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Bianchi-Gila, sfida in campo e fuori

Stanno diventando merce rara in un calcio che predilige sempre più le punte brevilinee e di movimento. Eppure loro rappresentano orgogliosamente un’altra razza, quella dei centravanti puri, forti di testa e...

Federico Danesi

Stanno diventando merce rara in un calcio che predilige sempre più le punte brevilinee e di movimento. Eppure loro rappresentano orgogliosamente un’altra razza, quella dei centravanti puri, forti di testa e potenti di piede, in grado di aprire spazi ai compagni e far sponda. Ecco perché quella di domenica sarà sfida di squadra ma anche tra singoli, come Rolando Bianchi e Alberto Gilardino.SLIDING DOORS - Due quasi coetanei (ballano otto mesi a favore di Rolandinho) ma dalla carriera diametralmente opposta, che al secondo sono state offerte molte più opportunità potenziali rispetto al primo anche se al tira delle somme se l’è giocate male. Tanto che in estate, più di una volta e non solo per voci di corridoio, i loro destini si sono pure incrociati: quando Bianchi sembrava destinato a partire in direzione Catania (ma anche Firenze o Napoli) uno dei nomi accostati più volte al granata è stato proprio quello del biellese, anche se ovviamente non se n’è fatto nulla.

FUTURO NON SCRITTO - Oggi ad entrambi tocca vivere sostanzialmente un destino da precari. Perché il capitano ha come unica certezza quella di un contratto in scadenza e ben lungi dall’essere in fase di rinnovo. Mentre quello che veste di rossoblu è stato prelevato in prestito con diritto di riscatto e quindi anche lui a fine stagione potrebbe cambiare aria. Ma a vedere quel che combinano in campo non si direbbe: Bianchi è ancora alla ricerca di una sua dimensione, soprattutto di un partner credibile che ora finalmente potrebbe vestire i panni di Sansone mentre Gilardino intanto ha timbrato il cartellino cinque volte (una in più del nostro) e soprattutto con Diamanti forma una coppia ‘di fatto’ decisamente interessante nonostante i risultati del Bologna siano stati modesti.

TUTTO PER LA SQUADRA - Entrambi arrivati a trent’anni sono sostanzialmente ad un bivio, ché nessuno dei due si sente sovradimensionato nelle condizioni attuali. Bianchi penserà al Toro almeno sino a quando non dovrà pensare necessariamente a se stesso. Il bomber di Cossato penserà a tornare grande per ritrovare a fine stagione una maglia importante, che non sia necessariamente quella del Genoa. Una sfida nella sfida, dunque, che non è necessariamente testa a testa. Ma intanto c’è ancora chi li cerca e li sa apprezzare, almeno sino al prossimo mercato.Federico Danesi(foto M.Dreosti)