16 maggio 1976, 16 maggio 2018. Sono passati esattamente 42 anni da quel leggendario pomeriggio del Comunale. Torino-Cesena: 64.790 tifosi in uno stadio che fremeva per un titolo che mancava da 27 lunghissimi anni, dai tempi del Grande Torino. Uno scudetto che per molti versi fu sorprendente e inatteso. L’addio di Ferrini, l’avvio di campionato difficile dei rivali della Juventus, considerata principale candidata al titolo finale, e una squadra di uomini che si dimostrò più forte delle difficoltà.
Nelle prime cinque giornate 2 vittorie (Ascoli e Sampdoria), 2 pareggi (Inter e Perugia) e una sconfitta (contro il Bologna): non certo un ruolino di marcia da prima della classe. Dal 21 marzo in poi però ecco la metamorfosi. Dalla sconfitta della Juventus contro il Cesena sino al derby vinto 2-1 (risultato tramutato in 2 a 0 per il Torino dal giudice sportivo a causa di un petardo lanciato dai tifosi della Juventus ed esploso nei pressi di Luciano Castellini). Poi ancora la sconfitta dei bianconeri contro l’Inter e la vetta della classifica agguantata. Vetta che il Torino difenderà sino all’ultima giornata, il 16 maggio 1976 appunto, prima dell’ultimo un match di campionato; al Comunale contro il Cesena.
Davanti allo sguardo impaziente di uno Stadio Comunale letteralmente gremito, a Pulici e compagni bastò un pareggio per 1 a 1. La Juventus infatti perse a Perugia e al momento del fischio finale i tifosi granata iniziarono la festa: il Torino era diventato Campione d’Italia per la settima volta nella sua storia. Uno scudetto che mancava dalla tragedia di Superga. Una vittoria cercata e trovata da una squadra che ancora oggi riecheggia nella leggenda del club granata: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici.
42 anni senza vincere uno scudetto sono veramente tanti e brucia ancora di più pensare che l’altra squadra di Torino dal 1976 a oggi hanno vinto 17 scudetti. In un calcio moderno in cui contano soltanto i soldi e non più l’attaccamento alla maglia e la tradizione di una società, ho l’impressione che lo scudetto lo vedremo vincere sempre ad altre squadre, purtroppo.
Bel ricordo Seagull
La foto non rappresenta affatto quel giorno: il colore granata era dappertutto, dentro, fuori dallo stadio, in tutta la città!
Ho avuto la fortuna di vivere quegli anni, ne avevo 17 l’anno dello scudetto: che gioia immensa! Con gli amici, a fine partita, siamo andati al Filadelfia e poi, a piedi, quasi in processione, fino in centro e poi a Superga, come a “offrire” lo scudetto agli Invincibili…
Tornato a casa a tarda notte (non c’erano cellulari) i miei erano anche preoccuparti, hanno però evitato la romanzina dopo che gli ho spiegato dove, come, con chi avevo trascorso quella giornata indimenticabile!
È passata una vita ma è ancora tutto vivissimo, chiaro e lucido in me il ricordo di quel giorno e auguro a tutti i giovani Granata di provare questa gioia: altro che 7 scudetti di fila, bevuti come bicchieri d’acqua gasata che al massimo di fanno “digerire”… noi ne abbiamo vinti 7 in totale nella nostra storia ma la gioia che si prova a vincerne uno, contro tutti e contro tutto, senza l’aiuto di nessuno, è qualcosa che loro non potranno neanche mai provare che cosa significa! FVCG, sempre!