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Bianchi e Pellicori: differenze tra 4-4-2 e 4-2-3-1

di Stefano Rosso

Col recupero dall’infortunio di Rolando Bianchi ed il rientro di Alessandro Pellicori dalla squalifica Franco Lerda avrà nuovamente a disposizione i terminali offensivi principali...

Stefano Rosso

di Stefano Rosso

Col recupero dall’infortunio di Rolando Bianchi ed il rientro di Alessandro Pellicori dalla squalifica Franco Lerda avrà nuovamente a disposizione i terminali offensivi principali dell’attacco granata. L’unico dubbio che potrà sorgere al tecnico granata sarà il modulo tattico con cui esaltare le diverse caratteristiche dei due giocatori: il primo, come dimostrato durante le sue ultime apparizioni (Albinoleffe e Reggina), rende al meglio nel 4-4-2 dove può vedere la porta con maggiore libertà, il secondo invece possiede le caratteristiche adatte per giocare nel 4-2-3-1 fortemente desiderato dall’allenatore.

Per argomentare questo paragone e mettere in risalto le differenze tra i due centravanti granata è però necessario un breve confronto tecnico e tattico tra il Torino di quest’anno ed il Crotone della scorsa stagione. Lo spettacolare gioco orchestrato dai Calabresi sotto la guida di Lerda si basava infatti sull’abilità della punta centrale nell’impegnare la difesa avversaria e giocare di sponda per smarcare le mezzepunte o restituire il pallone al trequartista in modo che questi potesse smistarlo per creare la superiorità numerica in attacco: un 4-2-3-1 che, statistiche alla mano, ha dato i suoi frutti proiettando i Pitagorici dal penultimo posto, con tre punti di penalizzazione, fino all’orlo dei playoff ed ha insignito il tecnico cuneese del riconoscimento di miglior allenatore della serie cadetta.

Questo meccanismo di gioco si basava però su una caratteristica fondamentale della società calabrese: il Crotone non disponeva di attaccanti ‘da doppia cifra’. Lerda in avanti s’affidava al fisico di Antonino Bonvissuto (185 cm x 75 kg) o, da gennaio in poi, a quelli di Daniele Degano (186 cm x 78 kg) ed Ettore Mendicino (184 cm x 78 kg): tre centravanti con basse medie realizzative – tredici reti in tre durante tutta la scorsa stagione – ma grande fisicità e abilità nel gioco di sponda.

Come detto, infatti, i giocatori più decisivi della formazione calabrese, nonché i marcatori più prolifici, erano proprio le ali: nove reti a testa per i titolari Denilson Gabionetta e Ciro Ginestra, tre per le riserve Antonio Zito e Aniello Cutolo. A completare il tridente di rifinitura c’era ancora il trequartista centrale, un giocatore brevilineo (174 cm x 68 kg) dal basso potenziale offensivo (appena due reti segnate), ma dotato di visione di gioco ed in grado di dare fantasia e vivacità all’attacco: proprio quell’Andrea Russotto a lungo accostato ai granata durante la sessione estiva del calciomercato.

La differenza sostanziale tra le due compagini, che pare anche essere diventata la discriminante adottata dall’allenatore cuneese nella scelta del modulo, consiste però – come anticipato – nel terminale offensivo: se il Crotone non poteva vantantare attaccanti ‘da doppia cifra’, totalmente differente è la situazione attuale nel capoluogo piemontese dove Rolando Bianchi, seppur fisicamente dotato ed abile nel far salire la squadra, con le quaranta reti segnate in due stagioni risponde pienamente ai requisti per rientrare in questa categoria. Al contrario il cosentino Pellicori, dotato di un ottimo senso della posizione e molto abile nel gioco di sponda, non è mai arrivato a quota 10 realizzazioni nel corso di tutta la propria carriera.

E’ proprio questa differenza di caratteristiche tra i due giocatori a spingere Lerda ad adottare l’uno (4-4-2) o l’altro (4-2-3-1) modulo: nel primo caso infatti il tecnico riesce a mettere Bianchi in condizione di esprimere tutto il proprio potenziale permettendogli di arrivare a concludere a rete e le due marcature (con le corrispettive prestazioni della squadra) contro Albinoleffe e Reggina ne solo l’esempio più lampante, nel secondo invece, sfruttando la fisicità e la propensione alla sponda di Pellicori – più simile a Bonvissuto&co. non soltanto per la scarsa media realizzativa ma anche per caratteristiche fisiche (183 cm x 78 kg) – permette a Lerda di esaltare le abilità balistiche di Sgrigna e Iunco, già autori di quattro reti a testa in questa quindicina iniziale di partite disputate.

(foto M.Dreosti)