Correva l’anno 321 a.c., le legioni romane marciavano compatte per riprendere la lotta, 20.000 uomini contro un esercito di montanari ben organizzati: i Sanniti. Era il primo atto della seconda guerra sannitica. A Caudio, poco distante da Malies (Benevento), i romani furono intrappolati in una gola. Cercarono invano di rompere l’accerchiamento e dopo alcuni giorni furono fatti prigionieri. I romani furono risparmiati e rispediti a casa, ma dovettero subire l’onta di passare sotto le “forche caudine”, l’oltraggio morale consisteva nel passare chini sotto un giogo di lance, spogli delle armi e vestiti della sola tunica.
mondo granata
‘Noi, sanniti granata’
Correva l’anno 321 a.c., le legioni romane marciavano compatte per riprendere la lotta, 20.000 uomini contro un esercito di montanari ben organizzati: i Sanniti. Era il primo atto della seconda guerra sannitica. A Caudio, poco distante da...
"Discendenti di questo popolo eroico sono Gennaro (Rino) e Cosimo Maio, padre e figlio, uniti dall’indissolubile fede granata, arrivano da Benevento.
"“L’affinità tra il popolo sannita e quella granata è lampante – spiega Rino – la voglia indomita di combattere contro tutte le avversità. La nostra è una regione montuosa, difficile, con poche strade di comunicazione, questo è il motivo per cui battemmo i romani, così è il vivere per noi del Toro, sempre in collina, su sentieri difficili a dover combattere con delle potenze”. È vero.
"“Mio padre era del Toro, aveva le foto di Mazzola alle pareti, è un amore illogico. La distanza è grande, il Toro negli ultimi tempi ci ha dato molte amarezze, ma proprio queste difficoltà hanno rafforzato la nostra fede. Adesso però c’è Cairo e stiamo già preparando le forche caudine per gli avversari”
"Cosimo ha quasi 18, ha passato la sua vita per metà in serie B e l’altra (a parte la coppa Italia) a vedere vincere la Juve.
"Nonostante l’affetto paterno, non ha mai pensato di cambiare squadra?
"“Quando abbiamo vinto la coppa ero troppo piccolo, le poche gioie che ho avuto sono le promozioni nella massima serie. A Benevento, tra i miei coetanei, sono l’unico granata, ma non è grave, perché noi sanniti granata, lottiamo contro il destino, crudele e falso”
"A proposito di corruzione, quanto erano “gobbi” i romani che combattevano i sanniti?
"“Erano gli Juventini dell’antichità, antipatici, strafottenti e corrotti”.
"Venite allo stadio a vedere il Toro?
"“Sì, a Torino almeno quattro o cinque volte all’anno, più le trasferte vicine. Per noi le distanze non contano, sono andato anche a Londra a vedere il Toro”
"Cosimo, cosa si aspetta da questa nuova stagione?
"“Nonostante le sconfitte di agosto, mi aspetto grandi cose, voglio provare a credere nella UEFA. Sono molto dispiaciuto per la capienza dello stadio, affronteremo il problema da granata, ci affideremo al coordinamento e lui ci aiuterà, sono l’anima dei tifosi che vivono lontano da Torino. Ringrazio anche David Belli, Marco Montiglio e Patrignani per quello che hanno fatto e per quello che faranno. Cercheremo di venire a Torino almeno dieci volte”.
"Adesso con la pay tv, potreste anche stare a casa, in pantofole, tranquilli: che cosa vi spinge a fare 850 chilometri per 90 minuti?
"“Ogni volta che entro allo stadio, vado in Maratona – sostiene Rino – e là, io sono il dodicesimo uomo. Dal primo all’ultimo minuto strillo, urlo, mi arrabbio con l’arbitro ogni volta che ci fischia contro (anche se so che ha ragione), perché penso che anche la mia voce, la mia presenza è determinante alla vittoria del Toro. Applaudo i calciatori del Toro anche quando sbagliano, non li fischierò mai, non posso fischiare il Toro”.
"Cosimo, cosa dice ai tifosi granata?
"“Di stare uniti, non mollare e aver fiducia in Cairo. Con lui non vedremo mai più la B”
"A proposito di serie B, Rino, non le manca il derby?
"“Per niente, ne sono lieto.”
"I due eroi ripartono, sono venuti a Torino, per vedere l’allenamento dei loro eroi, la stirpe indomita del popolo sannita arde nella loro anima e la fede granata infiamma i loro cuori.
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