L’autore di “Belli e dannati” ci riprova: giovedì alle 18, presso la libreria Feltrinelli di Piazza Cln a Torino, presenterà la sua ultima fatica: “Va a finire che nevica” (pp. 238, 15 euro, Cairo editore). Non è l’ennesima pubblicazione sul Toro, ma la fede granata non manca, un cenno all’interno del romanzo, ma soprattutto c’è l’essenza, quella di non essere mai banali, ma credere in un’idea diversa, pur nella sofferenza. La storia si snoda tra Milano e Torino e riguarda due fratelli completamente diversi per carattere ed abitudini. Uno dei due, Dario, il torinese, modificherà la sua quotidianità quando incontra una donna che gli aprirà gli occhi facendolo riflettere sul suo passato e presente. Poiché la vita non fa sconti, è necessario che ognuno dei protagonisti di questa storia si scontri con il dolore. Qualcuno soccomberà, ma i sopravvissuti avranno finalmente la pace. Questo romanzo parla di amore, sesso, follia, dolore, misericordia e rivolgimenti del destino, i sentimenti vengono messi a nudo in un'operazione chirurgica a cuore aperto. Questo romanzo è una corda tesa, come la vita, in cui i chiari abbagliano e le zone d'ombra si lasciano intravedere ma mai intrappolare.
mondo granata
Marco Cassardo presenta: ‘Va a finire che nevica’
L’autore di “Belli e dannati” ci riprova: giovedì alle 18, presso la libreria Feltrinelli di Piazza Cln a Torino, presenterà la sua ultima fatica: “Va a finire che nevica”...
Queste le citazioni riguardo al Toro:
“La basilica si inchina davanti alla sua impresa. Dentro ci sono le tombe dei Savoia, sulla roccaforte si schiantò il Grande Torino. Superga è un luogo di re ed eroi. Zinchetti gli arriva da dietro, una pacca sulla schiena, bravo Dernieri. Dario ringrazia con un sorriso. ‘In un posto così arrivare primi è un dovere’ dice”.
“Il locale è ampio, grandi distanze tra un tavolo e l’altro, sui muri le locandine di vecchi film di Burt Lancaster e Clark Gable, un gagliardetto della Canottieri, la gigantografia del Torino dell’ultimo scudetto”.
Cassardo, la prima cosa che salta all’occhio è l’editore: Cairo. E’ stato casuale far uscire il libro per la casa editrice del presidente del Toro?
Il mio romanzo è stato scelto istintivamente da Gianni Vallardi, direttore editoriale della Cairo libri al tempo in cui l’ho inviato, nel marzo 2006. E’ stata una magnifica combinazione. Diciamo che io ho scelto loro e loro hanno scelto me.
Il Toro è stato citato, c'è un'essenza nel suo romanzo che rimanda alla fede granata, magari non scritta, ma che si evince tra le righe?
Certamente c'è l'essenza granata. "Va a finire che nevica” rappresenta la Torino degli antieroi, la Torino di chi sta dall'altra parte del fiume.
Se dovesse scrivere un altro romanzo sul Toro dove e come l'ambienterebbe? Una nuova storia magari con Cairo protagonista?Scriverei un romanzo puro, non più un saggio romanzato com'e' stato “Belli e dannati”. Scriverei un romanzo in cui il protagonista vive, agisce, fa le sue cose, ma nell'anima e nei pensieri ha sempre il Toro. Un protagonista il cui umore e' condizionato dalle vicende del Toro. Ovviamente sarebbe ambientato nel capoluogo sabaudo. Marco Cassardo è nato a Torino nel 1965. E’ laureato in Giurisprudenza. Vive a Milano e si occupa di ricerche sociali e di marketing. E’ autore del fortunatissimo “Belli e dannati” (Limina, 1998, 2003), libro più amato dalla tifoseria del Toro e dichiarazione d’amore alla città di Torino, che ebbe un grande successo con oltre 15mila copie vendute. “Va a finire che nevica” è il suo primo romanzo.
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