A diciassette anni e qualche mese il debutto in serie A in un Torino-Pisa terminato zero a zero, subentrando a Zago. Comincia lì la lunga carriera nel calcio professionistico di Benito Carbone, noto a tutti come Benny. Ora quel trequartista dalla tecnica invidiabile, che dal ’96 a 2002 è stato uno dei primi italiani a tentare l’avventura oltremanica, il Toro lo ritrova da avversario. Nella giornata di ieri Carbone è, infatti, diventato il nuovo tecnico del Varese del dopo-Sannino, dopo aver condotto il Pavia alla salvezza nell’ultimo anno. In esclusiva per Toro News lo abbiamo contattato per parlare della sua nuova avventura
interviste
”Voglio aprire un ciclo a Varese”
A diciassette anni e qualche mese il debutto in serie A in un Torino-Pisa terminato zero a zero, subentrando a Zago. Comincia lì la lunga carriera nel calcio professionistico di Benito Carbone, noto a tutti come Benny. Ora quel...
Buongiorno Carbone, in brevissimo tempo è passato dalla Berretti del Pavia alla prima squadra del Varese, a dimostrazione di un Carbone che anche da allenatore ci sa fare come quando aveva il pallone tra i piedi.“(sorride, ndr). È una cosa bellissima, sono riuscito a fare questo salto di categoria e ora spetta a me dimostrare di poter valere la serie B e meritarmi la panchina del Varese, soprattutto dopo una stagione di così grande livello da parte della squadra”.
Un Varese che nell’ultima stagione ha espresso uno tra i più divertenti e redditizi giochi della serie B. Quanto sarà difficile raccogliere l’eredità di Sannino?“A livello di risultati in special modo sarà molto complicato, perché il quarto finale rappresenta un traguardo davvero importante. Sarei presuntuoso se dicessi di poter fare meglio del mio predecessore, Sannino lo conosco bene, è un amico e un grandissimo allenatore. Quello che ha fatto sarà irripetibile. Io, comunque, penso che debba andare a Varese con l’obiettivo di aprire un grande ciclo, pur sapendo che anche vincendo il campionato non cancellerei mai le splendide stagioni vissute dal Varese con Beppe (Sannino, ndr).
Che Varese ci dovremo aspettare in vista della prossima stagione. L’obiettivo sarà quello di ripetere la stagione appena terminato, con il raggiungimento del traguardo playoff?“E’ sicuramente presto per dirlo. Fino ad ora infatti non abbiamo parlato di specifici obiettivi con la società, ma abbiamo discusso su quali saranno i giocatori che rimarranno in maglia biancorossa. Superato questo primo step, andremo chiaramente a ritoccare l’organico e solo il campo ci dirà se avremo lavorato bene”.
Come giocherà il Varese di Carbone nella prossima stagione?“Dipenderà sicuramente dalle caratteristiche dei giocatori che avrò a disposizione. Non decido mai il modulo a priori, quello che conta è mettere i giocatori nelle condizioni in cui possano esprimersi al meglio. Comunque, in linea di massimo si giocherà con un 4-3-3 o con un 4-2-3-1”.
Sempre più spesso un allenatore quando cambia panchina si porta dietro alcuni suoi “fedelissimi”. Succederà così anche in questo caso?“Probabilmente sì, qualcuno verrà con me a Varese. Per il momento, comunque, non mi sento di fare nomi”.
Più di 20 anni di attività da parte sua, dagli inizi con il Torino all’ultima esperienza a Pavia, terminata nel 2010. Quanto è cambiato il calcio in questo lasso di tempo?“Tanto, veramente tanto. Nel calcio di oggi c’è molta più intensità, c’è più corsa, l’importanza delle doti tecniche è stata superata dalla fisicità. Bisogna essere bravi ad adeguarsi al calcio moderno”.
Parlando di Toro, Ventura è l’uomo giusto per cancellare le cocenti delusioni degli ultimi anni?“Ventura è un allenatore vero, un tecnico che ha fatto bene ovunque praticando un calcio molto divertente e bello da vedere. Credo che il Torino abbia fatto una grande scelta puntando su di lui”.
Infine, per quanto riguarda Bianchi crede che la cessione sia ormai inevitabile?“Non essendo dentro è difficile da dire, ci sono tanti aspetto da valutare. Non ultimo il modulo dell’allenatore”.
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