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Scontri inaccettabili in curva Primavera durante Torino-Inter: retroscena e conseguenze

Il fatto / Opposte tifoserie venute a contatto: la Questura esamina video e foto per individuare i responsabili, ma scene simili non possono ripetersi

Gianluca Sartori

"Lo sport dovrebbe essere occasione per unire le persone, al di là delle sane rivalità. E' una frase che è un'utopia da molto tempo ma Torino e Questura se ne sono evidentemente dimenticati. E la vicinanza tra fazioni opposte di tifosi interisti e granata in curva Primavera ha scatenato una serie di scontri sugli spalti, come da noi riportato già sabato durante la partita: scenario inaccettabile arrivati quasi nel 2020 specie se all'interno di uno stadio di Serie A. Inutile è stato il tentativo di creare un cordone divisorio composto da inermi steward: al subentrare della polizia in assetto anti-sommossa la situazione è rientrata. Non sono stati segnalati gravi danni a persone, fortunatamente. La Questura di Torino ha acquisito materiale video e fotografico, in parte pervenuto anche alla nostra redazione, e sta procedendo per individuare i violenti e far loro pagare le conseguenze.

PREVENIRE PER NON CURARE - Detto questo, è chiaro che si debba operare per prevenire ulteriori accaduti come questo in futuro. Anche perchè quanto successo sabato era stato preceduto da un episodio simile durante Torino-Napoli che avrebbe dovuto costituire un monito, ma così non è stato. In queste ore circola sui social e sul web l'indignazione per chi ha consentito che ci fossero i presupposti per quegli scontri, c'è qualcuno che ha addirittura paventato azioni legali contro il Torino. A questo proposito, al di là dei facili populismi, c'è ovviamente da sottolineare che il club granata non ha infranto alcuna regola nè alcuna disposizione da parte delle autorità che coordinano la vendita dei biglietti delle manifestazioni sportive (peraltro, poche centinaia di biglietti in più o in meno non costituiscono chissà quale incasso per il bilancio di una società di Serie A). Ma da parte di entrambi - pubbliche autorità e Torino - c'è stata una tanto grave quanto superficiale sottovalutazione del pericolo. A saperlo è per primo il club granata, che a questo punto deve dimostrare di avere come massima priorità l'ordine pubblico durante le sue partite, prima di tutto.

"I FATTI - La cronologia degli avvenimenti può riassumersi nel seguente modo. Il Torino ha organizzato la vendita dei ticket per Torino-Inter in due fasi: la prima dedicata ai possessori della tessera Cuore Granata (che evidentemente non azzera la possibilità che in curva Primavera possano ritrovarsi dei tifosi interisti, poichè ogni tesserato può comprare fino a tre biglietti, ma quantomeno la riduce), la seconda senza vincoli di alcun tipo, anche perchè in merito non c'erano indicazioni da parte dell'Osservatorio delle Manifestazioni Sportive, l'ufficio del Viminale che si occupa della valutazione dei pericoli annessi alle cosiddette "partite a rischio". La vendita libera è partita martedì 12 novembre. Il martedì successivo, 19 novembre - in netto e colpevole ritardo, quindi - dalla Questura arriva la richiesta di stoppare la vendita libera: secondo quanto spiega il club granata, al Torino è stato in quel momento chiesto di rimettere il vincolo della tessera Cuore Granata e così è stato fatto, ma gran parte dei biglietti erano già venduti. La curva Primavera dovrebbe essere un settore dedicato alle famiglie, ma da tempo - come per primo sa bene il Torino - si è collocato lì un gruppo ultrà in disaccordo con la curva Maratona che non è stato "insensibile" (diciamo così) alle provocazioni e ai primi gesti di violenza che sono arrivati da parte nerazzurra. Da qui il cortocircuito che ha portato alle inaccettabili scene di sabato sera. Scene che, davvero, non dovranno più ripetersi.