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”Toro, che emozione: io so tutto di te”

Colantuono è emozionato. “Sinceramente -ci dice- credo di non essere mai stato così emozionato all’atto della firma di un contratto”. Lo si percepisce, autentico, nella voce. Ma...

Redazione Toro News

"Colantuono è emozionato. “Sinceramente -ci dice- credo di non essere mai stato così emozionato all’atto della firma di un contratto”. Lo si percepisce, autentico, nella voce. Ma perché? “Perché il Torino…è il Torino”, sanremeggia; “e perché il Torino l’ho sempre sentito simile a me. In cosa? Nella sofferenza. I granata ne hanno vissuta tanta, da Superga, a Meroni, a Ferrini, a una sfortuna che comunque quasi sempre è compagna. E io, nella vita, ne ho avuta la mia parte”.

"Il tecnico romano, bisogna dargliene atto, non ha mai palesato la benche minima remora a scendere in B: “Col Torino? Ma nemmeno in C, ne avrei avute!”, rilancia. “Io lo dissi a Foschi in tempi non sospetti, quando lavoravamo insieme altrove: ‘mi piacerebbe proprio allenare il Toro, un giorno’, gli dissi, potete chiedergliene conferma…”. Cosa lo affascina, del mondo granata? Praticamente ogni elemento possibile: “Scendere in quello stadio, sempre pieno di gente. Il Torino è la sua storia, voglio dire, il Grande Torino! Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar…vuole che reciti tutta la formazione?”, scherza. “Io so tutto, del Toro”. Da sempre.

"Ma veniamo a questo Toro. “Saremo attesi in ogni campo come la squadra da battere; quando scenderemo in qualche campo di provincia, ci aspetteranno tutti. Io l’ho vinta due volte, la B, anche se una non è stata riconosciuta, come sappiamo; la conosco, la categoria”. E sa che ci sarà da soffrire, ancora. E per farlo nel modo giusto, Colantuono ha le idee chiare: molto. “Dobbiamo pensare che siamo una provinciale. Dobbiamo agire come tale. Perché, sul campo di provincia, non importa se hai un nome importante, non basta”.