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Aprire il portafogli!

Alessandro Salvatico - Un anno fa, mentre il Torino annaspava in mezzo alle difficoltà di un mercato che non gli consentiva di acquistare un centrocampista di sostanza come richiedeva l'allenatore, ecco che proprio negli...

Redazione Toro News

Alessandro Salvatico - Un anno fa, mentre il Torino annaspava in mezzo alle difficoltà di un mercato che non gli consentiva di acquistare un centrocampista di sostanza come richiedeva l'allenatore, ecco che proprio negli stessi giorni a Bergamo facevano un bonifico di 1,8 milioni di euro per aggiungere un centrocampista giovane e nazionale sudamericano (cileno: Carmona, comprato a metà) ad un settore, quello mediano nerazzurro, già ricchissimo di alternative di qualità. Inutile ricordare come, alla fine, l'Atalanta abbia fatto 21 (ventuno) punti in più dei granata.Questo era un esempio qualsiasi, che riportiamo alla mente per il timore di trovarci nuovamente di fronte a situazioni simili nelle prossime settimane. Timore che ci pare giustificato dalle titubanze toriniste nell'accontentare Ventura con l'acquisto del centrocampista che chiede, che non é Iniesta ma solamente Gazzi. Molte le problematiche che da parte del soggetto interessato (teoricamente) ad acquistare stanno insorgendo, legate al costo del cartellino e all'ingaggio. Costo del cartellino che, per la cronaca, é lo stesso dell'atalantino Carmona (per questo l'esempio), e potrà anche essere ritenuto eccessivo ma sarebbe bello che per una volta un tecnico a Torino venisse accontentato. E sapere del traccheggiamento su di lui come su Gillet non é una bella notizia, per chi vuole ancora credere che il club di via dell'Arcivescovado voglia impegnarsi (leggi: investire) per fare una squadra da A.Sì, é arrivato Ebagua; in compartecipazione. Quando sarebbe stato in scadenza con il Varese nella prossima stagione, e con un risibile sforzo economico in più sarebbe diventato tutto di proprietà; invece no, un'altra situazione aperta, e un altro giocatore non completamente granata. Non é una bella notizia nemmeno questa.E' una pessima notizia, invece, venire a conoscenza degli accordi tra Padova e Genoa che potrebbero portare in Veneto alcuni dei migliori giovani rossoblù; non tanto per la prospettiva che i biancorossi (prossima diretta concorrente) si rafforzeranno, ma perché il fatto che Foschi riesca a strappare delle comproprietà laddove al Torino sono sempre e solamente prestiti, brucia. Inutile nasconderlo.Non é un bel segnale neppure sapere che per Mirco Antenucci si tratta il rinnovo della comproprietà. Se é lui l'uomo sul quale si intende costruire l'attacco e quindi la squadra per la promozione, e non si punta con convinzione (leggi: con due soldi) neppure su di lui, su chi lo si farà?E si aggiungono altri segnali ancora peggiori, che arrivano uno dopo l'altro in questi giorni (e che taciamo per pietà), e che ci dicono come per molte situazioni di prestiti il Torino intenda rinunciare ai diritti di riscatto, per poi tornare in seguito a trattare con le singole società il ritorno dei giocatori a prezzi ancora inferiori.Ma cosa si é imparato dal fallimento? Che cosa? Questa é la domanda che inizia a martellare nella testa.Cosa si intende fare per invertire la rotta? Richiedere prestiti, lavorare per rinnovi di prestiti possibilmente ancor meno onerosi dei precedenti (!), rinunciare agli obiettivi primari causa costi non certo impegnativi, tutto ciò fa sì che ci si chieda -senza disfattismi che non ci appartengono, ma con un filo di legittima preoccupazione- quali intenzioni abbia il presidente Cairo. Questa sarà pure la modesta Serie B, ma i fatti dovrebbero aver ben dimostrato che si può anche avere un dirigente capace ed un allenatore espertissimo, i quali però non possono nulla senza un po' di carburante. Le figuracce cui rischia di essere esposto il Torino ancor prima che inizi la stagione vanno evitate. Bisogna -e possibilmente prima di Agosto- aprire quel portafogli chiuso da tempo.

(foto M.Dreosti)