"Mauro Berruto, tifoso granata nonché ex Ct della Nazionale italiana di pallavolo, tira le somme su una stagione del Torino che ha disatteso un po' le aspettative generali. Anche l'allenatore torinese si aspettava qualcosa in più dal suo Toro, sopratutto dal punto di vista caratteriale. Adesso, però, subentra la curiosità per il futuro, con Walter Mazzarri che sarà timoniere dei granata sin dall'inizio e un calciomercato che comincia ad entrare nel vivo.
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Berruto: “Il Fila deve trasmettere l’identità granata, che manca ai giocatori”
ESCLUSIVA TN / L'ex CT della Nazionale di Pallavolo: "Nel mercato bisogna agire per avere dei punti di riferimento in difesa"
"Mauro Berruto, un giudizio alla stagione del Torino?
"Sicuramente, una stagione non troppo negativa perché continua a permetterci di restare ad una certa parte della classifica di Serie A. Bisogna anche dire che l'obiettivo non è stato soddisfatto e c'è stato anche un cambio di allenatore in corsa. Il campionato non è stato sicuramente positivo. Adesso bisognerà lottare per l'Europa League il prossimo anno e bisogna mettere in atto delle correzioni per far correre questo Toro. In modo da giocarsi l'obiettivo, almeno, sino all'ultima giornata di campionato.
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"Il Filadelfia avrebbe dovuto motivare ulteriormente i giocatori. I singoli avrebbe potuto dare qualcosa in più?
"Si può usare il Filadelfia in maniera più importante. Il Fila deve trasmettere senso d'appartenenza e identità. Non voglio passare per colui che si lamenta sempre. Benissimo che si stato rimesso in piedi, era atteso da molto ed è stata una cosa importante. Adesso oltre al luogo fisico bisogna metterci dentro un certo tipo di cultura.
Con l'avvicendamento in panchina, si sono visti dei cambiamenti?
Nell'atteggiamenti di qualche giocatore sì. Bisogna dire che subentrare non è semplice, è sempre complicato. Era difficile aspettarsi un stravolgimento. Mazzarri non aveva plasmato lui questo Toro e ha dovuto gestire. Sotto la sua gestione, come è ovvio che sia, l'allenatore toscano ha pensato all'anno prossimo. In maniera da poter fare le proprie valutazioni iniziali su chi potrà restare e chi dovrà cambiare per rendere la squadra più competitiva.
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"Con l'arrivo di Mazzarri si è vista una squadra più equilibrata, con una mentalità maggiormente difensiva, rispetto all'ultra-offensivo Mihajlovic. Adesso, con il tecnico toscano, serve quale difensore in più dal mercato?
"Credo di sì. Anche pensando un po' alle rose degli anni passati, avere dei punti di riferimento in difesa, credo sia una cosa importante. Bisogna inserire nella rosa un paio di tasselli, simili a quelli che in tante ultime stagioni abbiamo avuto. Ogbonna, Darmian, GliK e Makismovic erano giocatori che avevano un certo tipo di solidità difensiva. Adesso è questa l'urgenza, insieme a quella di far tornare Andrea Belotti quello di due campionati fa. Forse basta anche meno. Però dopo una stagione sfortunata penso sia auspicabile. Sia con il Toro che con la Nazionale ha reso poco. Questo lo deve caricare in vista del prossimo campionato.
Il suo sogno di mercato?
In questo momento sono disilluso dal fato che si possano avere dei sogni. Il calci mercato ha delle dinamiche incontrollabili Non è detto che si possa riuscire. Non parlarei di nomi e cognomi. Ma di profili per cercare di costruire un'identità forte e ovviamente che abbia voglia di venire a Torino. In passato sono arrivati giocatori sulla carta importanti ma che non hanno dimostrato desiderio di giocare nel Toro. Questo prescinde dal nome. Lo dico proprio dopo che il portiere dell'Islanda ha parato un rigore a Messi. Ci sono dei valori che riguardano atteggiamenti che sono più importanti del cognome che si ha sulla maglietta e il Toro deve cercare di puntare su questo se vuole disputare una stagione da protagonista.
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"Nell'ultima sessione di mercato si è cercato di alzare l'asticella, con acquisti più onerosi come Niang e Rincon che hanno deluso le attese. A suo parare è giusto essere ambiziosi e spendere tanto o è meglio investire su giovani da valorizzare e seguire il modello Atalanta?
"Secondo me dev'essere quest'ultima la strada maestra. Ovviamente mi riferisco ad una dimensione del Toro che non ha risorse infinite da spendere nel mercato. Quello nerazzurro è certamente un modello che ha premiato. L'Atalanta non è stata solo un exploit: ha messo in fila due stagioni straordinarie ed ha dimostrato solidità. Non è stata la fortuna di un'annata. Credere e investire nel settore giovanile e poi andare a cercare con pazienza e attenzione calciatori che abbiano un certo tipo di caratteristiche tecniche ma, sopratutto, caratteriale e mentali è fondamentale.
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