Sempre controcorrente, ma sempre per il bene del “suo” Toro. Aldo Agroppi non si risparmia dopo la sconfitta contro la Roma, cercando però di calmare gli animi dei tifosi. Una rassegnazione, sembrerebbe, figlia della storia granata.
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Aldo Agroppi: “Il Torino non è una grande squadra”
Esclusiva / Una delle voci più granata possibili sulla sconfitta di Roma: "Belotti non c'è più, ma serve pazienza. Non ci sono altri grandi giocatori al Toro"
Buongiorno Aldo. Un intero weekend passato a cercare spiegazioni e soluzioni all’ennesimo caso da Doctor Jekyll e Mister Hyde di questo Toro. Benissimo il primo tempo, non pervenuto nella ripresa. Cosa succede?
Il Torino poteva vincere 3-0 nei primi 45’, la trasformazione nel secondo tempo è stata incredibile. All’inizio la squadra ha messo sotto la Roma, ma se in trasferta hai tre occasioni da gol e non le sfrutti, poi paghi. Quante occasioni volevano? Quelle tre (Falque, Acquah e Belotti, ndr) erano clamorose. Poi è venuta fuori la Roma che nel primo tempo era davvero troppo sotto tono e dopo il primo gol il Torino si è disunito perché in questo periodo il morale dei giocatori è sotto terra.
Non è la prima volta però che questo accade. Serve uno psicologo?
I periodi difficili li hanno tutte le squadre, non si può giocare sempre bene per tutto il campionato, come non si può giocare sempre male. In questo caso però gira tutto su tre occasioni da gol sbagliate. Sono situazioni che bisogna saper gestire. Il Torino non è l’unica squadra in ritardo sulla tabella di marcia ipotizzata a inizio stagione. C’è il Milan, la Fiorentina, l’Udinese, il Cagliari, anche il Genoa fino a poco tempo fa.
Per i tifosi però non funziona il proverbio “mal comune, mezzo gaudio”…
I tifosi devono mettersi in testa che il Torino è una squadra normale. Lo ripeto, normale. Non ci possiamo reputare una grande, siamo una squadra che, se tutti danno il 100% e le cose vanno per il meglio, può ambire a un posto in Europa League. Più di così non possiamo andare. Ma, ripeto, in questo momento mancano solo i gol. Se al Toro del ’76 togli Pulici e Graziani chi la metteva dentro? Ora è lo stesso con Belotti. I problemi ci sarebbero se non si creassero occasioni, ma a Roma i granata ne hanno avute tre enormi. Anche contro la Juve Belotti poteva andare in gol con quel contropiede. Tutto dipende da lui.
Vero, ma il tempo passa e gli alibi diminuiscono. Come si recupera il Gallo?
Con il tempo, non di certo mettendolo in panchina. Ci fu un campionato in cui Pulici al Toro fece un gol. L’anno dopo ne segnò 22. Io stesso al Torino ebbi una stagione strepitosa con sette gol e la chiamata in Nazionale. La stagione successiva facendo le stesse cose, stessi allenamenti, stesso allenatore, feci un’annata disastrosa. I calciatori non sono delle macchine. Belotti deve ritrovare condizione, morale e anche un po’ di fortuna.
La situazione però non sembra in via di miglioramento per il gruppo granata.
Giocano apposta per perdere? No. Quindi cerchiamo di capire che esistono anche dei limiti: di personalità, di soggezione, di paura. Non ci sono Sala, Graziani, Pulici, Zaccarelli, Pecci, Agroppi, Cereser, Fossati, Poletti, Vieri… Non c’è un solo grande giocatore. Il Torino aveva puntato tutto su Belotti e lui adesso non c’è, ma non per scelta sua, poveretto. Serve pazienza e venderlo a giugno sarebbe un errore.
Nel bene e nel male, non siamo esenti dalla malattia dei “paragoni”. Mihajlovic o Mazzarri?
Mazzarri sarà contestato come lo fu Mihajlovic. Io ribadisco che gli allenatori partecipano, i giocatori fanno gol. Mazzarri ha il compito di allenare bene la sua rosa, preparare la partita, spiegare le posizioni, gli scambi, cosa fare in campo. A Roma ha presentato tre giocatori davanti al portiere, se poi non segnano non è colpa sua. La stagione non era partita male, ora purtroppo tutto gira male. Dovevi giocare con il Crotone e probabilmente avresti vinto e cancellato tutte le polemiche. La disgrazia vera è stata quella di Astori, però la concomitanza del non giocare ha tolto la possibilità di una vittoria che avrebbe messo tutto a tacere.
La morale è che dobbiamo stare tutti un po’ più tranquilli e essere positivi per il futuro?
Il Torino non ha grossi talenti, ma è inutile sbattere la testa al muro. Gli allenamenti li fanno, la vita da professionisti pure, sono dei buoni giocatori che però devono tornare a essere bravi giocatori come hanno fatto vedere in passato. Ora sono modesti. La squadra è questa, i tifosi stiano tranquilli. Bisogna amare la storia del Toro, la maglia e non contestare quando le cose vanno male. Sperando sempre che questo Torino ritorni a essere Toro.
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