Un maestro, ma anche una miniera di soldi, per gli altri. Questo è stato Sergio Vatta che oggi taglia il traguardo dei suoi primi 75 anni. Perché il figlio dell’Istria si è consacrato a Torino come forgiatore di talenti, ma soprattutto come creatore di capitale vero per le società nelle quali ha lavorato, Toro in primis. Era il ’75, si alternava tra Ivrea e Torino prima che Giacinto Ellena, vedendoci ancora una volta lunghissimo, lo volle tutto per sé, dando vita ad una coppia prolifica e determinante per il futuro non solo dei granata.
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Auguri, maestro Vatta
Un maestro, ma anche una miniera di soldi, per gli altri. Questo è stato Sergio Vatta che oggi taglia il traguardo dei suoi primi 75 anni. Perché il figlio dell’Istria si è consacrato a Torino come forgiatore di...
Scoperte di talenti veri, come Roberto Cravero, Gigi Lentini, Diego Fuser, Christian Vieri, Dino Baggio, Giorgio Venturin, Antonio Comi, Silvano Benedetti o Claudio Sclosa, più tutti gli altri che ha formato e allenato sino al ’91. Certo, ci sono i quattro scudetti, le sei coppe Italia, i quattro tornei di Viareggio con la Primavera del Torino (a cui aggiungere uno scudetto Giovanissimi e uno Primavera alla Lazio), ma soprattutto c’è il significato profondo che aveva allora il Filadelfia come scuola di sport e di vita. Andò anche a visionare un giovanissimo Platini, che si poteva portare via relativamente a poco ma venne bocciato da Gigi Radice, uno con il quale Vatta non andava d’accordo perché al Filadelfia voleva comandare lui. E’ stato cancellato dal calcio che conta sin troppo presto e così sin troppo presto hanno cominciato a rimpiangerlo in molti perché l’esperienza non si compra al mercato. E soprattutto il Toro si è dimenticato di lui, del suo contributo essenziale alla causa. Dimenticandosi anche che come minimo con tutti i ragazzi lanciati e poi venduti a peso d’oro per almeno due decenni ha contribuito a mantenere solide le casse della società. Un maestro di vita, Vatta. Ecco perché i tifosi ancora oggi lo adorano.Diego Fornero (Twitter: @diegofornero)(foto M.Dreosti)
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