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Toro, parla Paolino Pulici: ”Glik uno di noi, Cerci e tanti altri invece…”

Mondo Granata / Il bomber di sempre al Raduno Nazionale dei Toro Club: ''Il capitano ha davvero il sangue granata. Zenit? Io gliene averei fatte tre''

Redazione Toro News

"Idolo indiscusso della folla granata presente al Raduno Nazionale dei Toro Club: Paolino Pulici, l'attaccante granata per eccellenza. Uno per cui il Torino resterà sempre la casa che ognuno porta nel cuore. ''I tifosi granata sono unici, inimitabili. Hanno qualcosa in più''. Inizia così l'intervento del bomber dello scudetto che poi ha così continuato: ''Da giovane, in allenamento, scherzavo con Pecci e gli dicevo che ormai il Toro mi era entrato talmente dentro, che non avevo neppure bisogno di indossare la maglia. Mi bastava disegnarmi sulla schiena l'undici e il più era fatto. Perché il Toro mi era entrato nel sangue, e con lui i suoi tifosi. Solo i tifosi granata sanno coinvolgerti a tal punto. Quando ci ritrovammo insieme a Firenze mi diede ragione''.

"Spazio anche ai ricordi del Filadelfia e all'attuale Toro: ''Una volta tifoso anziano mi disse che sono i tifosi a fare la differenza. Che senza di loro i giocatori non possono nulla. E aveva ragione. Questo Glik, il nostro capitano, lo ha capito. Non si è nascosto e ha dichiarato di voler restare qui in granata. Lo ha detto, perché ha capito che tifosi come questi non si trovano in giro. Siamo unici. Per questo il capitano è uno di noi. Spiace solo che siano stati giocatori come Cerci e tanti altri, senza puntare il dito contro nessuno, che invece questo non lo hanno capito''.

"Poi una battuta sull'ultima sfida di Europa League, giocata contro lo Zenit: ''Se fossi stato in campo, di gol ne facevo tre (sorride, ndr). Tra gli applausi di tutti, continua il discorso: ''I tifosi del Toro vanno ammirati e rispettati, perché sono coraggiosi. Puri, vanno sempre avanti a testa alta. Sono felice e orgoglioso di aver partecipato a questo raduno, ci tenevo tantissimo. Sono qui anche per Roberto Rosato, segnai contro di lui quando era al Milan e mi disse di non mollare, perché ero sulla strada giusta e avrei potuto fare grandi cose. Sono parole che porto nel cuore''.