AREZZO - Impresa riuscita! Tre su tre in trasferta per un Toro che anche in terra toscana si è presentato con la forza della grande squadra, ma con l'umiltà vincente della provinciale. Un atteggiamento che ha consentito a De Biasi e ai suoi moschettieri di controllare le iniziali sfuriate di Abbruscato e compagnia cantante, con la regia difensiva di un Brevi semplicemente eccitante, per andare poi a trapanare con dovizia di particolari la retroguardia amaranto avversaria. Uno spettacolo, una gara a scacchi vinta senza rischiare assolutamente nulla e pungendo sempre nel momento più opportuno. In avanti il Toro fa devvero paura, Fantini strepitoso, Rosina viaggia a strattoni, ma quando prende il gas diventa imprendibile, Stellone e Muzzi sono due colonne che la difesa avversaria mal sopporta. A centrocampo la doppia diga Ardito-Edusei rompe qualsiasi manovra, la difesa è attenta in tutti i suoi elementi, anche se Doudou è quello che rilascia qualche scricchiolio. Subito un brivido in avvio con retroguardia granata disattenta sull'incursione di Abbruscato che perde clamorosamente la sfera. Buon per il Toro, perché la gara avrebbe preso tutta un'altra piega.E invece prende quella giusta con Fantini che sale in cattedra e al quarto d'ora converge da sinistra a destra bevendosi un paio di aretini e piazzando il suo destro appena sotto l'incrocio alle spalle di Bressan. Espolde la Maratona itinerante, circa 500 fedelissimi che sotto la pioggia battente urlano e godono per i colori granata. La gara scivola via senza grandi sussulti, anche se il Toro quando avanza mette sempre paura. E al 36' la squadra di De Biasi concretizza la sua superiorità: Rosina prima finta il tiro, poi decide di andare sul fondo e con quest'operazione soprende l'intera difesa locale, ma non tanto quanto la sua pennellata che tutti attendono a centro porta e che lui invece indirizza sul secondo palo dove c'è appostato il 'bomber' Fantini che di piattone destro gonfia la rete per correre poi sotto la curva. Gara chiusa, almeno così sembra. Se non che il mediocre Giannoccaro di Lecce (ha ammonito solo i granata) prova a riaprirla fischiando a favore degli aretini un rigore (fallo di mano in area di Stellone in atteggiamento scomposto e dunque assolutamente involontario) che Abbruscato realizza spiazzando Taibi. Il momento peggiore per prendere gol, il migliore per farlo, perché può rimetterti in partita. Non sarà così però, perché il Toro si conferma anche nella ripresa squadra di rango, esperta, rocciosa, impenetrabile. 'Taibone' deve solo abbrancare qualche palla alta. La difesa tiene, il centrocampo la aiuta anche grazie a De Biasi che rafforza il reparto, togliendo, a mano a mano, Rosina, Muzzi e poi Stellone e inserendo, nell'ordine Orfei, Vailatti e infine Longo. L'unica palla gol dei secondi 45 minuti sarà infatti granata e porta la firma di Edusei che finalmente si è prodotto al tiro impegnando, intorno alla mezz'ora, il portiere amaranto che si rifugia in angolo. Finisce con i ragazzi di De Biasi 'sotto la curva', tutti ebbri di felicità. Il Toro si conferma, il Toro è tornato, il Toro, ora, fa davvero paura.Stefano Bagliani
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Toro. la forza dell’umiltà
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