"Occorre rifondare. Questo il messaggio lanciato dal presidente del Torino Urbano Cairo, che in una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport non risparmia nessuno. I responsabili del fallimento che ha visto la Svezia eliminare l'Italia nello spareggio Mondiale sono infatti ben chiari nella testa dell'imprenditore alessandrino. “La sconfitta contro la squadra di Jan Andersson rappresenta un risultato così grave che non può essere liquidato con le parole - esordisce Cairo - Non basta promettere di fare le riforme, andrebbe resettato tutto. Questo è un fallimento epocale, una svalutazione per il movimento. È come se l’azienda calcio avesse portato i libri in tribunale, considerando le ricadute economiche”.
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Cairo senza freni: “Tavecchio deve dimettersi, non è il Ventura che conoscevo”
Interviste / Il presidente del Torino torna sul fallimento della Nazionale: “Occorre rifondare il sistema. Servono le Squadre B”
"Un fallimento sportivo ed economico, per tutto il sistema calcio italiano. Ma qual è allora la soluzione? Secondo Cairo non ci sono dubbi: rifondare il sistema partendo dagli uomini giusti, e soprattutto con le Squadre B. “Tavecchio deve dimettersi. Quando succede una cosa del genere i manager devono pagarne il prezzo. Anche io da presidente del Torino ho vissuto momenti molto difficili, perché evidentemente facevo degli errori: sono andato avanti ma da proprietario ho pagato un prezzo economico importante. Si prenda atto che l’uscita dal Mondiale è un fatto gravissimo, non accadeva da 60 anni”.
"Il presidente poi è molto severo anche con Ventura, grande amico nonché ex allenatore del suo Torino: “Non è stato il Ventura che conoscevo. Mi spiace per lui e per l’Italia: lui ha bisogno del lavoro quotidiano sul campo per inculcare i suoi eccellenti insegnamenti ai giocatori“. Ma quindi: da dove si riparte? Dai vivai, i giovani e le Squadre B. "Servono i giovani, le seconde squadre e manager bravi, capaci di far crescere l’azienda“. Insomma, occorre rivoluzionarsi al più presto, e Cairo sembra voler essere in prima linea.
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