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Analisi diverse

(prosegue) C'é infatti chi vede, nella convocazione di tale conferenza, una conferma della tensione che starebbe vivendo il...

Redazione Toro News

"(prosegue) C'é infatti chi vede, nella convocazione di tale conferenza, una conferma della tensione che starebbe vivendo il presidente, il quale non avrebbe ritenuto sufficienti le precedenti smentite perché voleva essere più che mai sicuro di mettere a tacere quanto ormai era di pubblico dominio; in caso la trattativa fosse ben avviata, perché la conferenza? E in caso invece non ci sia nulla, perché la conferenza? Dall'altra parte, c'é chi risponde che, così facendo, Cairo abbia voluto con il suo “metterci la faccia” dare forza alla smentita, renderla più categorica ed inconfutabile. Nessuna delle due parti sembra dare particolarmente peso alla motivazione addotta dall'editore stesso, ossia il “caso” fortuito, legato al derby di beneficienza; costante che ritroveremo anche più avanti, questa per cui pare che ognuno si faccia una propria idea -legittimamente dettata dalle proprie inclinazioni e speranze- ma che curiosamente è ben poco basata sulle parole della conferenza, che sarebbero in realtà l'oggetto del dibattito. Cairo parla ancora una volta di “destabilizzazione” dietro le voci circolate sul suo club. Anche qui, c'é chi plaude al “coraggio” del patron, che non tacerebbe una verità da sempre esistente ma spesso poco evocata causa paura; il proprietario del Torino cita la lunga telenovela (anzi, la lunga farsa, diciamo noi) Ciuccariello, che tenne in scacco l'attenzione di molti per quasi due mesi. C'é chi pensa invece che il paragone non regga: notizie battute per poche ore come appunto quelle di questi giorni, appena più di 24 prima della sua conferenza (tempi quindi rapidissimi), difficilmente potrebbero essere definite “piani di destabilizzazione”; e aggiunge che i “poteri forti” cui fa cenno sono gli stessi con i quali si sarebbe incontrato poco prima, per il famoso derby di beneficienza. Difficile invece, oggettivamente, spaccarsi su un altro passaggio del discorso presidenziale: la “pubblicità” che si sarebbero fatte le aziende coinvolte. Ma bisogna comprendere che Cairo è stato toccato dalle esperienze legate a precedenti fantasiosi nomi, come i Tesoro per i quali il timore era sicuramente fondato; improbabile pensare però che le multinazionali di cui si è parlato possano beneficiare di eventuale notorierà derivante dal venire accostate al club granata ed al suo patron. Insomma, ci sono letture contrapposte, probabilmente filtrate dai desideri e dalle posizioni dei singoli: chi stima Cairo tanto da sperare che non molli, e chi invece vuole vedere dietro ogni sua parola uno spiraglio per la cessione. Da parte di questi ultimi, si registrano alcuni “non detti” presidenziali, come lo stesso nome “Etihad”, cui Cairo accenna (senza mai nominarla direttamente, in realtà) in apertura, per poi non farvi più nemmeno cenno in seguito, limitandosi a ribadire la smentita solo nei confronti di Red Bull e Fly Emirates. Forse ha ragione chi pensa che i contatti negati dal presidente possano essere in realtà avvenuti tra altri soggetti coinvolti, e per ora non direttamente con il numero uno, il che sarebbe pratica consueta; o che l'assenza di trattative ed il “non vendo” non escluda che, comunque, a qualcuno interessi il Torino, al di là della possibile disponibilità o meno dell'imprenditore alessandrino a trattare. Chi la pensa in maniera opposta ribatte: difficile che, davanti ad un'offerta di 30 o più milioni cash proveniente da uno dei magnati più grandi del globo, Cairo possa rifiutare. Posizioni tutte legittime; probabilmente ciascuno si fa un po' l'idea che vuole farsi, e che voleva farsi già da prima della conferenza stessa, dalla quale alcuni si aspettevano qualcosa di più, qualche argomento più forte, qualche elemento più convincente. Posizioni diverse, che forniscono un unico riscontro sicuro: la bolla non si è ancora sgonfiata, l'effetto di “stop” che si voleva non è stato ottenuto. Lo sceicco Mansour è uomo di una ricchezza semplicemente inimmaginabile, roba al cui confronto Moratti è un parsimonioso risparmiatore. Ricchezza accumulata non con il petrolio, come ognuno pensa, ma con i cavalli, i migliori del mondo, che la sua famiglia ha sempre venduto alla regina d'Inghilterra. E' un uomo che parla poco, pochissimo; una sua smentita, anche solo per bocca di un portavoce, finora non c'è stata, e questo è un altro dato di realtà inconfutabile. Le ultime sue parole registrate oltremanica, anzi, risalgono alla settimana scorsa e parlano della sua “volontà di ripetere altrove in Europa l'esperienza del Man City”. Che poi “altrove in Europa” voglia dire immediatamente “a Torino”, è un salto logico piuttosto azzardato; se non fosse che ci siamo imbattuti, personalmente, nella evidenza di un interesse per la situazione del club di Cairo. Un solo elemento, concreto e molto chiaro. Ma se davvero Etihad Airways vorrà rendere concreto quell'interesse ad approfondire la questione-Toro del quale abbiamo avuto riscontro concreto, e che abbiamo girato l'altroieri ai lettori, dovrà presto o tardi fare la sua mossa ed uscire allo scoperto. Comunque vada, c'è una notizia buona: il granata attira ancora qualcuno. E probabilmente, sarà molto più facile che l'eventuale acquirente che verrà arrivi dall'estero, che non dal panorama italico, mai tanto asfittico. Dopodiché, Cairo ha il diritto di non replicare alle proposte che dovesse ricevere, di non rendere pubblici i propri affari (ovviamente), di dare le smentite che ritiene giusto dare; di sicuro, chi vive quotidianamente gli ambienti vicini al club granata esce da questi giorni con addosso, se non altro, l'elettricità nuova che c'é nella aria intorno al Toro; e con la sensazione che, dopo infinite farse ai danni del Toro stesso e dopo tante speranze cadute, al di là di tutto si stiano creando i presupposti perché qualcosa presto o tardi possa accadere davvero. Intanto, sabato “accadrà davvero” Torino-Frosinone: non che si sia mai smesso, ma ora sarà bene che tutti si torni a pensare con forza e con trasporto (pur se è forse un po' difficile, quando in testa si hanno sceicchi e scenari fantastici) al campionato, alla squadra ed al suo allenatore, ad una Serie B per risalire la quale la squadra ha bisogno della sua gente intorno. Non è mai venuta meno, non verrà meno ora; può discutere, argomentare, sognare, ma non dimentica che oggi c'é una realtà, ci sono dei giocatori, ci sono delle partite da seguire con tutto il cuore.