Leonardo Rivoira è praticamente nato granata o almeno lo è da quando può aver memoria, visto che a 5 anni iniziò a giocare nel Toro. “Ho iniziato a vestire la maglia del Torino nel 2003, cioè da quando mi notarono a un torneo a Sanfront. Da lì feci una serie di provini e poi mi tesserarono”, racconta in esclusiva per Toro News. Poi da quel momento giocò in ogni categoria fino alla Primavera, con cui perse la finale dei Playoff contro la Sampdoria due anni fa, stagione durante la quale giocò 27 volte e segnò anche una rete. A quel punto la decisione di rimanere fuoriquota anche l’anno successivo “perché con mister Coppitelli avevo un buon rapporto e perché su di me c’era un buon progetto, anzi mi sembrava di essere al centro del progetto”.
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Leonardo Rivoira, dall’addio al Toro all’Europa League: “Ero senza squadra ma non ho mollato”
Esclusiva / Dai Primi calci granata alla Primavera, poi l'approdo al Lugano, ma in mezzo le opportunità di approdare all'Az Alkmar e al Cardiff
Proprio quando si apprestava a giocare una stagione da protagonista, accadde ciò che non si sarebbe mai aspettato: tanta panchina e poca considerazione “Hanno influito due fattori: l’arrivo di Ferigra e il Trofeo Mamma Cairo del 2017. Quando partecipammo al torneo io feci due brutte prestazioni, lo ammetto, e da quel momento mi tagliarono fuori”. La voglia di giocare, però, era ancora tanta e alla finestra di mercato di gennaio Rivoira si affacciò verso l’estero alla ricerca di una squadra pronta a puntare nuovamente su di lui. Tanti viaggi per fare i provini, direzione Olanda e non manca chi su di lui vuole scommettere: “Stavo per firmare per l’Az Alkmar, ma per motivi legati a percentuali di rivendita e al premio preparazione, che è molto alto nel mio caso perché ho fatto tutte le giovanili al Torino, non si trovò l’accordo. L’ultimo giorno di mercato si fece avanti anche il Dundee, ma era troppo tardi, perché il mercato stava ormai chiudendo”.
A quel punto Leonardo non poté far altro che restare al Torino, senza però far parte della Primavera. Per questo "chiesi a Bava di potermi allenare con la Prima squadra" e così con Mazzarri arrivarono due panchine in Serie A che “sono stati dei momenti bellissimi, quasi indescrivibili. Stavo vivendo quello che tutti sognano, quello che si vede in televisione e quello di cui tutti parlano”. Insomma, sembrava andare per il meglio, ma a fine anno “la società non mi rinnovò il contratto, mentre io pensavo di essermelo meritato con il lavoro. Quello fu un momento di grande rammarico, perché per il Torino ho sempre dato l’anima. Evidentemente non pensavano fossi un giocatore su cui puntare e mi lasciarono libero”.
E allora ricominciò a viaggiare verso l’estero alla ricerca di un club, mentre dall’Italia arrivavano offerte dalla Serie D, che però rifiutò in blocco “perché pensavo di poter puntare più in alto”. Scelta giusta, visto che su di lui piombano il Lugano, per l'Under 21, e il Cardiff per l'Under 23. La scelta non poteva che essere “di cuore, perché chiunque andrebbe a giocare in Inghilterra. Purtroppo ho avuto problemi anche lì, come con l’Az Alkmar”. Un calvario che non sembrava finire mai, durante il quale Rivoira non ha mai smesso di allenarsi e di vivere “da professionista. Andavo tutti i giorni ad allenarmi al Ruffini. Così mi sono fatto trovare pronto quando a gennaio è arrivata la chiamata del Lugano”. Gli elvetici si erano già fatti sotto in estate, ma, nonostante il ‘no’, hanno continuita a puntare forte sul difensore di Savigliano. A quel punto la firma con la squadra svizzera e da quel momento “sto giocando con continuità e ora abbiamo recuperato 6 punti alla prima in classifica, che al momento è a sole 2 lunghezze. Io gli ho dato quello che mi avevano chiesto: punti e solidità difensiva. Sono contento perché ho avuto una seconda chance ed è la dimostrazione che il lavoro paga sempre”. Come ogni storia che si rispetti, dopo un periodo di difficoltà, anche per Rivoira è spuntato il sereno. Con l'Under 21 del Lugano sta facendo bene, talmente tanto da poter puntare a giocare l'Europa League il prossimo anno con la Prima squadra, se dovesse essere confermato dagli elvetici. Così Rivoira è passato “da essere un giocatore senza squadra a un giocatore all'interno di un gruppo che parteciperà all’Europa League e in una società che mi tiene in grande considerazione”.
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