"Tempi duri per il futuro del calcio, dopo anni di sperperi occorre un ridimensionamento, oppure cercare nuovi business.
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Cairo e le regole tv da riscrivere
Tempi duri per il futuro del calcio, dopo anni di sperperi occorre un ridimensionamento, oppure cercare nuovi business.
Cassano è finito al Real Madrid per “soli” cinque milioni di...
"Cassano è finito al Real Madrid per “soli” cinque milioni di euro, la Roma spese per lui dal Bari circa cinquanta miliardi di vecchie lire, una svalutazione spropositata.
"Gli introiti che permettono al calcio di sopravvivere arrivano per la maggior parte dai diritti televisivi, che però hanno aumentato in modo esponenziale il dislivello tra i grandi club e quelli medio/piccoli.
"In B i contratti sono collettivi e alla fine su Rai Sport Sat non si vede nulla, se non la partita decretata ad avere la diretta.
"La Juventus ha ceduto i suoi diritti a Mediaset per una cifra altissima, che permetterà ai bianconeri di ottenere denaro contante per acquisti importanti e sembrano essere lontani i tempi in cui l’Avvocato tirava fuori quattrini sonanti per togliersi alcuni capricci.
"Della Valle, patron della Fiorentina e Zamparini, presidente del Palermo stanno guidando la rivolta in Lega per proporre i contratti collettivi, ma ci sono alcuni cosiddetti club piccoli, come Messina e Siena per esempio, che preferiscono schierarsi dalla parte dei più forti, per trarne dei benefici, sfruttando qualche aiuto a livello di mercato.
"Urbano Cairo al momento preferisce glissare sull’argomento non volendosi esporre troppo, in fondo è l’ultimo arrivato in Lega , pur essendo diventato in pochissimo tempo un personaggio di pubblico dominio, grazie all’esperienza di grande comunicatore e all’abilità di far girare i bilanci delle sue fiorenti aziende.
"Cairo guarda all’estero e il pensiero è nel mezzo tra la posizione di Galliani e quella dei cosiddetti “ribelli”: metà diritti collettivi e l’altra parte in base alla meritocrazia delle singole squadre, seguendo il modello francese ed inglese.
"Per quanto riguarda invece la gestione societaria le idee di Papa Urbano I sono più definite ed è sua la proposta di livellare gli ingaggi con un salary cap, in quanto, pur essendosi ridimensionati rispetto alle cifre folli di qualche anno fa, il costo dei giocatori resta una delle voci più esose dei bilanci.
"Cairo oggi è uno dei pochi presidenti che può permettersi di pagare regolarmente gli stipendi ed è anche per questo motivo che la sua società è ambitissima. Paga talmente bene che nessuno vuole andarsene dal Toro (anche per questa storia del premio promozione fatto sottoscrivere dai lodisti, vedi il caso Music).
"Attualmente il Toro non ha fatto acquisti eclatanti e non sono state pagate cifre da capogiro per dei giocatori, ma verrà il momento in cui sarà necessario fare il salto di qualità, quando la tifoseria, passato il momento di innamoramento acuto, chiederà qualcosa di più, magari per tentare di opporsi alla Juve in modo degno in un ipotetico futuro derby.
"Quando succederà il presidente granata dovrà essere abile a fronteggiare ogni situazione, cercando di riportare in granata qualche campione, per cui saranno proprio gli introiti televisivi a fare la differenza per potersi togliere qualche sfizio sul mercato e accontentare la piazza.
"Trovare il giusto equilibrio non sarà nemmeno facile: la tifoseria granata è molto sensibile nel difendere la propria identità, che riguarda l’essere diversi rispetto all’andazzo generale, in cui rimane fondamentale camminare a testa alta con le proprie forze. Buona parte dei tifosi si auspica che Cairo diventi portavoce di qualche ribaltamento in seno alla Lega e alla Federazione, per riportare il calcio se non al suo vecchio fascino almeno ad un livello di competizione più credibile, dove i giochi non siano fatti prima ancora di porre la palla al centro.
"Questo forse sarà il compito più arduo che spetterà al presidentissimo, per non deludere mai i suoi esigenti quanto passionali tifosi.
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