"Amauri Carvalho de Oliveira non è mai stato un goleador: in 347 partite da professionista tra A e serie cadetta (un solo anno a Messina, a dir la verità) non ha mai segnato più di 15 gol a stagione. Un numero consistente, certo, ma non sufficiente per elevarlo a livello di attaccante goleador. Per diventare un grande attaccante gli è sempre mancato un fattore fondamentale: la continuità. La stagione più brillante sotto il profilo realizzativo risale al 2007/2008, quando ancora incantava il pubblico della Favorita di Palermo con colpi di genio che facevano brillare gli occhi. La sua carriera è stata un susseguo di alti e bassi, un peregrinare tra Torino (sponda Juventus prima, sponda Torino adesso), Firenze e Parma alla ricerca dell'ambiente adatto che, a guardare i numeri, non è riuscito a trovare se non a sprazzi. L'ultimo gol, in ordine cronologico, è la doppietta del 18 maggio scorso contro il Livorno. La vittoria di Pirro contro all'ultima giornata si è poi trasformata in beffa, dopo aver scoperto le inadempienze societarie del presidente Ghirardi che hanno portato al mancato concedimento della licenza UEFA. Adesso il brasiliano è sbarcato a Torino, sponda granata, dove cercherà di raccogliere la pesante eredità lasciata da Alessio Cerci. Compito difficile, se non impossibile: le premesse non sono state migliori - anche per diversi esperimenti tattici che hanno visto protagonista Ventura - ma l'attaccante saprà certamente offrire il suo contributo alla causa granata.
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Torino, Amauri e il rapporto con il gol: a digiuno da maggio
L'attaccante italo-brasiliano fa fatica a segnare: l'ultima gioia risale allo scorso campionato, quando vestiva ancora la maglia del Parma
"IL MODULO E' QUELLO GIUSTO? - Dal momento che Amauri fa del gioco aereo l'arma più affilata a sua disposizione, la risposa è una sola: sì. Il test infrasettimanale contro la Luese ha dimostrato la verità di questa affermazione. Il feeling con i compagni di reparto è collaudato, l'intesa con Quagliarella è quella giusta, ma continua a mancare ancora qualcosa Il ritmo e la consistenza degli avversari in Serie A sono totalmente diversi rispetto ad una blanda amichevole: per questo motivo, Ventura è impegnato in esperimenti tattici per cercare di trovare soluzioni offensive alternative. Il modulo con una punta sola supportata da un fantastica rapido e dal piede educato adesso va per la maggiore, ma il 3-5-2 rimane una boa dalla quale non allontanarsi troppo. Ricordare troppo Cerci e Immobile non è salutare, ne per i tifosi, tantomeno per i giocatori, che cadrebbero nell'errore di provare a reggere il confronto. Eppure, l'apporto dalle corsie laterali non è mai mancato in termini di cross e traversoni: Molinaro, Darmian e il sorprendente Bruno Peres sono in prima fila quando si tratta di servire palloni verso l'area di rigore. Anche Sanchez Mino ed El Kaddouri, letali negli inserimenti, cercano di alzare il tasso di pericolosità. Il brasiliano sgomita, fa valere i muscoli ma fatica ancora a imporsi come aveva abituato un tempo. E' in corso una lenta trasformazione e un lento inserimento dei nuovi giocatori nel modulo di Ventura: l'esempio di Maksimovic deve essere d'esempio. E anche Amauri, appena sarà perfettamente integrato nell'ambiente granata, ritornerà a segnare.
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