di Valentino Della Casa - Davide Bassi è un ragazzo tranquillo, pacato, che non si nasconde dietro ad un dito. “L'anno scorso è andato tutto storto” dice con grande franchezza, ricordando il suo anno a Torino, uno dei peggiori della storia granata. Sabato si giocherà Toro-Empoli, una gara che seguirà molto da vicino. È lui il doppio ex che Toro News ha ascoltato in esclusiva, per avere una lucida analisi sulle due squadre, senza mettere, però, da parte le emozioni personali.Davide Bassi, in carriera per te ci sono pochissime squadre, nonostante la tua esperienza: Massese, Empoli, Torino e l'attuale Sassuolo. Immaginiamo che non vedrai con occhio distaccato questo Toro-Empoli.Esattamente, sarà una partita diversa da tutte le altre. Vorrei precisare che non ho giocato in tante squadre perchè ho avuto la fortuna di trovarmi bene in quelle in cui sono stato. Anche a Torino?Anche a Torino, nonostante sia stata obiettivamente la mia esperienza più faticosa. È andata così, purtroppo, ma senza alcun rancore. Ero arrivato con delle aspettative diverse, purtroppo non sono state attese.Alludi all'arrivo di Rubinho?Anche, ma non solo. Però se il Torino non credeva in me, avrebbe potuto direttamente non prendermi. È stata un po' strana la gestione di noi portieri, l'anno scorso. Ma in generale, è stata particolare la gestione di tutto il gruppo. Noi eravamo affiatati, ma troppo spesso venivamo mandati in pasto a polemiche che, ovviamente, non possono che minare la tranquillità di un gruppo che doveva vincere il campionato. Tranquillità che invece vedo adesso con mister Ventura, mi sembra un Toro trasformato.Forse Lerda era inadeguato per la piazza?Il mister lo conoscevo poco, non l'avevo seguito molto a Crotone, dove fece un gran bene. Non credo che la causa del fallimento sia sua, o totalmente sua. Anche lui si è trovato in serie difficoltà, e non diventa mai facile uscirne, soprattutto in un ambiente caldo come Torino.Non sei il primo a definire molto pressante la piazza torinese.Ma in questo caso non mi riferivo alla piazza. I tifosi sono stati fantastici, Torino è un lusso vero, ed è stato per me un onore aver fatto parte, anche solo per un anno, di questa squadra. Alcune decisioni, secondo me, andavano prese in maniera diversa, ma è tardi per piangere sul latte versato.Quindi ambientalmente ti sei trovato bene?Assolutamente sì, ho conosciuto un sacco di persone fantastiche. Da Scaglia a Belingheri, da Pratali (con cui già avevo un bel rapporto da Empoli) al mio grande amico Rolando Bianchi. Se è contento di essere rimasto? Rolly è un ragazzo ambizioso, sicuramente gli piacerebbe giocare in A. Ma io penso che adori questa piazza, anche per l'affetto che gli viene corrisposto. Sì, è contento di essere rimasto, sono sicuro che darà una grossa mano, anche quest'anno.Parliamo di Empoli.Di Empoli associo questa parola: gratitudine. Sarà eternamente grato a questa squadra per avermi fatto giocare in A, per avermi fatto giocare addirittura in UEFA. Gran parte del merito è di Gigi Cagni. Però mi piacerebbe anche ringraziare il mio vero mentore: Paolo Indiani della Massese. Mi disse: “Un giorno andrai in A”, io gli risposi: “Mister, lei è pazzo”. Aveva ragione, invece.Ti aspettavi che i toscani facessero così fatica in questo inizio di campionato?No, sinceramente no. Però ci sta, pagando l'inesperienza dei molti giovani che ha in rosa. Da diversi anni stanno seguendo una politica di questo tipo, e quindi un po' di scotto lo devono pagare. Hanno cercato di mettere una pezza, in questo ultimo periodo, acquistando giocatori esperti come Ficagna e Gorzegno, credo che riusciranno a risalire la china.Già contro il Toro?Ne dubito fortemente, il Toro in casa parte favorito. Soprattutto con questo stato di forma. Ma non chiedetemi un pronostico, non riesco proprio a tifare per nessuna delle due in particolare. Il mio cuore dice X, ma sarebbe un pareggio che servirebbe poco ad entrambe. Che vinca il migliore.
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”Toro, troppe stranezze, ma grande esperienza”
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(Foto: M. Dreosti)
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