Viene attuato in questi minuti il preannunciato sciopero del tifo di parte della Curva Primavera. Un centinaio di tifosi rimarrà fuori dai tornelli e non assisterà a Torino-Roma: la protesta è messa in atto contro le multe per i posti non rispettati ricevute da parte della Questura.
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Il sit-in della Curva Primavera: protesta contro le multe per i posti non rispettati
Al Grande Torino / Un centinaio di tifosi restano all'esterno dello stadio
Sono stati appesi all'esterno dello stadio un paio di striscioni: "Il nostro posto è qua, lo sappiano Digos, infami e società" e "Tuit Fora", che in piemontese significa "Tutti fuori".
Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato rilasciato dall'Unione dei Club Granata in merito alla problematica riguardante la Curva Primavera.
"A seguito del comunicato dei Ragazzi della Curva Primavera relativo alla manifestazione in programma per domenica 22 ottobre, l’Unione Club Granata ritiene di doversi esprimere.
Nei giorni passati abbiamo interpellato tutte le parti in causa: il Torino FC, la DIGOS e alcuni tifosi non legati a gruppi organizzati, ma frequentanti la Curva Primavera.
I tifosi rivendicano, come tutti hanno avuto modo di leggere, il diritto all'equità di trattamento dal punto di vista legislativo.
La DIGOS garantisce che il problema è legato esclusivamente ad una questione di gestione della sicurezza all'interno dello stadio, e ricorda a tutti i tifosi presenti di seguire con attenzione le indicazioni comunicate dagli steward all'interno del Grande Torino, compresa quella di non occupare posti nelle cosiddette "zone cuscinetto" lasciate intenzionalmente libere.
Relativamente alla civile manifestazione in programma per domenica, desideriamo tranquillizzare i nostri iscritti che non ci saranno picchetti che impediranno l’ingresso in maniera forzosa.
Ciascun tifoso sarà libero di aderire alla protesta o entrare allo stadio, di esporre il proprio striscione o ritirarlo, senza temere alcunché sia in un caso che nell'altro.
In una società civile improntata alla libertà di espressione, riteniamo che i cittadini abbiano il diritto di manifestare pubblicamente e pacificamente il proprio disagio.
Infine, auspichiamo fortemente che a ciò possa seguire l’apertura di un tavolo di confronto e dialogo tra tutte le parti in causa".
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