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Benvenuto Mister Colantuono

di Fabiola Luciani

Carissimo Colantuono, sono consapevole che le mie parole non varcheranno il Po e resteranno impigliate nella fitta rete del web, ma il dado è tratto e confido che...

Redazione Toro News

"di Fabiola Luciani

"Carissimo Colantuono, sono consapevole che le mie parole non varcheranno il Po e resteranno impigliate nella fitta rete del web, ma il dado è tratto e confido che il tecnico nonché l’Uomo voluto fortissimamente da Foschi possa quantomeno tirare fuori il carattere a questa squadra e farci vedere finalmente un bel gioco su questa riva del fiume. Evito di ringraziarla per aver atteso pazientemente le indecisioni, i capricci ed i tempi sempre infiniti del nostro Presidente, perché a questo provvedono già, con i potenti mezzi, i cantori locali. Mi preme invece mostrarle gratitudine per una sua scelta precisa e recidiva, quella di citare sempre, qualunque sia l’argomento, il blasone di questa squadra e l’anima appassionata del Popolo Granata. Sappia che seppur con qualche diffidenza dovuta al fatto di non essere mai stato un ragazzo del Fila, mai ho colto tra i miei compagni di fede una così totale unanimità verso il profilo umano di un nostro allenatore, mentre su quello tecnico siamo molto confidenti visto che fare peggio dei suoi predecessori sarà alquanto improbabile. Non farò nomi, per non imbarazzarla, ma anche per altri allenatori abbiamo avuto in passato folgorazioni e innamoramenti, o anche grande stima, ma c’era pur sempre un qualche aspetto su cui si doveva glissare, per limiti caratteriali o tecnici o per carenze comunicative.Con lei invece, auspico una simbiosi totale, che sono certa saprà impreziosirsi notevolmente dal suo rifiuto verso quegli atteggiamenti inclini alla ruffianeria con una schiettezza che, per definizione, impedisce la piaggeria. Ho dato un’occhiata al suo curriculum, ho letto le sue interviste e ho anche seguito la sua presentazione di ieri e devo ammettere che mi piace sentirla parlare perché riesce sempre a stupirmi: un po’ come quel Stellone che lei tanto avrebbe voluto nel suo breve trascorso alla corte di Zamparini; professionista serio, mai scontato e prevedibile nelle soluzioni di gioco. Lei dice cose concrete senza trincerarsi tra frasi fatte e generiche affermazioni; non teme di pronunciare nomi e non esita a schierarsi su posizioni magari complicate da difendere. In più, e lo si coglie, i suoi pensieri attingono forza da una dimensione rarefatta, intima, a volte poetica, speculare rispetto al cliché burbero che i cronisti distratti amano attribuirle. C’è un mondo parallelo in lei che si affianca ai rombi, alle catene e alle diagonali, e che scalpita per rivelare le emozioni e quelle sensazioni appena percepite. I suoi richiami alle motivazioni che devono avere i giocatori che rimangono al Toro poi, non sono un diversivo per accreditarsi, ma la condivisione dei disagi che turbano il nostro tempo, e questo è di gran lunga preferibile alla effimera illusione con cui i feticci della pedata, spesso, anestetizzano i diseredati. Lei finora è sfuggito al tritacarne del mondo pallonaro, inteso come mostro che ingoia e rigurgita. Le sue esperienze di lavoro sono state quasi tutte rapporti esclusivi, costruiti dalle radici fino alla raccolta dei frutti, e quindi avendo il tempo e la voglia di identificarsi con l’essenza delle squadre che ha allenato e con la loro gente. Questo si è avvertito da subito, da quando ha accettato per il Toro solo un contratto annuale con rinnovo solo dopo l’eventuale promozione; quindi una scelta di vita e non un tran-tran occasionale con la valigia del pendolare. Fecero piacere, a suo tempo, le dichiarazioni fatte all’amico Foschi, quando tutti i giornalisti calcarono la mano sulle sue parole di simpatia per il Toro. Ci furono anche critiche e accuse di “invasione di campo” se non addirittura di prenotazione d’ingaggio. Ma le stesse cose le dissero anche altri, e allora si comprende meglio che la motivazione andava approfondita e cercata nell’idem sentire, o meglio dire nell’attrazione che due corpi simili esercitano fra loro. Comprendo bene quanto sia lieve osannare la sua figura nel breve momento del suo arrivo, e so come il calcio sappia ribaltare se stesso dopo solo due o tre sconfitte deludenti, ma proprio per questo non mi soffermo troppo sui prossimi risultati del rettangolo di gioco e punto tutto sul giudizio personale.Guardi bene Colantuono, una sera di queste dalla sua Roma, il momento in cui il sole si congeda oltre l’orizzonte; lei sa che regole insuperabili lo faranno tornare l’indomani. Ebbene, sa quel che è accaduto a noi Granata? Che dopo il tramonto di una Coppa Italia vinta nella sua città natale, il sole non è più tornato e la notte boreale dura da 17 anni. Ora dobbiamo riprendere il cammino con Lei per cominciare a intravvedere i bagliori di un nuovo giorno, e vedere quel sofferente letargo trasformarsi in vita nuova. La grande rivoluzione del suo e del nostro nuovo Toro dovrà portarci un enorme risultato: partire da quella base solida e garantita che ci permetterebbe di fare la differenza nel campionato cadetto, con l’innesto di giovani di una certa caratura tecnica e tattica e soprattutto impartire a tutti una mentalità nuova dove si dovrà sempre andare in campo per vincere, perché di calcoli e di tabelle siamo stufi e li abbiamo definitivamente appesi al chiodo. Io ho alle spalle poco più di venti campionati e le dico da subito che non ho intenzione di aspettarne altrettanti per vivere qualche soddisfazione sportiva. Amo questa maglia più di ogni altra cosa, e quindi le chiedo di non rallentare mai la sua corsa verso la meta e la gloria. La congiuntura di eventi, a volte, altera gli equilibri e crea scossoni imprevedibili, come sull’autobus dove una brusca frenata assesta i passeggeri e li ricolloca su nuove posizioni: ecco, cerchiamo di essere pronti se mai, in un momento di distrazione, una stella si lascerà afferrare dall’abbraccio di una città unica ed irriducibile. Noi vogliamo che in quel momento sia lei ad alzare il pugno al cielo e a piangere insieme a noi … insomma vogliamo semplicemente un allenatore da Toro.Con affetto e stima le do il benvenuto in questo mondo granata che avrà modo di apprezzare e amare, nonché le auguro un futuro roseo con i nostri colori e infine, per citare una persona tanto cara … auguro a tutti i tifosi d’Italia di avere Stefano Colantuono per allenatore almeno un giorno nella vita.Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.www.babyfabiola.splinder.com