mondo granata

”Per il Toro niente favori, solo giustizia”

Mi scrive un nostro abbonato.
Anzi, in realtà mi inoltra un carteggio, perché il destinatario delle sue righe é Andrea Abodi; il presidente della Lega Serie B risponde alla prima missiva (con parole usate...

Redazione Toro News

Mi scrive un nostro abbonato.Anzi, in realtà mi inoltra un carteggio, perché il destinatario delle sue righe é Andrea Abodi; il presidente della Lega Serie B risponde alla prima missiva (con parole usate anche con altri tifosi granata, ma comunque pronte e cortesi), quindi c'é la controreplica.Non aggiungo altro, é sufficientemente esauriente, oltreché appassionato, quanto scrive Michele.

Gentile Presidente, Ho letto la sua lettera per quanto riguarda il caso Torino. Mi permetta di considerare la sua replica faziosa, al limite del ridicolo. Invece di fare repliche di tale spessore, dovrebbe rispondere come mai è stato CALPESTATO IL REGOLAMENTO. Che fine ha fatto la responsabilità oggettiva per quanto riguarda Padova - Torino? Come mai da quella data il Padova non ha più giocato in notturna per 3 mesi? Come mai non sono stati presi i precedenti di casi come il nostro, che hanno generato sentenze, che in campo giuridico di solito vengono tenute presenti? Come mai la squadra prima in classifica ha avuto a suo favore 1 solo rigore e per giunta alla prima giornata? Lei è l'ultima persona che può permettersi di giudicare "l'impronta culturale e genetica dell'ambiente granata". Penso che sia giunta l'ora che personaggi inadeguati a svolgere compiti istituzionali si facciano da parte, ma fino ad allora basta parole e fate i fatti. Fate in modo che arbitraggi, atteggiamenti, e sentenze ridicole come quelle a danno del nostro amatissimo Toro, non accadano più! Noi non abbiamo MAI CHIESTO favoritismi o tutele varie e non lo stiamo facendo adesso. Noi vogliamo solo ciò che è giusto, non capisca fava per rava. Le faccio notare che, nella sua stessa lettera: - Ha definito ignorante e faziosa non la posizione dei giornalisti ma il comportamento del Torino Calcio e di conseguenza la società tutta. Questa è diffamazione bella e buona, con l'aggravante che a compierla è stato uno dei massimi esponenti di un organo che dovrebbe essere imparziale - In quanto esponente di una struttura tesa( in teoria) a tutelare gli interessi delle società stesse e a garantire il corretto perseguimento dei campionati italiani, una dichiarazione di questo tipo, come minimo, dimostra la non neutralità e di conseguenza la non idoneità a ricoprire il ruolo che occupa attualmente. Ed inoltre le voglio ricordare che "l'impronta culturale e genetica dell'ambiente granata": - Non è mai stata coinvolta nelle ruberie degli anni passati - Non ha mai avuto un calciatore coinvolto nel calcio scommesse - Non ha mai avuto uno squalificato per doping. - E' fallita in presenza di club (Parma, Lazio e Roma) molto più indebitati - Non si è mai resa protagonista di gesti o insulti razzisti - Ha sempre rispettato i minuti di silenzio - Era presente in 50.000 (CINQUANTAMILA) dopo una retrocessione Distinti saluti.MICHELE MINELLO

Caro Michele,prima di tutto credo sia corretto rispondere alla sua mail - simile ad altre che ho ricevuto in questi giorni - anche se con un paio di giorni di ritardo, perché chi ricopre un ruolo come quello che mi è stato assegnato ha il dovere di rispondere e, se necessario, di spiegare. Ho scritto una lettera rivolta ai giornalisti, che rispetto ma in questa circostanza non ho condiviso, perché gridare al complotto, oltre a non avere una ragione, genera cattivi pensieri. Io prima di essere presidente della Lega, mi considero un appassionato di calcio e non accetterei mai, mai, mai di essere partecipe e complice di un misfatto a danno di una società e, ancora di più, di una tifoseria.Quando parlo di ignoranza (voce del verbo ignorare) parlo del calcio in generale, quando faccio riferimento al vittimismo e lo contrappongo alla storia del Torino che è parte importante della storia del calcio italiano e non solo mi riferisco alle interpretazioni, alle illazioni che collegano due cose lontane anni luce tra loro: gli errori arbitrali e la sentenza della Corte di Giustizia federale (non della Lega) su Padova-Torino. Sono dispiaciuto per la sua reazione e per quella di altri tifosi granata, perché non essendo il sottoscritto espressione di una società o del "palazzo", ho sempre cercato di lavorare prioritariamente per rispettare e far rispettare la passione della nostra gente, di tutte le nostre tifoserie, indistintamente sullo stesso piano.Sul tema specifico di Padova-Torino, se vuole sapere cosa pensi della decisione della Corte di Giustizia della FIGC, io credo che dovremmo attendere ancora una settimana al massimo, perché le motivazioni della sentenza ci aiuteranno a capire le ragioni della decisione di ripristinare il risultato del campo. Sono sicuro che nel dispositivo verranno chiariti i motivi e allora potremo tutti valutare i fatti con cognizione di causa.Quando è stato deciso lo 0-3 ho ricevuto da alcuni tifosi del Padova messaggi simili a quelli ricevuti in questi giorni da quelli del Torino. Capisco che il tifoso ami così tanto la sua squadra da perdere, a volte, la lucidità necessaria per comprende i fatti, conoscere le regole e accettare le decisioni. Per questo credo che la Lega e la stampa abbiano un compito importante nell'informare correttamente il tifoso, lasciandogli naturalmente il diritto - a lui si - di essere appassionatamente di parte.Mi creda, vivo questa responsabilità di presidente di Lega senza condizionamenti, senza compromissioni e senza appartenenze, con lo stesso spirito di appassionato con il quale sono cresciuto, anche ricoprendo ruoli di prima linea. Per questo capisco le sue preoccupazioni, ma mi sento di dirle di vivere con tutta la passione la sua appartenenza a una famiglia sportiva gloriosa come quella granata, e sia certo che questo finale di campionato sarà gestito con attenzione e lealtà, fattori che consentiranno di premiare il merito e i valori sportivi.Se ritiene opportuno farmi avere un suo ulteriore pensiero, io ci sono.Cordiali saluti.Andrea Abodi