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Buon esordio con vecchi problemi

Nuovo mister, vecchi problemi. La cura Zaccheroni, nonostante non siano passate neanche 24 ore complessive di somministrazione sul campo, ha già prodotti i primi segnali di miglioramento. Una parvenza di gioco...

Redazione Toro News

"Nuovo mister, vecchi problemi. La cura Zaccheroni, nonostante non siano passate neanche 24 ore complessive di somministrazione sul campo, ha già prodotti i primi segnali di miglioramento. Una parvenza di gioco leggermente più varia rispetto al passato e uomini messi nella condizioni di rendere di più. Rosina su tutti, che in posizione centrale bene ha fatto. Finalmente il gioco non si sviluppa più solo dalla fasce laterali, anche se è innegabile che con Lazetic in campo qualcosa di buono si sia visto laddove già Konan e Comotto avevano seminato. Che poi il dirimpettaio di turno fosse una vecchia conoscenza come Paolo Castellini qualcosa vuol dire, ma non tutto. Bene hanno fatto anche Barone e Fiore che però è ancora alla ricerca della migliore condizione. Le note dolenti arrivano dall’attacco, un problema che il Toro non scopre certo adesso e guarda caso interessa uno dei pochi reparti non toccati dalla rivoluzione estiva che ha portato in campo ben 9 nuovi titolari. Basti pensare che l’anno scorso, prima di infilare tre perle nella magica notte dei play off contro il Mantova, solo in una circostanza, all’ultima giornata di campionato e per giunta contro un avversario che non aveva più nulla da chiedere, il Toro aveva superato quota due gol nello stesso incontro.

"Con il Parma si è ripetuto un copione già visto in tutti i match fin qui disputati: occasioni la squadra ne crea, a prescindere da chi siede in panchina, ma non le finalizza. La sterilità offensiva non deve far mettere in croce il solo Abbruscato, autore peraltro di una prova generosa quanto inguardabile. E’ tutto il reparto che deve essere rivisto e messo in discussione. Diceva bene Barone, ieri, che non conta quanti attaccanti siano in campo ma la mentalità, in fin dei conti in porta possono andare anche i terzini. E ieri Comotto ci ha provato più di una volta.

Di sicuro il tempo è dalla parte giusta, nel senso che Zaccheroni e giocatori hanno dalla loro un calendario abbordabile e una pausa a ottobre in cui migliorare la conoscenza e far quadrare meccanismi e registrare i reparti. Il buon punto di partenza di questo pareggio è dato dalla mentalità, rimasta la stessa nonostante i tanti cambi, vuol dire che il marchio di fabbrica usato dalla società nella scelta dei nuovi acquisti è quello giusto. Certo ieri vedendo certi svarioni offensivi, veniva da pensare al Pulici prima maniera: partì colpendo un cartellone pubblicitario, finì come una leggenda. Il segreto sta nella cura somministratagli all’epoca: palleggi e fondamentali a manetta. Chissà che non sia uno degli ingredienti a cui ha intenzione di attingere anche il neo-mister già ribattezzato “AZ”.