I TESTIMONI DI GENOAAppello ai Tifosi Granata. Sarebbe stato bello, quel 24 maggio 09, festeggiare con il massimo trasporto i 96 (dico 96!) anni della mia nonna Clara. Sarebbe stato giusto, al momento del soffio sulle candeline, trattenere il fiato per vedere se, davvero, ce l’avrebbe fatta con un unico respiro a spegnere quella fiammetta rosa-azzura che danzava tremula sul suo stoppino. Sarebbe stato anche bello scartare in pace i pacchettini colorati intorno alla torta, e vedere lo stupore per questo o quel regalino. Infine, sarebbe stato bello stringersi tutti vicino alla mia amata-amatissima nonna per le foto di famiglia. Ripensandoci, “sarebbe stato” un bel niente! Perché “è stato” proprio così: la festa, le candeline, i pacchettini e le fotografie. E tanto amore per la mia nonna Clara. Il fatto è che quel giorno, laggiù nelle viscere, in quel posto che noi Granata conosciamo bene, tra lo stomaco ed il cuore ma non lontano dal fegato, c’era un puntino dolente, un pizzicotto quasi ritmico che riportava la mia mente al di qua della festa: Toro-Genoa. Devo dire che avevo iniziato, dal lunedì precedente, la mia personalissima cura anti-spasmo-gastrico, la cui terapia prevedeva: pensieri positivi il mattino (“tanto” siamo gemellati…), pensieri positivi il pomeriggio (“tanto” loro sono fuori dalla champions…), e pensieri positivi la sera (“tanto”giochiamo in casa…). Per questo motivo mi appariva meno necessario seguire la partita in diretta TV o allo stadio, perché “tanto” l’avremmo vinta. E ci mancherebbe che con tutti quei “tanto” finissimo per non vincerla! Oltre la festa della mia nonnina, e praticamente tutta parallela a quella, mi apprestavo invece a vivere un autentico dramma sportivo. Attaccato all’auricolare mono del mio apparecchietto radio mi ero messo ad ascoltare: il vantaggio degli altri ed il rapido pareggio mi avevano fatto pensare ad una buona interpretazione della “sofferta vittoria Granata”. Il successivo vantaggio ospite e l’immediatissimo nuovo pareggio mi avevano fatto addirittura sussurrare “Ce la mollano, ‘sta partita…”. Dai brandelli finali di telecronaca rubacchiati dentro la festa di compleanno, in stile puramente fantozziano, avevo intuito invece una partita combattutissima, con goal mancati di un soffio da una parte e dall’altra. Fino all’epilogo. La “festa” ce l’aveva fatta il Genoa, ed a “spegnersi” erano state tutte le nostre speranze di A, per una “torta” che -una volta tanto- dovevamo riuscire NOI a mangiare, e che invece ci era andata tutta di traverso. La foto finale di quella stagione è stata scattata lì, sul campo dell’Olimpico, quando il Principe (non il Piccolo, ma quello già nerazzurro) ficcava la palla orrendamente sotto il sette. Lo stesso campo che domenica prossima, alla prima partita della nuova stagione di B, sarà occupato da 25.000 Testimoni di Geova, che costringeranno il Toro a ripartire in casa da “fuori casa”. Venticinquemila… E noi, testimoni Granata di quell’orribile Toro-Genoa, quanti saremo domani, insieme ai nostri ragazzi? E soprattutto come, in quale modo, saremo con loro? Venti di contestazione soffiano sul Presidente alla vigilia di questa nuova stagione, ma quanto e come questi venti torridi potranno schiacciare a terra, prendendoli in un unico pericoloso vortice, anche i nostri ragazzi? Io ricordo bene l’agosto 2005, la breve parentesi pre-Cairo, ed una squadra-brancaleone che pareva fatta con gli scarti degli scarti degli scarti di squadre minori. Una compagine infinitamente inferiore a questa, dal punto di vista tecnico, che però si forgiò al fuoco del tifo Granata, tanto da ottenere una promozione che pareva inizialmente un miraggio. Quei giocatori, prima dell’avvento di Cairo, non conoscevano il loro futuro, non avevano praticamente una divisa sociale, e si allenavano quasi per conto proprio, ma riuscirono a diventare l’ossatura portante della squadra che avrebbe poi fatto l’impresa. Senza il senso di appartenenza che diedero loro i tifosi, senza l’energia esplosiva da cui furono modellati, e senza il soffio Granata che li animò, dove sarebbero finiti quei nuovi ragazzi Granata? Siamo capaci, noi tifosi, di grandi sentimenti, ed è solo coi grandi sentimenti che si fanno le grandi imprese. Abbracciamoli, teniamoli per mano, portiamoli in braccioi nostri ragazzi e insegniamo loro cosa vuol dire essere Granata. Domani loro prenderanno per mano noi, e loro ci porteranno nell’unico posto dove il Toro merita di stare. In serie A.Avv. Andrea Ferrua
mondo granata
Le vostre lettere
I TESTIMONI DI GENOA
Appello ai Tifosi Granata.
Sarebbe stato bello, quel 24 maggio 09, festeggiare con il massimo trasporto i 96 (dico 96!) anni della mia nonna Clara. Sarebbe stato giusto, al momento del soffio...
VIVA IL RE... A MORTE IL RE!!!Tifo TORO da quando avevo 4 anni. Ormai sono passati diversi decenni.Rabbrividisco nel vedere come è diventata superficiale e infantile parte della nostra tifoseria. Una tifoseria che ho sempre considerato superiore alle altre. Forse perchè temprata da tanti dolori. Abbiamo fatto tre anni di campagne acquisti a detta di tutti, tifosi e addetti ai lavori, di livello medio alto. Per uno come me che ha dovuto subire le varie presidenze post Borsano sono state un sogno. La squadra non ha risposto per ciò che si è investito. Questo credo sia palese. Allora che si fa ? Si contesta il residente (che merita la "P" maiuscola). Senza valutare. Senza considerare. Si menano colpi alla cieca. A destra e sinistra distruggendo tutto. Buono o cattivo che sia. Tutti sono colpevoli. Tutti tranne noi. Bella presunzione. Il modo migliore per non sbagliare mai è evitare di fare. Lasciare che gli altri si adoperino. Se poi le cose vanno bene, tutti sul carro del vincitore, se vanno male allora mandiamo a morte il re. E' facile stare alla finestra e criticare col senno di poi. Sono capaci tutti, ma io sono tifoso del TORO e non sono come gli altri. Io valuto i fatti, evito di farmi trascinare dalle emozioni di una retrocessione, e sono sono convinto che tutto ciò che Cairo ha fatto lo ha fatto per il bene della nostra squadra e quindi anche del suo. Grido quindi VIVA IL RE e grazie Presidente. Un abbraccio a tutti i Fratelli.Alessandro
CHIARIMENTI LETTERA PRESIDENTE CAIROGentile Redazione, io torno un attimo indietro nei giorni per chiedere delucidazioni sulla lettera inviata a Cairo, che tanto successo ha riscosso tra i tifosi. Vorrei farlo punto per punto in nome di chi, come me, ha trovato momenti oscuri in questa lettera, magari proprio per proprie mancanze, per esempio non avendo la più pallida idea di come sono organizzate al momento alcune cose in casa Toro e come invece dovrebbero essere fatte. Credo che informare i propri compagni di fede anche degli aspetti più “tecnici” argomentando i vari punti, possa aiutare a capire quali sono questi reali limiti della dirigenza e far partire una contestazione più ampia o viceversa farla finire, il tutto stimolando anche i cervelli di chi ha firmato solo per seguire il gregge o di chi ha continuato a sostenere solamente perchè Cairo ha la faccia simpatica e il resto non conta. Tengo a precisare che io non sono nè pro, nè contro Cairo, ma mi ritengo sufficientemente aperto a qualsiasi argomentazione purchè valida.Vi domando punto per punto:1. Biglietti omaggio. Nella mia ignoranza, mi chiedo come funzioni questa “ladrata”. Ma i biglietti omaggio come vengono distribuiti? A chi? La legge non prevede che siano nominativi e quindi come si fanno a vendere?2. Cairo accentratore. Questo è vero, o almeno così era fino ad un anno fa. Perchè contestare questo proprio ora che sembra davvero che sia esclusivamente Foschi ad occuparsi del mercato? Cosa non è cambiato?3. Urbano Cairo crede che una società ben strutturata sia inutile. Cosa vuol dire? Su che base? Di cosa avrebbe bisogno il Toro? Che cosa manca nell’organizzazione?4. Stadio Filadelfia, il settore giovanile e un centro sportivo ben attrezzato e possibilmente di proprietà. Ok per il settore giovanile di cui purtroppo so poco, sia per come è organizzato al momento sia per come dovrebbe essere organizzato un settore giovanile; ok per il centro sportivo ben attrezzato e di proprietà, ma mi chiedo come mai la Juve quando si allenava all’olimpico anni fa vinceva la coppa campioni? Perchè il centro Sisport non sarebbe ben attrezzato? Il Filadelfia sarebbe stupendo riaverlo, ma pur essendo un vero e proprio tempio da ricostruire, non ci sono problemi più importanti al momento?5. Urbano Cairo preferisce comprare i nomi dei giocatori piuttosto che gli uomini giocatori. Questo è vero, almeno fino all’anno scorso. Il problema è che quando comprava Barone eravamo tutti contenti, poi Barone fa schifo e allora tutti a dire “vogliamo giocatori veri” poi compra Belinghieri e tutti a chiedere i nomi. Quale sarebbe la soluzione?6. Urbano Cairo non vuole nessuno che gli faccia ombra, sia esso giocatore, dirigente o tifoso. La scuola è Berlusconiana ma siamo davvero a quei livelli? Avete qualche esempio?7. Urbano Cairo persegue la divisione tra i tifosi del Toro, traendone forza e ha iniziato l’opera di eliminazione dei Toro Club. Perchè mai dovrebbe progettare questa eliminazione dei Toro Club se sono proprio i luoghi dove nasce, cresce e resiste la fede nel Toro di tutti quei tifosi che la domenica vanno allo stadio o che comprano decoder e abbonamenti per vedere le partite? A livello pratico, che problemi si riscontrano all’interno dei Toro Club?8. Urbano Cairo non ha mai ascoltato le legittime richieste dei Tori Seduti. Su questo non so nulla di nulla e bisognerebbe vedere le richieste e le motivazioni di vari ed eventuali “no”.9. non ha ancora cambiato numero di cellulare. A livello concreto quali influenze negative può avere tutto questo?10. Urbano Cairo fa pagare ai tifosi del Toro gli abbonamenti più cari di tutta la serie B. Vero, è un dato di fatto.11. Urbano Cairo non adotta politiche per incentivare la presenza negli stadi di famiglie e bambini. Idem come sopra.12. Insomma, qual’e’ il vero progetto di Urbano Cairo? Io credo che a questo debba rispondere Cairo, ma forse i progetti partono da piccole cose e bisognerà aspettare per capirlo, forse neanche lui può rispondere al momento. Sugli errori dei tifosi del Toro, direi che è un pò riduttivo dire che l’unico errore è stato il troppo amore, ma anche il troppo facile entusiasmo, le illusioni e il continuo piangersi addosso immaginando un futuro sulla falsa riga di un passato che non c’è più. Ringrazio la redazione se vorrà pubblicare questa richiesta di chiarimenti e prego i diretti interessati di rispondere quanto più esaustivamente gli sia possibile. Certi errori sono sotto gli occhi di tutti, sia che si pensi che siano frutto di buona o cattiva fede, ma sono ben visibili. Questa lettera è stata scritta dopo una cocente retrocessione, dopo quantomeno apparenti cambi di strategia da parte di Cairo, vorremmo sapere bene il motivo percui bisognerebbe contestare sulla base dei punti da voi elencati. Grazie. Saluti a tutti i fratelli granata.Marco
© RIPRODUZIONE RISERVATA