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A cAsA per restarci

Alessandro Salvatico - "E Surraco é ubriaco, e Surraco é ubriaco...", ad un certo punto intonano i giocatori sopra e i tifosi accanto al pullman. Lui, l'uruguagio protagonista di un buon finale di stagione,...

Redazione Toro News

Alessandro Salvatico - "E Surraco é ubriaco, e Surraco é ubriaco...", ad un certo punto intonano i giocatori sopra e i tifosi accanto al pullman. Lui, l'uruguagio protagonista di un buon finale di stagione, occhiali da sole (mentre piove) e cappello da jolly granata in testa, ride.E' uno degli innumerevoli momenti di delirio che hanno costellato le ore impiegate dal mezzo scoperto per muovere dal Filadelfia a piazza San Carlo. Verso la fine del percorso, la squadra é sfatta ma ha ancora voglia di festeggiare con la sua gente. Il più scatenato, Guberti: fa il lanciacori, é strafelice, si sente evidentemente parte di un gruppo nonostante il suo campionato sia stato sfortunato che di più non si può. Anche mister Ventura non risparmia balli e canti, tutt'altro; e quando la gente intona "Ogbonna in Nazionale", lui si unisce ma tappa le orecchie al proprio vicecapitano.

Davanti a tutti, in mezzo a tutti, viene piazzato Toni, il piccolo grande magazziniere, che regge uno scudetto con il numero 8, chiaro riferimento agli scudetti vinti "sul campo" e alle rivendicazioni di parte juventina. La maggior parte dei tifosi, però, preferiscono dichiararne "7 tutti pienamente onesti", per marcare la differenza rispetto ai cugini.

Sono 150mila, mille più mille meno, i cuori granata che si impadroniscono della città. Non un "semplice" raduno in piazza, ma un ritrovo in quel luogo magico e in rovina che é il Filadelfia, quindi chilometri a piedi per la Torino che é granata.Solo una bandiera bianconera viene sventolata da una finestra, lungo tutto il percorso; ed é significativo che i primi ad intonare un coro di sberleffo nei confronti del "nemico" siano proprio i giocatori, guidati da un incontenibile Giacomo Ferri, bandana in testa e bandiera in mano per tutto il tragitto. Accanto a lui, muoiono in corrispondenza delle parole volgari i cori sulle labbra ad Urbano Cairo, che partecipa ma proprio non riesce a finire la frase "Vi romperemo il..."; la sua finisce lì.

Il Toro torna in A, é giusto per un paio di giorni dedicarsi solo all'ubriacatura (in senso metaforico...ma anche no) di gioia, senza pensare, senza argini di razionalità alla propria felicità. Poi, la dirigenza dovrà iniziare a programmare. Con un vantaggio che da anni non conosce, quello di aver evitato i play-off: anche solo una settimana, in termini di calciomercato, ha il suo peso. Le fondamenta ci sono: due contratti biennali per un allenatore e un ds che lavorano in sintonia. Dovranno arrivare anche i denari e molte altre cose, perché la Serie A per il Toro é casa, non un alloggio per studenti uso transitorio.