuo cuore.Certo! Quando mi chiedono: “Con che squadra hai esordito in Serie A?”, io rispondo con un pizzico di orgoglio di averlo fatto con la maglia granata, la gloriosissima maglia granata. Il mio esordio in campionato fu contro il Padova. In generale, la mia prima volta in granata fu in Coppa Italia: giocai contro il Monza, e segnai anche il goal decisivo della vittoria.Tu sei un po’ l’emblema del Torino di quegli anni (metà anni Novanta, ndr). I giocatori più promettenti venivano con poca lungimiranza venduti.Beh ma quel Toro era molto forte. Io andai via anche perché ero chiuso da giocatori del calibro di Rizzitelli e Silenzi. Piuttosto il Torino di questi ultimi dieci anni mi pare davvero troppo altalenante. Continui cambi di allenatori, continua alternanza di serie A e B. Così davvero non si può andare avanti, l’ambiente granata merita davvero molto ma molto di più. Non esagero quando dico che la maglia granata è conosciuta in tutto il mondo, una situazione così pare davvero assurda.L’obiettivo del Toro, adesso, è quantomeno il quarto posto.Io credo che alla fine l’anno prossimo i granata giocheranno in Serie A. Proprio a livello di squadra mi paiono molto superiori rispetto alle altre, escluse Brescia e Lecce che hanno trovato la giusta continuità. Tra l’altro conosco Petrachi, che ha giocato con me proprio quando eravamo in granata. Persona preparatissima che ha mostrato a tutti di che pasta sia fatto. Mi pare che i risultati si vedano.E domani ci sarà Vicenza-Torino, per chi tiferà Pasquale Luiso?Sono due squadre che ho davvero molto a cuore. Credo che vincerà il Torino, anche perché non deve perdere il treno che porta verso la promozione. Il Vicenza dovrà dare tutto nella partita successiva, in casa, contro un Lecce ormai tranquillamente promosso. A Torino sicuramente non troverà terreno facile, soprattutto quando di fronte ci si ritrova un Sereni (sabato scorso è stato mostruoso) e un Bianchi, che per caratteristiche un po' mi somiglia. Tra l’altro i biancorossi hanno disputato un campionato davvero altalenante. Troppo altalenante. Anche a loro un po’ di tranquillità in più non guasterebbe.Tornando al tuo futuro, ti vedi un allenatore da grande palcoscenico?Vedremo, io, per adesso, provo a conseguire il patentino per allenare in Lega Pro. Comunque non cambierei mai la vita del calciatore con quella dell’allenatore: l’emozione del goal, l’adrenalina..tutte sensazioni impagabili. A che allenatore mi ispiro? Il mister a cui devo di più è Guidolin, con lui ho veramente imparato tantissimo. Posso solo fare un saluto, prima di chiudere?Prego.Un saluto a tutta la Maratona. Sono davvero impareggiabili e sanno come motivare a mille un calciatore.Chiusura migliore, forse, non poteva proprio esserci.