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Benitez e Ventura: uomini normali con una grande passione per il calcio

Verso Napoli - Torino, il confronto tra i due tecnici / Benitez fedele al 4-2-3-1 dai tempi di Liverpool. Ventura è passato al 3-5-2, ma le scelte di mercato hanno imposto delle...

Federico Lanza

"Ci sono allenatori e allenatori. C'è chi arriva a guidare una squadra di calcio dopo esser stato a sua volta guidato e consigliato, come calciatore; c'è chi, invece, non usufruisce della corsia preferenziale per gli ex-calciatori (di successo, perlomeno) e costruisce dalle fondamenta la propria carriera. E' il caso di Giampiero eVentura Rafa Benitez – all'anagrafe di Madrid RafaélBenítez Maudes – che stasera al San Paolo si affronteranno con le rispettive squadre, Torino e Napoli. Che cosa accomuna e, in un certo senso, distingue questi due allenatori dal resto della Serie A? Sono uomini normalissimi, umili – e per questo apprezzati – che sono partiti dal basso arrivando a risultati importanti (seppur completamente diversi). Madre Natura non ha baciato i loro piedi e non li ha inondati di talento. E per gente innamorata del calcio, ma con limiti tecnici evidenti, il percorso da allenatore è sicuramente quello più indicato. Analizzando più a fondo la rosa delle due squadre ci accorgiamo come, entrambi gli allenatori, facciano un massiccio ricorso al turn-over, soprattutto quest'anno in cui anche il Torino è impegnato in Europa League. Se negli scorsi anni le squadre italiane tendevano a snobbare questa competizione, le prime due giornate di coppa hanno dimostrato il contrario: la vecchia coppa UEFA non è più considerata una succursale meno nobile della Champions League, ma un vero torneo prestigioso nel quale è indispensabile ben figurare. E non solo per il ranking.

"RAFA BENITEZ – Le frequenti crisi di gioco e risultati sono spesso l'occasione giusta per infangare la figura dell'allenatore: questo succede soprattutto a Napoli, quando le scelte dirigenziali (spesso errate) vengono imputate a Rafa Benitez e alla sua mentalità conservatrice. Basta scorrere il palmares del tecnico spagnolo per accorgersi di quanta dietrologia si nasconda dietro queste affermazioni prive di fondamento: Coppa UEFA con il Valencia (2002/2003), Europa League con il Chelsea (2012/2013), Champions League a Liverpool (2004/2005, la finale di Istanbul è storia ormai), più innumerevoli trofei personali, coppe nazionali come, in ordine di tempo, la Coppa Italia conquistata a maggio all'Olimpico di Roma contro la Fiorentina. La svolta nella carriera di Rafa Benitez arriva nel 2007 quando, a discapito del 4-4-2 presentato a Istanbul, si gioca la finale di Champions League ad Atene con un moderno 4-2-3-1. Da quel giorno, il buon Benitez non ha più abbandonato quel modulo, proponendolo anche alla società di De Laurentiis. Chi ha giocato a Bratislava contro lo Slovan, questa sera partirà dalla panchina: come Mertens, ad esempio, devastante quando parte della panchina approfittando degli spazi lasciati dagli avversari ormai stanchi e annebbiati dalla fatica per contrastare un giocare così rapido e imprevedibile. Gonzalo Higuain è la punta di diamante, strappato al Real Madrid a suon di milioni. Unica punta come Fernando Torres al Liverpool; 56 gol in 79 partite. Ritmi alla Cavani, rimpianto ancora adesso dalle parti di Fuorigrotta.

"GIAMPIERO VENTURA - La filosofia del Torino dovrebbe essere ormai chiara: creare gioco attraverso il controllo della sfera, palleggio esasperato nelle retrovie con il fine ultimo di scardinare la difesa avversaria. Questo modo di intendere il calcio può sembrare improduttivo e a tratti lezioso ma, per adesso, sembra funzionare. Le scelte societarie di vendere prima Immobile e poi Cerci hanno messo Ventura di fronte ad un grande dubbio: continuare con il 3-5-2 oppure inventarsi un nuovo modulo basato sulle caratteristiche degli uomini a disposizione? Squadra che vince non si cambia, e allora...Che 3-5-2 sia. Immobile è stato sostituito perfettamente da Fabio Quagliarella - età a parte, le doti tecniche sono le stesse - mentre Amauri è stato tesserato per sopperire all'immenso vuoto lasciato da Cerci. L'assenza di Cerci, però, ha comportato una minore velocità nelle ripartenze e un deficit nell'attaccare le profondità: Amauri è abile di testa e non si addice a questo tipo di gioco. Vista questa evidente difficoltà, il tecnico granata sta sperimentando il 3-5-1-1, dove Quagliarella (o Amauri) è l'unica punta supportato da fantasisti come El Kaddouri o Sanchez Mino, che sta ripagando la società del sudore versato per farlo diventare italiano, e dunque comunitario.