mondo granata

Eravamo tutti là

Eravamo tutti là!

In giorni in cui si spegnevano le stelle, abbarbicati a fideiussioni.

Bruciavano i giorni, rabbia e attesa si scambiavano i copioni, in una tragedia allucinante.

Eravamo...

Ermanno Eandi

Eravamo tutti là!

In giorni in cui si spegnevano le stelle, abbarbicati a fideiussioni.

Bruciavano i giorni, rabbia e attesa si scambiavano i copioni, in una tragedia allucinante.

Eravamo tutti là!

Con le fiaccole in mano, in marcia verso un ricordo in attesa di un presente. Ardevano i nostri cuori in fiamme granata. Cercavamo un apriscatole, un cacciavite per scardinare l’impossibile. Salivamo a Superga, il Golgota granata, con il cilicio, incappucciati, confraternita di flagellanti per espiare colpe mai commesse.

Eravamo tutti là!

In un campo, ad Acqui. Testimoni muti dell’eutanasia granata, cani sciolti. Lacero esercito sbandato, senza bandiera. Nei nostri occhi il Toro senza Toro. Il nulla, la fine, la resa incondizionata. I tifosi superstiti rastrellati e fucilati per rappresaglia. Eravamo dei morti, immortali. Martiri.

Eravamo tutti là!

A Giaveno, con una cosa strana che sembrava Toro, appena nata, goffa. La scrutavamo attenti, nella diaspora. Le nostre barche erano immobili, le vele spiegate in attesa del vento, per ritornare quelli che siamo. La stirpe dei mai morti attendeva il miracolo.

Eravamo tutti là!

Con il Toro nelle vene, le nostre bocche mitraglie, a sparare parole.

Urlavamo, bruciavamo, la rabbia dell’amore ci accomunava.

Assediavamo il civico palazzo, la Bastiglia granata, fumogeni in una notturna abdicazione.

No Cairo no Toro!

Eravamo tutti là, anche chi non c’era!

Tra taglienti cocci di vetri, in hotel in frantumi, a latrare, combattere, liberare il Toro dai suoi rapitori. Il riscatto era un tributo di sangue. Si schierarono, ci attendevano: alamari, lampeggianti, scudi e manganelli. Cadevano gli eroi, che avanzano lenti, con le bandiere in testa, nell’analgesia dell’attacco suicida, ebbri di Toro, contro le mitragliatrici dell’occulto potere di vince sempre. Ci portarono via, con i ferri ai polsi, prigionieri della fede.

Eravamo tutti là!

Il giorno più bello, quando le campane suonavano a festa, per le strade ci abbracciavamo, come gli scampati dopo i bombardamenti. Eravamo tutti amici, parlavamo la stessa lingua, gli stessi sogni.

Il presente era il futuro!Adesso siamo qui!

Dopo un anno o un secolo, non lo so.

Sono allo stadio, bambini granata-vestiti, inventano un carosello felice, li guardo. Mi tuffo nei ricordi, riaffioro nel presente, la metamorfosi: farfalla, mi libro nel cielo granata.

Il Toro siamo noi!