"Giovedì sera al “Circolo della Stampa” è stato presentato un prezioso cofanetto , contente deliziose cartoline che profumano di Toro, di Superga, di noi. Il titolo è “Quando morì il calcio italiano”, suggestivo e lapidario. Il folder è diviso in due sezioni: nella prima serie di cartoline sono riprodotte le figurine della celeberrima e invincibile squadra, nell’altra interpretazioni fotografiche di Antonio Attini che con la sua sensibilità immortala i frammenti di storia del “museo del Grande Torino”. Una opera prestigiosa è appena nata ma profuma d’antico, ghiotta occasione per i collezionisti. Ore 21,, la sala è gremita, il popolo granata è sempre presente. I relatori sono il gotha della Storia del Toro.
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‘Quando morì il calcio italiano’
Giovedì sera al “Circolo della Stampa” è stato presentato un prezioso cofanetto , contente deliziose cartoline che profumano di Toro, di Superga, di noi. Il titolo è “Quando morì...
"Il primo a parlare è il dott. Levi, critico d’arte: “Un’opera che rende omaggio ad una squadra straordinaria – sostiene il critico – tecnicamente perfetta. Una rarità perché racchiude gli elementi dell’amore e della memoria”. Poi è la volta di Sauro Tomà, carne vivente della memoria, il momento è toccante, si alza, il silenzio è totale: “Sarei stato un vigliacco se fossi tornato a vivere a La Spezia – dice l’ultima leggenda – perché il la mia vita è qui. Non potevo abbandonare il Fila, perché qui sono morti i miei fratelli. Tutte le mattine guardo la loro foto e li saluto sempre, sono morto anch’io con loro e loro vivono in me”. Non sono parole ma attimi di puro amore… Dopo parla Franco Ossola: “Questo stupendo folder è l’ennesimo miracolo del Grande Torino – ricorda lo storico – nato dalla passione e dalla memoria. I valori del Torino sono assoluti, etici, sani, devono servire soprattutto ai giovani! Quest’opera è meritevole, Antonio Attini è un grande artista”. Pietro Rubicondo, fiero rappresentante di Memoria Storica Granata, ricorda l’incontro con l’artista e la decisione di realizzare il folder, quasi come un miracolo. Poi aggiunge “Sono state realizzate tre opere per il centenario, il libro di Ossola e Muliari, lo spettacolo “Cos’era mai questo Toro” e questo folder, in tutte e tre c’è la presenza della nostra Associazione” .
"La fede granata è anche solidarietà, infatti Attini dona una parte delle opere ed è disposto ad offrire una percentuale del ricavato ad A.Cu.To (Associazione Cuore Toro) per aiutare i bambini infelici. Sabrina Gonzatto, ringrazia a nome di A.Cu.To e ricorda. “Che grazie all’amore dei tifosi, il sorriso dei bambini che soffrono profuma di granata”. Dal pubblico si alza Domenico Beccaria, il presidente di AMSG, ricorda i dieci anni di vita, la nascita del Museo di Superga: “Il Comune ha budget illimitati per le Olimpiadi e per tutte le manifestazione, ma per il Museo abbiamo dovuto fare tutto da soli, con 3.600 euro, non è stato corretto” poi si indigna: “Ho saputo che dopo le Olimpiadi, lo stadio Comunale sarà dedicato al Grande Torino, è ovvio giocherà il Toro non si può chiamare Roberto Bettega, lo trovo ingiusto. Vista l’importanza mediatica dell’evento avrebbero dovuto intitolarlo subito agli eroi di Superga, non quando tutto è finito, ci hanno fregato un’altra volta”. Giulio Alsona Bertazzi, il Presidente del Cartolina Club Torino, mente sensibile dell’operazione, si alza è commosso, ricorda il 4 maggio maledetto, e decide di fare un dono: “A casa custodisco un pezzo del motore dell’aereo di Superga, dopo quanto ho sentito lo voglio donare alla casa di tutti i tifosi: il Museo” gesto di fulgida fede. L’ultimo intervento è quello del fotografo, è brevissimo, lascia che le sue opere esprimano la sua anima e ha ragione. Un nuovo miracolo è nato in quell’arcobaleno di fede e follia che illumina l’arte di essere granata.
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