mondo granata

Direttore di banca col cuore…Toro

Sicuramente una banca, non è un posto romantico, dove si ritrovano gli amici e ci si diverte. A volte, però, con un po’ di fantasia e un minimo di voglia di volare in più, si possono trasformare anche...

Ermanno Eandi

"Sicuramente una banca, non è un posto romantico, dove si ritrovano gli amici e ci si diverte. A volte, però, con un po’ di fantasia e un minimo di voglia di volare in più, si possono trasformare anche le zone più aride e asettiche, in oasi. Claudio Serra, direttore di filiale, aveva un sogno, da anni lo covava, voleva realizzare una filiale granata, dove tra un estratto conto e un versamento, i clienti venissero magicamente attratti dalla fede granata. Adesso Claudio ci è riuscito, innanzitutto ha dipinto di granata la facciata della Banca e all’ora di chiusura, la sua banca si apre nuovamente, per presentare un libro sul Toro ai clienti.Proviamo a conoscerlo meglio.

"Cosa vuol dire essere granata?‘Ho vissuto, grazie a mio padre, l’aria del Grande Torino, quindi non potevo fare altra scelta. Crescendo ho capito che, caratterialmente, non potevo stare con i vincenti”

"Però è un direttore, non le sembra un controsenso?‘No, noi granata siamo gente passionale, gente che lotta, che non si tira indietro, che non vive in mezzo alla corrente facendosi trascinare. Quindi anche nella mia professione, ho impiegato queste caratteristiche.”

"Quando è diventato direttore, per prima cosa ha dipinto la facciata della filiale in granata, cosa ha provato quando ha visto il lavoro ultimato?‘Ci sono riuscito. Ovviamente i miei superiori non erano favorevoli. Ho spiegato a loro che siamo nel Borgo di Santa Rita, vicino al Filadelfia la casa del Toro e quindi un po’ di granata ci stava bene. Poi come uomo di passione volevo lasciare una impronta in questa filiale. Lo hanno scoperto dopo e davanti al fatto compiuto, visto che il costo era identico, non hanno protestato molto’.

"Se il Toro fosse una operazione bancaria, quale sarebbe?‘Sicuramente sarebbe l’azionariato popolare. Mi piacerebbe che tutti i tifosi del Toro partecipassero anche alla gestione della Società’

"Dove va il direttore allo stadio?“Non vado nei posti asettici della tribuna, io vado in Curva Maratona. Adesso per questioni di posti vado in Primavera, ma fino all’anno scorso ero là. Andavo nel secondo anello a sinistra. La Maratona per me è tutto, un valore inestimabile che ci portiamo dentro, la Maratona è nostra. È come il Fila, anche se ormai sono solo quattro ruderi, però per noi è il Filadelfia, la Maratona è la stessa cosa. Noi viviamo di queste simbologie, di questi valori. Noi possiamo essere uomini grigi sempre. La mia difficoltà è quella di conciliare il lavoro che è fatto di numeri, con la passione di un uomo che ama, lotta e vive di passione’

"Un saluto hai tifosi granata?‘Certo, in primis, non mollare mai e poi, soprattutto, portare ovunque la fiamma, la follia e la passione che contraddistingue noi granata da tutti gli alti tifosi”