mondo granata

Lettera aperta di Gino Latino ai tifosi granata

Ospitiamo e pubblichiamo volentieri l'intervento di Gino Latino, storico speaker delle partite del Toro, che spiega il perché abbia deciso di tornare a fare semplicemente il tifoso. -

La prima volta che andai allo...

Redazione Toro News

Ospitiamo e pubblichiamo volentieri l'intervento di Gino Latino, storico speaker delle partite del Toro, che spiega il perché abbia deciso di tornare a fare semplicemente il tifoso. - La prima volta che andai allo stadio era il 1975,quella stagione diventammo nuovamente campioni d’Italia. Mi ritengo da sempre nato con la camicia e ottimista, ed infatti potei vivere la stagione dello scudetto,coinvolto dalla passione granata che mio zio Mario sin da piccolissimo mi aveva trasmesso,sostituendosi in questo ai miei genitori che, nonostante fossero da generazioni di fede granata, non seguivano le partite. Ma so che io ero del Toro e mi sentivo del toro,da ancora prima del giorno in cui i miei genitori mi concepirono! Chi mi conosce lo sa, solo Toro dal mattino alla sera. Ho alle spalle anni passati in curva con i ragazzi della maratona a suonare il tamburo tra casa e trasferte, coinvolgendo chiunque facesse parte della mia vita. Mi é stata offerta la possibilità di salutare tutti i fratelli di virus che in questi giorni mi hanno dimostrato tramite forum e lettere un affetto fraterno e sincero. Ho letto che molti si sono chiesti il perché della mia assenza improvvisa allo stadio. Essere la voce ufficiale del Toro non é come essere la voce ufficiale di una squadra qualunque: storia, passione, sfighe varie ti portano a vivere emozioni ed onori incomparabili, soprattutto per chi, come me, ha sangue granata che scorre nelle vene. In 23 anni dedicati alla mia professione, il dee jay, credo di aver acquisito un’esperienza importante che ho messo a disposizione della società anche se e’ capitato in passato che , per esigenze lavorative, abbia talvolta compiuto scelte discutibili. Sono stato al Toro anche nei momenti più difficili,quando a fine mese non si portava a casa il becco di un quattrino e tiravo avanti grazie al mio lavoro. così ho potuto permettermi di rimanere anche senza venir remunerato.Nella gestione Cairo mi sono sentito un miracolato per essere riuscito a rimanere nella nuova società nonostante il totale rinnovo del personale: dal primo all’ultimo dei ruoli. Grazie a Urbano Cairo ho potuto ancora una volta essere la voce ufficiale del Toro. Purtroppo dopo la terza partita la mia vita lavorativa e’ arrivata ad un bivio:il doppio ruolo di dee jay e speaker non poteva più essere conciliabile, anche a causa degli impegni calcistici del sabato pomeriggio. Sono un padre di famiglia, ho scelto l’attività che mi permette di vivere,mantenere i miei figli e pagare le bollette. Per questo ho optato per la sicurezza di un posto a tempo indeterminato e lasciato il ruolo precario di voce ufficiale del Toro. Tutto questo e’ avvenuto nel pieno rispetto della gestione Cairo che non ha comunque messo in discussione la mia scelta,d’altronde tutti sono utili e nessuno e’ indispensabile, tuttavia, secondo me, al Toro c’e’ un’importante eccezione : gli insostituibili tifosi! Sono l’ultimo speaker del Torino calcio 1906 e il primo del Torino FC. Rimpiangerò sempre tutte quelle cose genuine 'da tifosi' ad esempio il panino di salame e il bicchiere di vino nella cucina degli spogliatoi consumati prima della partita con Zac, Cravero & company, abitudini che erano già comunque scomparse nella nuova gestione.Mi mancherà l’urlo dei tifosi al pronunciare le formazioni e al nominare chi ha fatto goal. Grazie prima di tutto a loro,anche per avermi sostenuto quando ero giù di voce, o l’impianto audio non riusciva a supportare con i suoi amplificatori la potenza necessaria per una capienza di 45.000 tifosi. Grazie a Walter, il fonico dello stadio, che dal 1990 dirige in modo impeccabile la regia audio. Grazie a Christian,amico per la pelle e mio insostituibile collaboratore,sempre pronto a correre come un pazzo per tutto lo stadio quando si verificavano problemi, specie quando non arrivavano in tempo le formazioni da annunciare. Grazie ad Orazio e a tutti coloro che durante la partita mi messaggiavano da ogni settore dello stadio per dirmi come si sentiva la mia voce. Grazie alle maschere di Tricarico ed a Tricarico stesso, da Fabio Bernardi a Giammaria Vada e tutti i loro collaboratori. Grazie a tutti coloro che non ho nominato perché sono veramente tantissimi, ma che a vario titolo sono stati preziosi compagni di avventura ed in fine grazie a Gigi Schiffo, amico e serio professionista. Non smetterò mai di soffrire e gioire per il Toro. Adesso posso ritornare in curva. Una voce granata che arriva dal cuore.Gino 'Fabri' Latino