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Boyè può essere il futuro: Toro, credici un po’ di più

Editoriale / Sull'argentino siamo pronti a scommettere: ha doti tecniche e fisiche fuori dal comune. Gli va data più continuità per permettergli di trovare la sua dimensione

Gianluca Sartori

"D'accordo, non ha il fiuto del gol di Belotti. E deve ancora trovare la sua giusta collocazione in campo. Ma Lucas Boyè è un talento cristallino, fuori dal comune, a cui va data maggior continuità. A Firenze qualche sbavatura di troppo: non giocava titolare dal 22 gennaio, quando a Bologna giocò come prima punta, mentre nella più consona posizione di attaccante esterno, Mihajlovic non lo schierava addirittura dal 31 ottobre, quando a Udine offrì una prestazione scialba.

Ma lo spunto del talento vero, Boyè ce l'ha eccome. Lo dimostra quando un certo punto, partendo da sinistra, mette la quarta e saluta Salcedo, che lo stende con un intervento da rigore netto. In un momento in cui tutta la squadra era immersa nel torpore, è stato il più giovane colui che ha preso l'iniziativa e ha fatto scoccare la scintilla che ha trascinato i compagni. Personalità e carattere non mancano e, considerando che parliamo di un ragazzo di vent'anni che è volato da otto mesi in un mondo per lui nuovo, questo non è da sottovalutare.

"Non solo: parliamo di un talento che ha nei piedi qualità cristallina e nel "motore" di cui è naturalmente dotato un buon passo e una gran forza fisica. Basta seguirlo da vicino per rendersene conto: più che negli spezzoni finali di gara sin qui concessi da Mihajlovic (sono 19 le presenze fin qui raccolte, per 835 minuti in tutto), in allenamento, quando gioca più libero mentalmente e con più facilità. Ecco perchè diciamo che Boyè va fatto giocare di più da titolare: è diamante grezzo che va levigato con minuti di gioco in Serie A. Gli va dato modo di conoscersi meglio, di trovare la sua dimensione dal punto di vista del posizionamento in campo e di capire al meglio alcune dinamiche del gioco italiano.

"La concorrenza nel suo ruolo è tanta e di livello. Reclamano spazio i vari Ljajic e Falque, investimenti importanti fatti dal club granata, e Iturbe, che per essere stato preso a gennaio avrà certo voluto garanzie di un impiego decente. Ma su Boyè - che a differenza del paraguaiano, è un giocatore di proprietà granata - siamo pronti a scommettere: le doti per diventare un giocatore importante, ci sono tutte. Sia dato seguito alla titolarità di Firenze. Parafrasando una ormai risalente canzone di Ligabue: Toro, credici un po' di più...