mondo granata

Una mattina dagli Invincibili

di Paolo Morelli

Trecento. Non è il titolo di un film, ma il numero di persone che questa mattina si sono date appuntamento al cimitero Monumentale di Torino, per fare visita agli...

Redazione Toro News

di Paolo Morelli

Trecento. Non è il titolo di un film, ma il numero di persone che questa mattina si sono date appuntamento al cimitero Monumentale di Torino, per fare visita agli Invicibili sepolti nel camposanto cittadino. Ospiti per l'occasione anche il poeta Ermanno Eandi, Franco Ossola, Carla Maria Maroso e don Aldo Rabino. Ad accogliere i tifosi, Renata Santoro, dirigente dei Servizi Cimiteriali della Città di Torino e tifosa granata.

L'emozione per la vista delle lapidi si mescolava con la grande soddisfazione per una presenza così numerosa del pubblico granata, che per la prima volta si è riunito al cimitero Monumentale la mattina del 4 maggio. Lo conferma Carla Maria Maroso, che ha parlato - con tanta emozione - davanti al cenotafio che ricorda i caduti di Superga. «E' la prima volta in 60 anni», ha detto. La "memoria storica", Franco Ossola, ha commentato: «Credo che sia più straordinario qui ora, che oggi a Superga, perché questo non si è mai verificato». Ossola poi ha aggiunto, con un po' di amarezza: «Il Torino ha lasciato un'eredità di affetti strepitosa. Purtroppo solo la nostra città non si è mai ricordata per questi ragazzi. Ora andremo a vedere un monumento messo insieme all'ultimo momento per non fare brutta figura visto che a Torino ci sarebbero state le Olimpiadi. Ma il monumento al Grande Torino l'abbiamo chiesto da tanti anni, abbiamo anche chiesto uno scudetto che ci fu tolto. Questa è un po' la nostra storia».Ermanno Eandi chiude il discorso al pubblico con un ringraziamento verso gli organizzatori e i presenti, e lo fa con una sua poesia: «Alza il capo popolo granata,/ l'urlo della fede non lo puoi dimenticare./ Volgi lo sguardo al futuro/ certo di essere degno del glorioso passato». Ma prima di salutare le lapidi e recarsi al monumento, don Aldo Rabino riserva una preghiera al Grande Torino: «Restare uniti è il messaggio che questi ragazzi ci hanno voluto trasmettere, qui dopo 60 anni. Ma chiedendo che questa unità si faccia sempre più solida, che non ci metta in contrapposizione perché così non si va da nessuna parte». Il corteo fa visita ai sotterranei ove riposano alcuni dei giocatori scomparsi quel 4 maggio del '49, poi si sposta verso il monumento ideato dal pittore Luciano Cappellari ed inaugurato il 15 ottobre 2005. La gradevole mattinata fa da cornice all'emozione dei trecento accorsi a salutare gli Invincibili. A proposito di tempo atmosferico, a guardare ora all'insù, sembra che anche il cielo stia ricordando la tragica sciagura di 60 anni fa, anche solo per poco. Appuntamento alle 17, a Superga.

(foto di Paolo Pupillo)