"di Guido Regis *
mondo granata
Toro-Catania: Camola forever!
di Guido Regis *
Ho una prenotazione dal 20 al 22 di questo mese presso l’Hotel Duca Degli Abruzzi, dove normalmente vengo ospitato quando mi reco a...
"Ho una prenotazione dal 20 al 22 di questo mese presso l’Hotel Duca Degli Abruzzi, dove normalmente vengo ospitato quando mi reco a L’Aquila per partecipare ai Corsi e Congressi Universitari a cui sono invitato a parlare.Non c’è più! Non c’è più! L’Aquila è come una città fantasma. Il bellissimo centro cittadino è avvolto da un silenzio surreale, rotto solo a tratti dai rumori di qualche scossa e di qualche ruspa.Nel tragitto dai monti Valdostani a Torino, tra le 13 e le 15, mentre mi accingo a seguire con la solita ansia l’ennesima partita di quello che nel mio cuore è e sempre resterà il Toro, sono percorso da questi pensieri.Non mi sfiora minimamente il pensiero dello scampato pericolo: dentro ho un immensa tristezza, ed una grande rabbia. Ancora una volta la natura ha colpito ma non è colpevole. E’ un “tipo” di uomo il principale imputato: quel tipo di uomo che si preoccupa principalmente dei suoi interessi economici, che specula, che sottovaluta, che gestisce senza avere le competenze pur di spendere meno e guadagnare di più.Il risultato questa volta non è una serie di partite di calcio perse, una serie di condanne di innocenti, una serie di interventi chirurgici mal riusciti, una serie di referti radiologici inesatti e superficiali, una serie di bilanci ed investimenti sbagliati che arricchiscono i broker e dilapidano i risparmi di tanti pensionati e padri di famiglia, una serie di pochezze umane che avviliscono ma non uccidono.Il risultato questa volta sono trecento morti e decine di migliaia di persone senza casa per chissà quanto tempo.Conosco gli Abruzzesi. Non faranno “piagnistei”, non attenderanno passivi che qualcuno vada a tirarli fuori. Si rimboccheranno le maniche e ricostruiranno sulla base della grande cultura che da sempre li ha visti distinguersi, orgogliosi, dalla vicina ma lontana Roma.Penso a questo, penso a cosa dovrò fare per essere d’aiuto, penso alla sottoscrizione che abbiamo aperto con il nostro Toro Club http://www.torinoclubcto.com ed in auto dall’autostrada osservo la basilica di Superga che si avvicina, il cielo che si sta oscurando.
"Da li a poco sarebbero state le 15 ed io mi sarei trovato a casa ad accendere il televisore con tanta amarezza nel cuore, e con un briciolo di speranza. La vita continua, come si è soliti dire. La mia vita continua ad essere quella di un tiepido “sovversivo” in contro tendenza, che non cerca facili guadagni e scontati successi senza vera gloria.La mia vita è quella di un granata convinto che il piccolo Napoleone granata riuscirà a ridare dignità a questa squadra.
"La rabbia e la tensione hanno avuto il loro naturale e spaventoso sfogo tra le 16,37 e le 16,48.Undici minuti in cui, dopo tanto tempo e più di sempre, ho visto gli occhi sgranati del mio Mito e della mia Magica, osservarmi impazzito ed urlante al limite dell’infarto.Mia moglie ha tentato qualche istante di calmarmi ma poi ha inteso che non c’era speranza.
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