di Michele Ferrero
toro
Al servizio del collettivo
di Michele Ferrero
Dal momento che lo scacchiere tattico di Torino-Palermo era lo stesso dell’ultima partita col Messina (anche i rosanero giocano con il 4-4-2 sia pur con ritmo e qualità ben superiori) avevo...
Dal momento che lo scacchiere tattico di Torino-Palermo era lo stesso dell’ultima partita col Messina (anche i rosanero giocano con il 4-4-2 sia pur con ritmo e qualità ben superiori) avevo deciso a priori di soffermarmi sui singoli.Mi premeva verificare i segnali di ripresa di Abbruscato, ed analizzare in particolare la prova di Gallo, che era chiamato ad un compito molto difficile. Infatti le squadre di Guidolin, tramite un pressing costante ed abbastanza alto, tendono a costruire intorno al pensatore avversario una gabbia di stress, per tenerlo perennemente in allarme. Una situazione fatta apposta per evidenziare un eventuale limite di Fabio, che non è certo tecnico, ma dinamico. Il nostro regista se l’è cavata egregiamente, si è mosso con intelligenza, sia arretrando che spostandosi lateralmente per sottrarsi al pressing, e sono uscito dallo stadio convinto che avesse fatto una buona gara. Rivendendola in cassetta, ed annotando tutte le giocate di Gallo, mi sono reso conto che la sua partita è stata sorprendente, di livello addirittura eccellente, ben oltre la sufficienza che gli è stata assegnata da quasi tutti i giornali.A parte i primi 4 minuti nei quali tutto il Toro ha sbandato (3 palle gol del Palermo che hanno fatto di Abbiati l’uomo decisivo) Gallo non ha praticamente sbagliato un pallone. E ne ha giocati un’infinità. Non c’è un minuto di questa gara nel quale Gallo non interviene, ora proponendo gioco con appoggi semplici ma precisi, ora cambiando il fronte con aperture anche pregevoli, ora chiudendo e raddoppiando il compagno in difficoltà. Ha sempre agito al servizio del collettivo, rallentando il ritmo quando il Palermo pareva stesse prendendo il sopravvento ed aumentandolo in verticale quando il Toro ha provato a vincere senza indugi in avvio di ripresa.Decisivo al 20’ del primo tempo: l’episodio tende a passare inosservato ma Fabio, saltando in barriera con perfetta scelta di tempo, ribatte di testa una punizione di Di Michele destinata nell’angolo, ed anche in un paio di altre situazioni di disimpegno il suo lavoro, pur non rubando mai l’occhio, è stato prezioso.A far impennare il rendimento di Gallo hanno contribuito 3 fattori da non trascurare: l’assistenza di un inesauribile Ardito, il movimento senza palla dei compagni (senza il quale qualunque regista finirebbe per naufragare) e l’assenza di Guana, che dei mediani del Palermo è quello che sa mordere con più intensità. In ogni caso quando Fabio è arrivato a gennaio 2006, in serie B e fuori condizione, non mi sarei aspettato di ritrovarlo ai livelli di oggi, ed è giusto fare i complimenti al giocatore e a De Biasi che lo ha rilanciato rinnovandogli un’antica fiducia.Allo stesso modo i mormorii della Maratona in occasione dei numerosi anticipi subìti da Abbruscato, ed il generale senso di liberazione al momento della sua sostituzione, mi avevano fatto pensare ad una prestazione totalmente negativa di Elvis. Considerando però che il Toro non aveva giocato affatto male, e tenendo presente che è il movimento delle punteche di solito fa giocar bene una squadra, la prova del centravanti poteva non essere tutta da buttare. Ero curioso di verificare. Barzagli lo ha sovrastato nettamente sui palloni alti e profondi, ma Abbruscato si è mosso con generosità e con una certa continuità. Infatti 13 giocate utili (con 5 falli procurati) e 17 palle perse (anticipi compresi) non sono un bilancio così negativo per un attaccante. Inoltre rivedendo le 3 occasioni nelle quali Rosina è riuscito a partire nella tipica percussione centrale, facendo ammonire sia Biava che Simplicio, si nota sempre in partenza dell’azione un intelligente movimento ad allargarsi di Abbruscato, che gli crea il corridoio con i tempi giusti. Quando è entrato Stellone per Muzzi, Abbruscato gli ha ceduto il centro ed è passato sul lato sinistro del fronte d’attacco. Roberto ha avuto subito un’occasione notevole, ma non ha avuto il riflesso giusto, mentre dopo l’uscita di Elvis (mancavano ancora 20 minuti più recupero) il Toro ha creato un solo pericolo (sempre Stellone, esterno della rete) ed è calato vistosamente concedendo a Caracciolo un paio di azioni nel finale di gara. Specialmente Rosina, che aveva speso moltissimo, è sparito, ma anche se avesse avuto ancora qualche energia ho il sospetto che non avrebbe trovato più i giusti spazi per incidere.Chiaro che ad Abbruscato è mancata la conclusione a rete, ed un paio di tentativi goffi sono rimasti nella nostra memoria. Ed in questi casi raggiungere la sufficienza è quasi impossibile, perché spesso il giudizio della critica e di noi tifosi si basa sulle giocate individuali. Non dico che l’avrebbe meritata, questo no, ma credo che l’allenatore sia stato parzialmente accontentato da Elvis, almeno a livello di gioco di squadra.
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