Capitano a mezzo servizio

"Indipendentemente dal peso che si da' o meno alle incomprensioni tra Gianluca Comotto e la societa', c'e' un dato oggettivo: il terzino ha giocato in questo campionato per piu' di duemila minuti senza mai far mancare impegno e carattere. A volte questo e' stato fin troppo, come testimonia il brutto esordio stagionale. Contro la Lazio infatti il giocatore e' stato espulso per una somma di ingenuita', e ad aggravare il fatto c'e' da considerare che vestiva la fascia da capitano. Tra i cartellini gialli ricevuti, parecchi erano evitabili, ma se si pensa a quando giocava nel Toro tre anni fa, il miglioramento e' stato notevole. Sulla fascia si ha poco da rimproverargli. Sia in fase difensiva che offensiva ha ripetutamente fatto vedere il suo valore, nonostante perduri qualche errore di inesperienza. I suoi cross hanno in piu' di un'occasione risollevato la squadra dall'inerzia generale, e alcune reti sono state per meta' merito suo.

"Dal punto tecnico manca ancora un po' di qualita' nelle verticalizzazioni, ma nei duelli con gli avversari e' uscito spesso vincente, anche quando ha avuto a che fare con clienti scomodi come Cesar, Seedorf o Mancini. Novellino lo ha declassato dalla fascia di capitano per le note questioni societarie, ma dopo un paio di partite d'assestamento e' tornato il giocatore di sempre fino a siglare il primo gol in campionato contro la Sampdoria. L'infortunio nei primi minuti contro l'Udinese lo ha obbligato a chiudere anticipatamente una stagione che avrebbe sicuramente voluto giocare tutta. Perche' che sia vero o no che per motivi accettabili o meno voleva andare a giocare nella gemellata Fiorentina, certo e' che ha rifiutato uno stipendio quasi milionario dal Palermo per restare nel Toro. Tutto il resto sono opinioni.

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