Ricordati di me… Ho trovato questa sempre una bella frase. Non è una supplica stucchevole, né un tentativo di trovare pietà da chicchessia. Ricordati di me lo si dice a qualcuno a cui si vuole bene o a qualcuno con cui si hanno delle affinità. Per me essere tifoso del toro ha sempre voluto dire fare parte di un mondo fantastico, pieno di sogni e di belle favole. Nel 1976 avevo dodici anni, quando mi ritrovai a mille chilometri da Torino a festeggiare, in solitudine, l’unico scudetto della mia vita. Vedevo in televisione i festeggiamenti dei tifosi granata a Torino e, con un fremito che mi attraversava tutto il corpo, era lì con loro che avrei voluto essere. Era una gioia indescrivibile ciò che provavo in quel momento, una gioia mista ad orgoglio. Festeggiavo da solo, ma non ero solo. So che ciò che io provavo era ciò che provavano quei tifosi che stavano invadendo, ebbri di gioia, le vie e le piazze del capoluogo piemontese. Non ho mai visto una partita in curva Maratona, nonostante questo rimanga uno dei desideri più grandi della mia vita. Non è mai capitato, perché la vita non mi ha fatto nascere a Torino e poi, per studio e per lavoro, in altri lidi mi ha portato. Ma con il cuore sono sempre stato lì, nella Maratona, ogni domenica. Ho amato il Toro per ciò che esso ha sempre rappresentato e, lo dico con tutta franchezza, per me vincere o non vincere è sempre stato relativo. Il mio piccolo paradiso personale è sempre stato vedere quelle maglie granata correre nei vari prati verdi degli stadi. Finchè loro correranno, la mia anima sarà sempre rappresentata in qualche modo. Vincere è solo uno dei tanti incidenti di percorso, e non sempre tra i migliori incidenti. Indimenticabile sarà per me, la finale di Coppa Uefa persa senza perdere, con il Mondo e la sua sedia alzata per aria. Una sola volta mi sono ritrovato, invitato, ad un Granata Day svoltosi a Melfi nel 2005. Era la prima volta che mi trovavo ad una riunione del tifo organizzato della mia squadra del cuore. Ricordo di aver conosciuto Marco Montiglio, che voi lettori di Toro News immagino conosciate bene. E poi, quel giorno, ho conosciuto anche altri. Ricordo, quando mi congedai da Melfi, di aver salutato Montiglio e di aver detto nella mia mente: “ricordati di me”. In fondo Montiglio, in quel momento, mi rappresentava. Rappresentava il tifoso che c’è in me. Non sapevo nulla di lui, e non l’ho più rivisto né sentito da quel giorno. Ma era un tifoso del toro, era colui che parlava anche per me, che andava in quella curva Maratona in cui io non potevo andare. Tanto mi bastava per farmi sentire vicina una persona di cui non sapevo nulla. Fu una bella sensazione, credetemi. Così bella, che ancora oggi provo nostalgia per quell’incontro. Era una riunione di ultrà, quella di Melfi, ma faccio fatica, una grande fatica, a vedere quelle facce assimilate alla stessa stregua di delinquenti. Ecco perché la Tessera del Tifoso di Maroni, nel suo eventuale uso meramente strumentale, poco mi convince, mentre con entusiasmo ho sempre seguito i passi della Carta del Tifoso di Anthony Weatherill. La Carta del Tifoso deve essere la rappresentazione grafica di quel ricordati di me che urlai con gli occhi a Montiglio a Melfi. La Carta del Tifoso deve saper riscattare quella frustrazione che, dodicenne, provai nel non essere a Torino a festeggiare la vittoria dello scudetto del 1976. La Carta del Tifoso potrebbe essere la lieve carezza che quel giorno del 76, in Sicilia, cercai da qualche parte. Ricordati di me e di quelli come me, caro tifoso del toro. Spesso il lavoro mi porta a Londra e a Los Angeles e, ogni volta che mi capita di parlare di calcio e di sottolineare che sono tifoso del Torino, mi guardano stralunati. Ma cosa sarà mai questo Torino? Si chiedono inglesi e americani. Poi vedono l’amore con cui ne parlo, e allora intuiscono che dietro c’è sicuramente una grande storia. Ricordati di me, caro tifoso del toro. Ricordati di me quando sarai ancora una volta nella Maratona e mi piacerebbe… Sì, proprio mi piacerebbe mentre sono a Los Angeles aprire il portafogli e cercare una carta del tifoso che mi faccia sentire più vicino a te. Tra pochi giorni ci sarà il mio compleanno e, ancora una volta, esprimerò il mio desiderio, chiudendo gli occhi: Destino, regalami un giorno una partita in curva Maratona. Ricordati di me, caro tifoso del Toro, e, se puoi, partecipa per un attimo, con il cuore e con la mente, a questo mio desiderio. Ricordati di me perché, stanne pure certo, io per sempre mi ricorderò di te. Con Affetto,
mondo granata
Ricordati di me…
Carmelo Pennisi, sceneggiatore e autore di fama internazionale è anche un appassionatissimo tifoso granata. Ci scrive questa lettera che pubblichiamo con molto piacere. La sua...
Carmelo Pennisi
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