Si diceva ieri mattina di un Toro che ritrovava Bianchi e che, anche con lui, cercava di ritrovare pure la via del gol; missione compiuta, ma non nel modo atteso.Il capitano infatti non ha timbrato il cartellino (o meglio, lo ha fatto ma, come già contro il Vicenza, una questione di centimetri gli ha strozzato l'urlo in gola), ma la squadra fa quel che deve fare: tre reti, esito doveroso -ma non scontato- quando si affronta l'ultima in classifica.Nessuna di queste, però, arriva da un attaccante.La palla, però, inizia davvero a “frullare” a dovere. Alcune azioni granata (con il centrocampista a ricevere palla faccia alla porta sulla trequarti e quindi a servire il taglio dell'esterno verso l'area) ricordano da vicino quelle del Bari di Ventura che stupì tutti, e questo “nonostante” in campo ci sia quel centravanti che in linea teorica renderebbe difficile attuare un gioco del genere.A centrocampo Iori riesce a fare calcio, grazie all'inopinata sostituzione di Barusso da parte di Auteri dopo appena 25' che lascia la Nocerina con in pratica due registi e nessun interditore, ma soprattutto grazie al contributo di Settepolmoni Basha il quale gli risparmia quasi tutta la fatica dei rientri; dal canto suo, Vives conferma di rendere tanto in una mediana a due quanto in una posizione ibrida come quella occupata ieri con un centrocampo a tre, mentre Stevanovic é l'altro svizzero cui il riposo ha giovato palesemente.“Il Toro é una squadra”, dice Ventura, volendo dire con questo di aver plasmato (con intelligenza, esperienza, furbizia) un gruppo dove chi gioca poco va comunque in campo sereno a dare il proprio contributo, quando vi viene chiamato.E' un Toro che continua a lamentare i problemi di mira sottoporta; se nelle ultime uscite per fare un golletto ci volevano 6-7 azioni pericolose fallite, ieri per farne 3 ne sono state necessarie una quindicina, dunque la proporzione non cambia.Ma due pensieri fanno sorridere vieppiù il tecnico in merito alla continua crescita dei suoi, due pensieri sul futuro prossimo. Il primo: la Primavera alle porte regalerà campi leggeri su cui gli esterni e gli uomini di maggior talento (rispetto alle avversarie) dei granata potranno rendere al meglio (e fra questi ci mettiamo pure Guberti...). La seconda: l'avvicinarsi (o l'allontanarsi, a seconda dei casi) degli obiettivi stagionali porterà molte squadre a fare all'Olimpico come ieri la Nocerina: abbandonare le barricate, provarci per non perdere gli ultimi treni di classifica, e quindi lasciare spazi perché la banda-Ventura possa far frullare il proprio gioco.I presupposti ci sono tutti.
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Aspettando le punte, ecco gioco e gol
Si diceva ieri mattina di un Toro che ritrovava Bianchi e che, anche con lui, cercava di ritrovare pure la via del gol; missione compiuta, ma non nel modo atteso.
Il capitano infatti non ha timbrato il cartellino (o meglio, lo ha fatto ma,...
(foto N.Campo)
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