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Antonino Asta: “Sospendiamo i giudizi sul Toro. L’Europa resta alla portata”

Esclusiva / L'ex capitano granata: "Col centrocampo a due in queste partite si soffre troppo"

Marco Parella

Carattere, grinta e pomoni, ma anche piedi buoni e idee. In campo e poi in panchina. Antonino Asta è una voce dal sicuro graffio granata, mai banale e capace di analizzare, ora a mente fredda, la "Caporetto" di sabato sera.

Buonasera mister, associare questo derby e la parola speranza non è facile, ma c'è qualcosa che possiamo salvare?

Non è semplice trovare qualcosa di positivo in una serata del genere. Un risultato senza appello e potevamo prendere un'imbarcata ancora peggiore. I giocatori a un certo punto lo hanno capito e si sono difesi, per quanto possibile. È dura però commentare un 4-0, perché quando ti trovi sotto di un gol e con un episodio quasi extra-calcistico come l'espulsione di Baselli le analisi tattiche lasciano un po' il tempo che trovano. Però anche in 11 contro 11 mi è sembrato un Toro che con due soli centrocampisti soffrisse troppo...

Vuol dire che Allegri si è adattato al Torino accantonando Higuain e spostando Mandzukic, mentre Mihajlovic ha voluto insistere a tutti i costi con il 4-2-3-1, peccando di presunzione?

Ben venga quando un allenatore, soprattutto se del Toro, cerca di cambiare la mentalità degli ultimi anni e va a giocare in casa della Juve in maniera spregiudicata. La voglia è apprezzabile, ma poi in campo i due esterni, Iago Falque e Niang, si abbassavano moltissimo per dare una mano alla difesa, con il risultato che diventava difficoltoso ripartire. Si soffriva sia in fase di possesso che in quella di non possesso. Infatti quando poi Mihajlovic ha inserito Acquah ed è passato a un centrocampo a tre, nonostante l'uomo in meno la squadra ha retto meglio.

In molti hanno avuto l'impressione che il Torino sceso in campo allo Stadium fosse, se non timoroso, scarico mentalmente o fisicamente.

Sì, è stata la sensazione di molti, anche se poi nel calcio basta un episodio per ribaltarla. Invece mi ha colpito l'atteggiamento dei bianconeri: la Juve ha fatto il Toro, andando ad aggredire molto alta per rubare palla e ripartire e i granata mi sono parsi impreparati a questo tipo di gioco. Non riuscivano a uscire palla al piede, arrivavano costantemente in ritardo sul pallone. C'è da dire che loro sono più forti, certo, ma rimane il rammarico perché questo Toro poteva impensierire ben di più i padroni di casa.

Nella debacle comune, qualcuno si è salvato?

Sicuramente Sirigu, ma anche Lyanco, nonostante fosse al suo primo derby, ha mostrato personalità e doti tecniche. Bene anche Ljajic che dalla fine dello scorso campionato è migliorato tanto sotto l'aspetto dell'intensità, della continuità di prestazioni e dell'assunzione di responsabilità. Spero continui così. Male Niang, ma quando la partita si mette in un certo modo giocatori con le sue caratteristiche (e in parte anche quelle di Iago Falque) vengono un po' meno. Sarebbe comunque ingeneroso dare giudizi ai singoli, meglio resettare tutto e ripartire.

Alla vigilia del derby praticamente tutti i media avevano parlato di un derby molto più equilibrato che in passato, con il Torino che ci arrivava da imbattuto in campionato. Troppi voli pindarici?

Il tam tam generale ha caricato più quelli della Juve, o meglio, loro hanno imparato a portare rispetto ai granata. Lo ha detto anche Allegri. Sono però d'accordo con Mihajlovic, questo è un brutto incidente di percorso, si deve andare avanti, consapevoli che a volte questi risultati ti danno maggior spinta nel lungo periodo per inseguire obiettivi importanti.

Mister Asta, crede che l'Europa League sia un obiettivo realistico per il Torino 2017/'18?

Assolutamente sì, perché il gruppo è solido e ha dimostrato di valere nelle giornate prima del derby. Sa soffrire quando serve, è maturo e ha l'obbligo di lottare per la qualificazione fino all'ultima giornata.

Attualmente lei sta allenando il Teramo (Serie C, ndr), per voi che campionato sarà?

Veniamo anche noi da una pesante sconfitta contro il Pordenone, ma loro sono una corazzata che punta alla B. Noi siamo la rosa più giovane di tutti i gironi e puntiamo a salvarci. Il nostro campionato è un altro, l'obiettivo è tenere quattro squadre dietro e stringere i denti.