Quando arriviamo a Superga, intorno alle 15, c’è qualche raggio di sole che illumina i primi presenti; una persona, al mio fianco, dice “ma come, con questa situazione terribile, Loro, lassù, non sono arrabbiati…?”. Ed ecco, poco dopo, un enorme nuvolose si piazza sopra il Colle, e inizia a scaricare acqua, prima, e perfino grandine, poi!Lampi e tuoni quando sul piazzale antistante arrivano i pullman del Torino FC. Scendono i ragazzi delle giovanili, quest’anno per la prima volta al gran completo alla cerimonia; la folla è numerosa, quasi 1500 i presenti stretti tra le colonne, davanti all’ingresso della Basilica.
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4 Maggio di ricordo e di contestazione
Quando arriviamo a Superga, intorno alle 15, c’è qualche raggio di sole che illumina i primi presenti; una persona, al mio fianco, dice “ma come, con questa situazione terribile, Loro, lassù, non sono...
L’interno, infatti, è quasi totalmente inagibile a causa dei ponteggi che la occupano per un restauro senz’altro d’obbligo ma che solo una tempistica infelice può far cadere proprio in corrispondenza di questo 60° anniversario; i convenuti si accalcano davanti al grande teleschermo che il club granata ha fatto allestire all’esterno, e sul quale viene trasmessa la celebrazione della Santa Messa. Quando non manca più molto alle 17, ed il cielo ha smesso di lacrimare, i giocatori della prima squadra scendono dal mezzo che li ha portati fin quassù e si avviano all’ingresso secondario che li condurrà dentro la grande chiesa dello Juvarra.
Fendono la folla, i granata, tra esortazioni ed applausi, più o meno intensi; Dzemaili, Natali, Fontana, Sereni tra i più graditi, ma anche Rubin, Bianchi, Corini, Säumel; non così per Rosina, cui una cinquantina scarsa di tifosi tributa solo fischi, inizialmente, e parole non affettuose, mentre il ragazzo procede verso destinazione: si va da generiche invettive alla richiesta di lasciare la fascia di capitano. Nel frattempo, scendono dalle auto anche Urbano Cairo, i dirigenti, e… Emanuele Filiberto di Savoia (?).La funzione, all’interno della Basilica, viene officiata da don Aldo Rabino, che non risparmia messaggi diretti tanto alle autorità cittadine quanto al presidente Cairo (a breve un sunto delle sue parole), suscitando gli applausi della folla che lo segue sul megaschermo, il cui suono arriva fino all’altare accanto al quale seguono, in silenzio, dirigenti e giocatori del Torino FC (tra cui anche un giocatore, Dzemaili, di altra fede rispetto a quella cristiano-cattolica del rito), nonché i parenti dei caduti.
Terminata la Messa, tutti i presenti escono per raggiungere la lapide sul retro della struttura, luogo dello schianto, dove il capitano legge i nomi dei Caduti. Tutto regolare, tutto come la celebrazione impone, da 60 anni in qua. Non così il seguito.Le poche decine di contestatori che si erano fatte sentire all’arrivo del capitano stesso, un’ora dopo sembrano essere diventati molti di più, e molto più rumorosi. L’obiettivo è lo stesso: Alessandro Rosina. Per il fantasista, il percorso dal luogo della lettura al pullman societario non è semplice, sottoposto a invettive di vario genere, finchè le voci isolate diventano coro di insulti, e il giocatore viene aiutato dagli uomini della sicurezza a raggiungere il mezzo e a salirvi in tutta fretta, mentre non cessa la contestazione nei suoi confronti.
Per la cronaca, neppure il presidente esce del tutto immune dalle forti esortazioni dei tifosi; il numero uno raggiunge poi il Filadelfia per continuare il confronto. Gli altri giocatori restano più o meno esclusi da simili manifestazioni, semmai sono bersagli di esortazioni a mettercela tutta, perché evidentemente una retrocessione non sarebbe davvero semplice da perdonare. C’è molta gente che comunque tributa applausi alla squadra, e, una volta ripartito il pullman societario, sul Colle inizia il dibattito tra chi (la maggior parte) tra i tifosi ancora non va via: c’è chi sostiene l’ineluttabilità dell’esplosione della rabbia tifosa, chi non la condivide affatto, chi è sostanzialmente d’accordo con le ragioni di chi contesta ma ritiene sede non opportuna Superga e il 4 Maggio. Tant’è, il sentimento del popolo granata è anche questo, e senz’altro nessuno potrà pensare di non aver capito, di non aver chiaro quanto sia teso questo momento. A giorni, la parola tornerà al campo, dove da parte di tutti si aspettano le risposte migliori.
(foto di Paolo Pupillo)
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