"Sapete chi è Victor Hugo Morales? E' un giornalista e telecronista uruguayo che durante la sua carriera ha prodotto anche saggi di antologia calcistica di pregevole fattura. Morales, però, non è un giornalista qualsiasi: il 22 giugno del 1986 era là, allo stadio Azteca di Città del Messico, quando Diego Armando Maradona segnò el gol del siglo, il gol del secolo. Contro l'Inghilterra. Gli appassionati del calcio argentino, e gli argentini stessi, ascoltano le parole delle sua telecronaca che per certi versi pare una poesia prima di addormentarsi. Il nome di Morales è associato indelebilmente e definitivamente alla sua capacità di aggettivazione, che raggiunse il suo apice nel celeberrimo barrilete cosmico, l'aquilone cosmico che corre in Messico e semina sei inglesi prima di alzare le braccia al cielo per ringraziare Dio di tanta bellezza. De qué planeta viniste para dejar en el camino a tanto inglés? Epica, la Chanson de Roland del calcio.
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Messi o Maradona? Neanche a Venezia ho trovato una risposta…
Granata in viaggio / Dopo 300 km fino a Venezia, qualche giorno di riposo prima di varcare il confine. E intanto è l'occasione per vedere la finale dei Mondiali assieme ai calorosi tifosi...
"Ma faccio un balzo in avanti di 28 anni. 13 luglio 2014. Estadio Jornalista Mario Filho, storicamente conosciuto come Maracanã. Argentina contro Germania. La prima arrivata in finale grazie ai singoli, la seconda grazie alla classica organizzazione e al carettere pragmatico teutonico. Il capitano, Leo Messi, contro l'ombra e lo spettro di quel Maradona al quale cerca da anni disperatamente di avvicinarsi, ai quali tanti lo paragonano ma con cui condivide, probabilmente, solo la nazionalità. Il Messi(a) manca di personalità e carisma; e non c'è da stupirsi allora che la stampa argentina preferisca uno come Mascherano piuttosto che la stessa del Barcellona. La Pulga ha fallito l'appuntamento con la Storia, la partita della vita; è vero, ha ancora qualche chance, ma più gli anni passano, più il nome del Pibe de Oro si fonde con l'epica e la narrazione letteraria sportiva. Maradona è un personaggio da romanzo. I veri eroi, secondo me, sono personaggi fuori dal comune, ma non in sento puramente tecnico e sportivo bensì sotto il punto di vista caratteriale: si discostano in maniera profonda da quello che consideriamo normale, sono personaggi fuori dal coro come in un romanzo di García Marquez. Messi es más grande que Maradona? Questa è la domanda che mi frulla nella testa da un po' di tempo. Non sono ancora giunto ad una risposta, ma penso che sia comunque corretto, nei confronti del calcio, provare a goderseli entrambi.
"Probabilmente molti di voi ancora non sanno il motivo di questa rubrica Granata in viaggio; sono partito mercoledì da Valenza, in provincia di Alessandria, per un viaggio su due ruote che mi porterà fino ad Istanbul dopo circa duemilacinquecento chilometri di pedalate attraverso i Balcani. Adesso sono a Venezia, bloccato dal maltempo, in attesa di ripartire domani verso Slovenia e Croazia.
"Ieri sera ho avuto la fortuna di seguire la finale assieme ad un gruppo di ragazzi argentini. Dove sapere che laggiù sono ghiotti di Fernet Branca; probabilmente questo è il motivo per cui sono sempre felici durante la partita, fin già dalle prime note dell'Himno Nacional. Siamo a Campo Santa Margherita, la zona dell'isola di San Marco vicino all'università dove si radunano persone di ogni età. E' un tripudio di bar e chioschetti. Le televisioni sono accese, trasmettono la final. E' una macedonia di colori; azzurro, bianco, giallo, nero e rosso. I colori delle due bandiere. Solo una sventolerà sul Cristo di Rio. Ci sono tanti turisti tedeschi ma soprattutto un'invasione albiceleste: tanti ragazzi della mia età che inseguono la loro prima Copa Mundial. Al gol di Higuaìn la gioia si trasforma in frustrazione: mi abbracciano ma io urlo No, no, mirad, fuera de juego. Iniziano a cantare; il trasporto emotivo è incredibile, mi lascio trascinare anche io nella hinchada. Chi è più grande? Maradona o Messi, gli chiedo. Mi rispondono: Non lo sappiamo, ma entrambi sono nel nostro cuore. Ottima risposta. E io rimango con il mio dubbio amletico. Neanche loro sanno rispondere. Mi insegnano un coro dal quale traspare tutto l'amore verso il loro Pease. Supplementari, serve un gol di Götze per regalare alla Fussballnationalmannschaft la quarta stella. Hanno gli occhi lucidi, alcuni piangono, si abbracciano. Io provo a consolarli, ma non c'è verso. Nonostante la sconfitta cantano ancora più forte. Canto anche io, come potrei non farlo. Bello, bellissimo. Da brividi. Que nos escuchen hasta Rio de Janeiro, urla un ragazzo. Cada dìa te quiero más, es un sentimento, no puedo parar. E chi è più forte, Messi o Maradona? Ai posteri l'ardua sentenza
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