mondo granata

Un regalo che non ti aspetti

Una delle cose che apprezzo di meno del mio lavoro è quella di essere spesso in posti che per tutti rappresenterebbero una meta di vacanza o luogo di visita culturale, per tutti, ad esclusione del sottoscritto. Queste...

Redazione Toro News

Una delle cose che apprezzo di meno del mio lavoro è quella di essere spesso in posti che per tutti rappresenterebbero una meta di vacanza o luogo di visita culturale, per tutti, ad esclusione del sottoscritto. Queste località, in cui spesso mi fermerei volentieri per ammirarne la bellezza culturale e paesaggistica del luogo, si presentano a me solo sotto forma di appunti in una fitta agenda in cui in pennarello rosso è evidenziato un orario, una località, il tema di un meeting e il nome di qualche persona. Basta, nulla al di fuori del logoro lavoro quotidiano. Tutto è programmato, senza un attimo da dedicare a nient’altro del previsto, facendo attenzione a non perdere l’aereo che ti porterà nel luogo di un altro incontro o più fortunatamente, di nuovo a casa dalla tua famiglia.

"Quante volte ho pensato di potermi fermare e andare a trovare i fratelli del club del Toro più vicino per condividere con loro pensieri e parole sulla nostra comune fede calcistica. Niente, non ci sono mai riuscito, in queste continue peregrinazioni di lavoro. Ma qualche giorno fa, trovandomi nella bellissima Lucania, terra di uomini coriacei e vitali, terra dai grandi spazi aperti dove con un solo sguardo incontri mare, boschi e montagne, colori ormai dimenticati che ti sollecitano la fantasia e ti riconciliano con la natura, mi è capitata una bellissima cosa che voglio condividere con voi.

"Ero a Scanzano Ionico, alla fine del solito incontro di lavoro quando uno dei miei interlocutori mi dice: “Vorrei che tu partissi con un ricordo particolare della nostra città”. Mai mi sarei aspettato che mi portasse in un bar, un semplicissimo e scarno bar, luogo d’incontro e quotidianità di paese, come se ne trovano tanti in meridione. Ma per uno come me che vive di Toro e di emozioni legate ai colori granata, dal significato particolare. Mi rendo subito conto che il mio accompagnatore, con la sensibilità che solo certe persone meridionali posseggono, conoscendo la mia fede granata voleva veramente farmi un gran bel regalo.

"Entrando nel piccolo locale dove sulla porta d’ingresso capeggia una bandiera granata la mia emozione aumenta vedendo che dietro al bancone c’è un signore anziano, con una bianca e folta barba, vestito di granata. Il proprietario del piccolo bar sta servendo i suoi clienti vestendo la maglia del Toro! Tutto dentro è granata, la macchina del caffè con gli adesivi, le pareti con le foto degli indimenticabili Eroi, gagliardetti e tante altre cose che parlano della nostra storia.

"Così ho l’onore di conoscere Luigi Iannino, piccolo esercente di Scanzano Ionico, malato di Toro come me.

"“Ho settant’anni, da quando ne ho undici vivo solo per il Toro, come mio fratello con cui divido il bar e la fede”. Continua fratello, raccontami, parlami del nostro Toro, della passione che ci unisce: “Io ho iniziato ad amare il Toro grazie ai nostri Eroi, quella era la squadra più amata da tutta l’Italia e anche qui, nell’isolato meridione, erano considerati dei veri e propri miti. Nel loro ricordo sono cresciuto e nel loro ricordo ho trovato sempre la forza di tifare per il Toro, anche nei momenti più bui della nostra storia, come quelli dell’anno scorso. Non mi è mai venuta meno la fede e la voglia di Toro”.

"Quando il Torino gioca al sud, Luigi cerca di raggiungerlo e quando se lo può permettere, una volta ogni tanto, anche ora che è anziano raggiunge anche la sua Maratona a Torino. “Conosco tanti fratelli, soprattutto quelli della vecchia guardia, i migliori, oggi le cose sono cambiate ma è grazie ai loro valori, ai tanti sacrifici fatti in quei tempi che i giovani di oggi possono sentirsi orgogliosi di far parte di una tifoseria unica e diversa, anche se non è più come una volta, anche il tifoso, come il calcio, è cambiato” E’ un fiume in piena Luigi, sembra che nel bar ci siamo solo io e lui, gli altri clienti non contano: “L’anno scorso sono stato male, malissimo, non potevo credere che il mio Toro potesse sparire, una delle ragioni della mia vita. Fortunatamente è arrivato il presidente Cairo al quale sarò grato per il resto della mia vita. Adesso però dobbiamo pensare a salvarci e speriamo che il presidente d’ora in poi valuti bene cosa fare sugli allenatori e i sui giocatori da scegliere, perché se andiamo avanti così non sarà facile. Non vorrei rivedere di nuovo il Toro in B subito dopo aver conquistato la serie A, dopo tanta sofferenza”. Mi concedo da Luigi con un caldo e spassionato abbraccio tra granata.

"Scopro solo durante il viaggio verso l’aeroporto che il mio accompagnatore, a cui devo questo inaspettato regalo in questa splendida terra che è la Lucania, è simpatizzante gobbo e gli chiedo il perché mi abbia fatto vivere la splendida emozione. “Sì, sono simpatizzante bianconero ma qui da noi il Toro è sempre stato rispettato e stimato, il vostro tifo è diverso, vero, puro e incontaminabile. Avessimo anche noi la stessa vostra passione, la storia e i valori di voi tifosi del Toro, la Juventus sarebbe migliore e sicuramente meno odiata…”. Lo ringrazio e ricambio dicendogli che se tutti i gobbi fossero come lui forse la storia del Toro sarebbe stata diversa e le nostre sofferenze sarebbero state infinitamente minori. Avremmo passato molto meno tempo in meno a difenderci dalle continue trame e infime scorrettezze dei dirigenti della sua squadra verso il Toro che hanno fatto tanto male ai nostri colori.